Sovrintendenti al galoppo alla conquista dei mecenati - QdS

Sovrintendenti al galoppo alla conquista dei mecenati

Carlo Alberto Tregua

Sovrintendenti al galoppo alla conquista dei mecenati

venerdì 11 Luglio 2014

Restauri Beni culturali a tutta forza

I nove sovrintendenti siciliani non si sono letti, probabilmente, la L. 35/12 e il Dl 83/14. Se l’avessero fatto, avrebbero scoperto, udite udite, che essi non vengono più considerati dei burocrati inutili che tendono solo a maneggiare pratiche, negando richieste di provvedimenti da parte di imprese e cittadini, ovvero di autorizzarle.
Qualcuno dirà che i sovrintendenti devono tutelare i beni, i paesaggi e i centri storici. è verissimo! Ma non si tutelano codesti beni facendo vuota demagogia, applicando cavilli e virgole, bensì avendo ben chiaro lo scenario in cui si opera, il progresso della civiltà, la necessità di passare dall’immobilismo alla fruizione dinamica di tutti i beni culturali, paesaggistici, archeologici e di consimile natura.
Il patrimonio siciliano di codesti beni è immenso. Nei sotterranei del Castello Ursino di Catania vi sono opere accatastate degne di essere sistemate in bell’ordine, illuminate per essere viste da turisti endogeni e stranieri. 

In Sicilia vi sono migliaia di beni che meritano di essere riportati al loro splendore. Vi sono 829 borghi di  città piccole e grandi che meritano di essere ristrutturati per essere fruiti.
Proprio per queste finalità sono state approvate dal Parlamento e dal governo nazionale le due leggi sopra richiamate. Solo che i sovrintendenti siciliani le ignorano nonostante il passare degli anni, la prima, e dei mesi, la seconda.
Le stesse leggi hanno ribaltato il principio secondo cui i sovrintendenti restano a scaldare le proprie seggiole e indicano con chiarezza l’obbligo di cominciare a cercare sponsor e mecenati pronti a finanziare ristrutturazioni e restauri.
Quando è venuta al nostro forum (pubblicato il 18 giugno ) la professoressa Giusi Furnari, attuale assessore regionale ai BB.CC, le abbiamo manifestato la disponibilità di pubblicare gratuitamente sulle nostre pagine l’elenco dei beni da ristrutturare o restaurare, provincia per provincia, in modo da favorire l’interesse di banche, imprese e cittadini a mettere a disposizione risorse finanziare per la necessità. 
Stiamo ancora attendendo gli elenchi e non capiamo la ragione di questa inattività . Sollecitiamo l’assessore Furnari a rendere conto all’opinione pubblica dell’inventario completo dei beni culturali siciliani. Ora, non domani.
 

Abbiamo parlato di questa nuova situazione col direttore generale del dipartimento BB.CC, Rino Giglione. Anche lui ci ha confermato il suo indirizzo nella direzione richiamata, ma non ci risulta pubblicata sulla Gurs una nota direttoriale che inviti i sovrintendenti a cercare mecenati e sponsor.
Questa azione sarebbe indispensabile tenuto conto del fatto che la Regione non ha più un euro da spendere in quanto tutte le sue risorse vengono destinate a pagare fannulloni, privilegiati, raccomandati ed altri simili categorie di siciliani dannosi.
Ricordiamo che sia la L. 35/12 che il Dl 83/14 hanno inserito meccanismi fiscali che rendono conveniente il finanziamento di restauri e ristrutturazioni di beni culturali. Addirittura il Dl prevede una deduzione fiscale dei redditi d’impresa del 65% dell’ammontare donato.
Un altro aspetto dell’incentivazione al finanziamento d’imprese verso i beni culturali è la possibilità di apporre targhe opportunamente visibili che indichino il nome del mecenate, persona fisica o giuridica.

È del tutto risibile ed incomprensibile il comportamento di chi ha la responsabilità della sovrintendenza di Catania (citiamo un esempio a caso), che si rifiuta di autorizzare il finanziamento di una Fondazione per riaprire l’Anfiteatro romano di Catania.
Il motivo del rifiuto è che non intende far installare una targa di 50 per 250 cm col nome della Fondazione. Non è che tale dirigente (supponiamo che lo sia) abbia una alternativa. Tiene semplicemente chiuso il teatro da anni, impedendo che esso  venga goduto anche di notte da turisti e cittadini che ne avrebbero voglia.
Un comportamento infantile perché non c’è nessuna legge che vieti quanto richiesto, anzi ve ne sono due, che indicano esattamente il contrario.
Dove vive questo dirigente che continua a percepire 120 mila euro lordi l’anno, infischiandosene dell’interesse della collettività, dei cittadini e dei turisti? Andrebbe soggetto a rimozione (non sappiamo se si tratti di uomo o donna). In questo senso invitiamo l’assessore Furnari e il dg Giglione a intervenire con immediatezza. Torneremo sulla materia per informare i lettori sull’ennesima perla della burocrazia regionale.

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