In Sicilia un giovane su quattro senza una qualifica professionale - QdS

In Sicilia un giovane su quattro senza una qualifica professionale

Andrea Carlino

In Sicilia un giovane su quattro senza una qualifica professionale

domenica 13 Luglio 2014

Sempre più basso il livello d’istruzione nel Mezzogiorno e cresce il gap con l’Europa e il resto d’Italia. Il 35,2% degli studenti siciliani dell’ultimo quinquennio non ha completato gli studi

CATANIA – Il livello d’istruzione degli alunni del Mezzogiorno si allontana sempre più dall’Europa e dal resto dell’Italia. Il dato rimane del 24,8% in Sicilia e Sardegna, del 21,8% in Campania, del 19,7% in Puglia. La media nazionale di alunni che lasciano banchi e libri prima dei 16 anni è invece del 17,6% di alunni, quella dell’UE del 12,7% e le indicazioni che arrivano da Bruxelles sono di arrivare al 10% entro il 2020”.
Solo il 2,5% dei bambini fino a 3 anni fruisce di un nido in Calabria, mentre in Emilia Romagna sono il 26,5% e in Europa uno su tre. In Italia chi nasce oggi al Sud e nelle Isole, soprattutto da famiglie indigenti e in zone deprivate a livello socio-culturale, ha alte possibilità di non poter fruire di servizi scolastici adeguati. Anche il Censis ha lanciato l’allarme: se nel 2012 in tutta Italia i ragazzi tra i 18 e i 24 anni che hanno conseguito al massimo la licenza media sono stati pari al 17,6%, nelle regioni meridionali la percentuale è stata del 21,1%. Con Sicilia e Sardegna che hanno raggiunto livelli record, visto che gli under 24 che non hanno conseguito nemmeno una qualifica professionale sono addirittura il 25%. 
Le indagini Ocse-Pisa evidenziano un grave ritardo nelle competenze di base possedute dai 15enni italiani dei nostri ragazzi meridionali. In Italia il 21% dei 15enni ha competenze solo minime nella lettura (ma al Sud il dato sale al 25,2% e nelle isole è pari al 30,2%), il 25% in matematica (il 31% al Sud e il 35,9% nelle isole) e il 20,6% in scienze (il 26,6% al Sud e il 31,5% nelle isole).
L’ultima indagine dell’Ocse ci dice, in particolare, che mentre gli studenti di Trento, Friuli Venezia Giulia e Veneto sono tra i più bravi al mondo in matematica (tra le prime 14 aree territoriali a livello mondiale, praticamente ai livelli di Svizzera, Olanda e Finlandia), i 15enni siciliani occupano un posto basso molto più basso nelle “performance con i numeri”, collocandosi tra Turchia e Romania (quasi al centesimo posto). Pure nei campi delle scienze e della lettura le eccellenze nazionali sono concentrate al Nord Est, con le prestazioni più scarse che si registrano anche stavolta al Sud. Nella lettura, in particolare, la Sicilia occupa una posizione davvero bassa. In particolare, contro il problema della dispersione scolastica, bisogna intervenire con maggiori risorse, un migliore orientamento, attuare l’obbligo normativo fino a 18 anni, una vera riforma dell’apprendistato, organici maggiorati per le aree a rischio e investimenti strutturali mirati.
È quanto sostiene l’Anief, commentando i dati di un dossier di Tuttoscuola sulla dispersione scolastica, già presentato in audizione alla Camera. Il sindacato ricorda che se in questi giorni mezzo milione di studenti sta concludendo la maturità, sono circa 167 mila i ragazzi che 5 anni fa si sono iscritti a un corso di studi superiore ma poi hanno abbandonato i banchi. La percentuale di gran lunga maggiore di questi ragazzi, senza diploma e con un futuro a rischio, risiede nelle isole: nella “top ten” delle province per più alta dispersione di alunni, ai primi quattro posti ci sono località della Sicilia, e alta è anche la rappresentanza della Sardegna con tre capoluoghi.
 


L’approfondimento. A Caltanissetta il maggior numero di abbandoni
 
Se si confrontano i dati per provincia dell’anno scolastico 2013/14, a Caltanissetta ha abbandonato rispetto agli iscritti del 2012-13 il 41,7% degli studenti, a Palermo il 40,1%, a Catania il 38,6% e a Prato il 38,5%. Seguono Ragusa con il 37,1%, Sassari con il 36,7% e Cagliari con il 36,5%. Chiudono Asti, con il 36,3% di studenti che non arrivano al diploma di maturità, Napoli (36,1%) e Oristano (35,4%). Nel complesso, dunque, al Nord-Est la media di abbandoni è del 24,5%, al Nord-Ovest si attesta al 29,1%, al Centro scende al 24,8%. Anche il Sud (grazie soprattutto a Molise e Basilicata) riesce a essere in linea con le altre Regioni, con un tasso medio di dispersione del 27,5%. Nelle isole, invece, le percentuali assumono proporzioni gravi. La regione italiana che nel quinquennio 2009/2014 ha in assoluto perso più studenti della scuola secondaria superiore è stata la Sardegna: 6.903 allievi pari al 36,2%. Al secondo posto, in rapporto al numero di iscritti, c’è la Sicilia, con 22.054 studenti non arrivati al diploma (35,2%).  A fronte di questi dati, Anief ritiene che sia indispensabile adottare una serie di interventi urgenti per evitare che il gap rispetto ad alcune aree del Paese divenga insopportabile, bisogna prima di tutto tornare a investire sull’istruzione, vero indice di sviluppo di un paese.

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