Privilegiati e inefficienti affondano l’Italia - QdS

Privilegiati e inefficienti affondano l’Italia

Carlo Alberto Tregua

Privilegiati e inefficienti affondano l’Italia

venerdì 08 Agosto 2014

Regione, kaos Piano giovani

E’ inutile girarci intorno: se non si tagliano i privilegi dei privilegiati non si può creare lavoro. I privilegi nella pubblica amministrazione, i privilegi di tutto il ceto politico nazionale, regionale e locale, i privilegi degli imprenditori che arraffano gli appalti senza essere competitivi, i privilegi dei professionisti che concentrano consulenze e attività professionali solo perché sono amici degli amici e non perché sono bravi, i privilegi dei sindacalisti distaccati, che anziché fare il lavoro per il quale sono pagati si occupano di altro.
Dice, ma chi rappresenta i lavoratori, non fa un lavoro? Certo. Ma è un lavoro che deve configurarsi come volontariato da svolgersi gratis senza alcuna remunerazione (nel caso in oggetto pagato dal datore di lavoro).
Sono stato presidente di un’associazione imprenditoriale regionale e provinciale per 14 anni: non ho mai preso un centesimo perché vivevo del mio lavoro.
I privilegi dei giornalisti che lavorano solo 36 ore per settimana anziché 40 come tutti i comuni mortali, i privilegi di chi vende beni e servizi alla pubblica amministrazione facendoli pagare molto di più del loro valore commerciale, e via cantando.

Tutti costoro succhiano soldi alla collettività che invece dovrebbero essere destinati a sostenere attività produttive e a creare forte attrazioni per investimenti stranieri.
Sentiamo un’osservazione: ma come potrebbero, i privilegiati, autocastrarsi? E infatti non l’hanno fatto in questi ultimi 30 anni. Ecco la funzione della Classe dirigente, quella parte sana, onesta che produce ricchezza, che crea opportunità di lavoro e paga le imposte, ma che manca alla sua funzione sociale principale: partecipare, immischiarsi e controllare ceto politico e burocratico.
Renzi è stato accusato di avere inutilmente distribuito mille euro cadauno a 11 milioni di dipendenti perché, sostiene un suo nemico interno al Pd, Stefano Fassina, è inutile dare soldi da un lato e tagliare dall’altro. Un’asinata, perché se si tagliano i privilegi, le risorse recuperate servono a mettere in moto l’economia e a creare lavoro: il nocciolo della questione è tutto qui.
Peraltro, la diminuzione del Pil dello 0,2% nel secondo trimestre 2014 era aspettata perché in questi 120 giorni del nuovo governo non ci poteva essere l’effetto delle prime riforme che potrà vedersi nel 2015.
 

Nel quadro di privilegi, s’innesta quello delle irresponsabilità. è notizia di questi giorni che la Regione non è stata capace di far funzionare il sito ove i giovani potevano iscriversi, per ottenere la partecipazione ai tirocini di 6 mesi con un compenso di 3000 euro.
Solo dei tecnici impreparati potevano essere colti di sorpresa dalla grande quantità di richieste. Solo un dirigente incapace poteva arrivare a questo risultato negativo. Solo un’assessora che non ha alcuna qualità professionale poteva assistere al kaos che si è verificato. Solo un presidente della Regione, politicamente impotente, ha consentito che questo pasticciaccio brutto si potesse realizzare.
Ci aspettiamo che Crocetta, se vuol tener fede alla propria responsabilità, revochi immediatamente l’assessora Nelli Scilabra per incompetenza, e risolva il contratto col dirigente Anna Rosa Corsello per irresponsabilità.
E’ venuto il momento in cui bisogna dare all’opinione pubblica segnali forti che chi sbaglia paga, e paga subito. 

La Regione è allo sbando, i politicanti bisticciano su chi debba fare l’assessore. Certo, perché l’indennità di circa 200.000 euro lordi l’anno è un cibo prelibato, soprattutto per persone che non hanno alcuna qualificazione professionale, sono tecnicamente e politicamente incapaci di svolgere il proprio ruolo e non saprebbero come sbarcare altrimenti il lunario.
Se un assessore è incapace, consentirà la permanenza in attività di dirigenti altrettanto incapaci, perché non riesce a capire il cuore dei problemi e non sa che pesci pigliare.
La responsabilità oggettiva del disastro permanente della Regione, del suo squallore operativo, del suo fallimento finanziario, ha nomi precisi nei presidenti della Regione che hanno preceduto Crocetta e nello stesso Crocetta, nonché in quel ceto politico che è stato capace d’inserire un’orrida norma, nella Finanziaria ter, sotto esame del Commissario dello Stato, e cioè che i compensi per i consiglieri- deputati regionali hanno la precedenza su ogni altra spesa. Un egoismo vergognoso!

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