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Messina – Liberi Consorzi, per Taormina il futuro è ancora da definire

Massimo Mobilia

Messina – Liberi Consorzi, per Taormina il futuro è ancora da definire

martedì 22 Luglio 2014

La Perla dello Ionio mira a diventare Comune capofila di un territorio che includa anche la zona etnea. In Consiglio si è già scartata l’idea di rimanere nella Città metropolitana di Messina

TAORMINA (ME) – Messa da parte l’idea di rimanere nella Città metropolitana di Messina, Taormina ha intrapreso la “via catanese” e coltiva il sogno di costituire un Libero Consorzio di Comuni nel ruolo di capofila. In un percorso difficile e pieno di campanilismi, l’unica certezza è costituita infatti dalla mozione che i consiglieri comunali taorminesi hanno approvato nella seduta del 26 giugno, per ufficializzare la preferenza a favore del Consorzio e contrariare l’idea di rimanere nell’orbita di Messina. La diplomazia locale è adesso in pieno fermento e gli incontri più o meno formali, nelle ultime settimane, si sono moltiplicati tra i maggiori rappresentanti di un’area che andrebbe da Santa Teresa di Riva ad Acireale, passando per l’entroterra del’Alcantara.
Un territorio che sin dall’alba della Legge regionale 8/2014 ha preso in considerazione il progetto di staccarsi dalle rispettive realtà metropolitane di Messina e Catania, per dar vita ad un Consorzio basato sul binomio Taormina-Etna. Non sono però mancati alcuni distinguo, a cominciare da Giardini Naxos che, pur di differenziarsi dalla vicinissima Taormina, ha contestato l’idea di uscire dall’Area metropolitana scegliendo di rimanerci.
L’autonomia taorminese, se così la possiamo chiamare, insieme a quella degli altri Comuni, potrebbe però venire bocciata in partenza da un’interpretazione normativa della citata Legge: per potersi distaccare dalle Aree metropolitane e creare nuovi Consorzi sono necessarie, infatti, la continuità territoriale e una popolazione di almeno 180 mila abitanti.
è proprio in considerazione della popolazione minima che oltre trenta Comuni, con al centro Taormina, si stanno mettendo insieme tra le ex province di Messina e Catania, ma allo stesso tempo – tenendo conto dei vecchi confini – mancherebbe la continuità geografica. Un rompicapo che impegnerà, nelle prossime calde settimane, le amministrazioni “indipendentiste”. Taormina comunque ha già fatto la propria scelta che attende solo di essere confermata da un referendum popolare (come previsto dalla legge) che potrebbe tenersi a settembre. La parola finale spetterà poi all’assessorato regionale Autonomie locali.
Una scelta comunque sgradita negli ambienti messinesi, che puntavano a tenersi Taormina per “contare” di più quando arriverà il momento di battere cassa, soprattutto per i fondi europei. La provincia di Messina, d’altronde, è sempre rimasta economicamente a galla grazie al peso turistico di Taormina. In molti hanno già puntato il dito contro il sindaco, Renato Accorinti, per non essere riuscito a mediare col collega Eligio Giardina, ma le differenze antropologiche, oltreché economiche, tra Messina e la Perla, sono storicamente note. Taormina ha da sempre guardato con maggior interesse e appartenenza al catanese, e la cittadinanza aspetta solo di confermarlo col voto. 

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