La marcia indietro del no profit in Sicilia e in tutto il Meridione - QdS

La marcia indietro del no profit in Sicilia e in tutto il Meridione

Serena Giovanna Grasso

La marcia indietro del no profit in Sicilia e in tutto il Meridione

mercoledì 16 Luglio 2014

Bes 2014: sensibilizzazione al volontariato deludente, coinvolto nelle attività benefiche solo il 5,5% della popolazione.

PALERMO – Com’è d’altronde noto, in Italia il sistema del welfare non dipende unicamente dall’erogazione di fondi o comunque più in generale di servizi assistenziali ad opera dello Stato, ma unitamente a questo troviamo la presenza della famiglia, in parte del mercato, ma soprattutto delle istituzioni no profit (per questo parliamo di sistema di welfare romboidale o anche a diamante). Uno dei contributi più consistenti proviene proprio dal terzo settore ed un ruolo di tutto rispetto è quello assunto dalle attività di partecipazione sociale.

Secondo il rapporto Bes 2014
– Il benessere equo sostenibile in Italia, curato dall’istituto di statistica nazionale e dal Cnel, nel 2013 il 22,5% della popolazione ha svolto attività di partecipazione sociale (escluso il volontariato), dunque quasi un italiano ogni 4. Le attività si concentrano soprattutto in associazioni di tipo ricreativo, sportivo, culturale e civico. Sebbene questa possa apparire come una percentuale abbastanza consistente, occorre specificare che ha subìto un drastico calo rispetto ai dati del 2010, anno in cui si registrava il 26,9%. Quest’ultima percentuale appare molto vicina a quella rilevata nel 2013 nella parte settentrionale del Paese (26,2%), tasso questo che a sua volta si distacca nettamente dal Meridione (16,4%). La Sicilia addirittura si colloca ancora al di sotto con appena il 15,5%.
La crisi economica, che ormai perdura incessantemente dal 2008, ha ridotto drasticamente anche i contributi donati al singolo individuo al fine di finanziare l’associazione. Sensibile il calo registrato nel 2013 rispetto all’anno precedente: infatti, si è passati dal 14,7% della popolazione di 14 anni e più che dichiara di aver finanziato associazioni al 12,9% del 2013. La flessione appare ancora più marcata se prendiamo in esame la porzione di popolazione che ha operato in tal senso nel 2005, superiore di circa 5 punti percentuali rispetto al 2013 (18,2%). Con riferimento al 2013, a nostra sorpresa, la diminuzione ha investito con maggior forza il Nord (-2,8%), rispetto al Sud (-1,2%). Ma ciò non è sufficiente a fare del Mezzogiorno un esempio, poiché esso parte già da valori bassissimi. Nella fattispecie, è solo il 6,8% della popolazione al Sud che nel corso del 2013 ha finanziato un’associazione, contro il 17% del Nord. La Sicilia registra un punto percentuale in meno rispetto al già basso valore medio del Meridione (5,9%).
Come se ciò non bastasse, si arresta la leggera crescita del volontariato registrata tra il 2005 e il 2012. Nel 2013, infatti, la percentuale di popolazione che dichiara di aver svolto attività gratuita per associazioni o gruppi di volontariato è pari al 9,4%, ed è stabile rispetto al 2012. Le attività di volontariato sono più diffuse tra i maschi, i giovani di 14-24 anni, gli adulti di 45-64 anni, gli occupati (in particolare, dirigenti, imprenditori e liberi professionisti) e le persone con elevati titoli di studio. La Provincia autonoma di Trento appare come la più propensa a svolgere attività di tal genere con il coinvolgimento del 22,2% della popolazione. Al contrario la meno propensa è la Calabria con il 5%, a cui succede immediatamente la Sicilia con il 5,5%.
Infine, concludiamo analizzando la presenza di istituzioni no profit sul territorio nazionale. Mediamente in Italia sono presenti 50,7 istituzioni no profit ogni 10.000 abitanti, valore che in Sicilia è destinato a crollare a quota 39,7 istituzioni ogni 10 mila abitanti, appena un punto in più rispetto alla media meridionale.
È evidente come il gap, di cui spesso sentiamo parlare, che divide il Nord dal Sud non investe unicamente la situazione economica, ma esattamente ogni singolo ambito, così anche il Terzo settore. 

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