Rc auto troppo cara, l’Ivass chiede provvedimenti normativi - QdS

Rc auto troppo cara, l’Ivass chiede provvedimenti normativi

Emiliano Zappala

Rc auto troppo cara, l’Ivass chiede provvedimenti normativi

martedì 08 Luglio 2014

Relazione annuale del presidente dell’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni, Salvatore Rossi. Solo il 5% degli assicurati paga un premio simile a quello medio europeo (250 €)

CATANIA – Le polizze auto in Italia rimangono più care che altrove. La riduzione dei prezzi dei mesi scorsi non è bastata a cancellare questo ennesimo record negativo per il nostro Paese. Nella sua relazione annuale il presidente dell’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni (Ivass) Salvatore Rossi ha dichiarato che “solo il 5 per cento degli assicurati paga un premio paragonabile a quello medio europeo, intorno ai 250 euro”.
Una situazione ingestibile, che aggrava ulteriormente le già non facili condizioni economiche di gran parte dei consumatori italiani. Si auspica dunque in tempi brevi un nuovo intervento legislativo, in grado perlomeno di attenuare la situazione. Evidentemente non sono bastati i provvedimenti degli anni precedenti.
Già lo scorso anno l’analisi del problema del mercato dell’Rc auto fatta dall’Ivass metteva in evidenza il profondo deficit di informazione che nel nostro Paese corre lungo due variabili importantissime “i prezzi effettivi che si formano sul mercato e le frodi perpetrate ai danni delle compagnie”.
Dai dati relativi al 2013 emersi dall’indagine sui premi effettivi Rc auto era chiaro che in Italia “la distribuzione dei premi effettivamente pagati è fortemente asimmetrica: la media semplice è di oltre 500 euro, la mediana di poco più di 450, con una variabilità molto elevata – come ha dichiarato il presidente dell’Ivass – solo il 5 per cento degli assicurati paga un premio paragonabile a quello medio europeo, intorno ai 250 euro”, anche se “nel primo trimestre di quest’anno, seguitando nella tendenza discendente, il prezzo effettivo medio e quello mediano sono scesi rispettivamente del 3,8 e del 3,4 per cento rispetto al trimestre finale del 2013”.
Un altro problema evidente è legato all’estrema variabilità dei prezzi che in buona parte dipende dalla localizzazione territoriale degli assicurati. In alcune aree, come il Meridione, i prezzi sono notevolmente più alti perché più alto risulta essere il rischio di sinistri. Ma a questo si aggiungono anche altri elementi. L’Ivass ha evidenziato infatti che “il prezzo di una copertura assicurativa è più alto, di oltre 100 euro in media, se l’assicurato vive in una grande città piuttosto che in un piccolo centro” e inoltre che “il prezzo decresce con l’età dell’assicurato, con un apice che va dai 20 ai 30 anni e un altro che si aggira intorno alle età molto avanzate”. Un ultimo elemento di variabilità riguarda la recidività dell’assicurato. Se nel passato di un automobilista ci sono stati 5 incidenti per esempio si può arrivare a pagare anche tre volte quanto paga chi non ne ha mai fatti.
Sono tutte questioni che vanno affrontate in maniera seria e approfondita. Lo stesso Rossi ha sottolineato che “il problema dei prezzi alti delle polizze RC auto, dopo tanti anni, si è attenuato ma non risolto. Auspichiamo una nuova iniziativa legislativa che lo affronti in tutti i suoi aspetti, come si era cercato di fare lo scorso anno con il nostro supporto tecnico Il punto centrale è ridurre l’asimmetria informativa fra assicuratori e assicurati, soprattutto nei territori dove è più difficile per le compagnie distinguere ex ante i tanti cittadini virtuosi dai pochi – ma non pochissimi – inclini alla frode o anche solo all’azzardo morale.”
 

 
L’anno scorso si sono registrati 27 mila reclami
 
Il problema dei prezzi troppo alti delle polizze assicurative in Italia va avanti da anni. Il capitolo “tutela del consumatore” dell’Ivass ci comunica che l’anno scorso si è arrivati a circa 27 mila reclami, in flessione soltanto del 15 per cento rispetto al 2012. L’istituto si è adoperato per migliorare la gestione dei reclami, ottenendo una riduzione di fatto dei tempi di chiusura dell’istruttoria, da 120 a 90 giorni. Ma probabilmente non basta. L’Ivass in questi anni ha chiamato in causa le imprese, convocato gli esponenti aziendali e, nei casi più gravi, inviato ispezioni. Uno dei problemi maggiormente segnalati riguarda le polizze abbinate ai mutui. Per questo è stata lanciata un’apposita campagna di accertamenti sulle coperture assicurative abbinate a finanziamenti bancari, oggetto di numerosi reclami. Si tratta spesso di emerse carenze di trasparenza e correttezza nei confronti della clientela. Complessivamente, dal suo avvio, l’Ivass ha portato a termine 26 ispezioni, di cui 9 presso grandi compagnie, e altre 4 sono in corso. “Quelle concluse hanno dato luogo in metà dei casi a giudizi sintetici collocati nell’area non favorevole: i problemi riscontrati attenevano prevalentemente a carenze non di solvibilità ma di governo aziendale”. Eppure questa battaglia è ancora lontana dall’essere conclusa.

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