Gli ospedali nascondono le forniture - QdS

Gli ospedali nascondono le forniture

Maria Francesca Fisichella

Gli ospedali nascondono le forniture

giovedì 08 Ottobre 2009

Trasparenza. Alle Regione è negata di continuo.
Articolo 57 Finanziaria 2003. Le aziende sanitarie devono esporre on line i costi unitari dei dispositivi medici acquistati semestralmente, specificando aziende produttrici e modelli.
Applicazione carente. Monitorando i siti internet di tutte le aziende siciliane solo quattro su diciassette pubblicano i dati ma in nessun caso in modo completo.

PALERMO – La Corte dei Conti, sezioni riunite in sede di controllo per la Sicilia, nella Relazione al Rendiconto della Regione per l’esercizio finanziario 2008, in materia di “beni e servizi” nella Sanità, sostiene che si “dovrebbe continuare a ridurre la spesa. Necessaria a tal proposito l’azione “di monitoraggio e controllo sul sistema delle forniture, la cui acquisizione deve conformarsi alla regola dell’evidenza pubblica”.
I conti in rosso della Sanità siciliana non possono che comportare questa necessità di controllo/trasparenza. Sulla sanità isolana grava, infatti, la sottoscrizione di un prestito trentennale acceso nel 2008 con il ministero dell’Economia,  con scadenza 2037 per l’erogazione di una somma massima di 2.800 milioni di euro destinata al pagamento dei debiti delle aziende sanitarie e ospedaliere registrati alla data del 31/12/2007.
Ma tra le difficoltà che si incontrano per migliorare la rete dei controlli – ha rilevato la Corte dei Conti –  vi è “l’assenza di adeguati strumenti di rilevazione dei dati”.
Eppure gli strumenti finalizzati alla trasparenza esistono, solo che non vengono applicati. In tema di forniture c’è l’art. 57 istitutivo della Commissione unica sui dispositivi medici, della legge 27 dicembre 2002, n. 289 “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2003)”, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 305 del 31 dicembre 2002 – Supplemento Ordinario n. 240. L’articolo in questione non lascia dubbi circa l’obbligo di trasparenza nella comunicazione da parte delle aziende sanitarie le quali “devono esporre on line via Internet i costi unitari dei dispositivi medici acquistati semestralmente, specificando aziende produttrici e modelli. Tali informazioni devono essere disponibili entro il 31 marzo 2003 e devono essere aggiornate almeno ogni sei mesi”.
La Commissione unica sui dispositivi medici è stata istituita, senza oneri aggiuntivi a carico del bilancio dello Stato quale organo consultivo tecnico del ministero della Salute, con il compito di definire e aggiornare il repertorio dei dispositivi medici, di classificare tutti i prodotti in classi e sottoclassi specifiche con l’indicazione del prezzo di riferimento.
Attualmente la Commissione ha la seguente composizione: presidente: Sottosegretario alla Salute Ferruccio Fazio, vice-presidente: Claudio De Giuli, capo del Dipartimento della qualità del ministero della Salute, già direttore generale dei Farmaci e Dispositivi medici, il quale presiede la Commissione in assenza del presidente. Componenti nominati dal ministro della Salute: Claudio Giuricin, responsabile della struttura operativa “Area delle tecnologie e degli investimenti” presso l’Agenzia regionale della sanità della regione Friuli Venezia Giulia; Paolo Cappa, direttore del Dipartimento di Meccanica ed Aeronautica Università degli Studi di Roma La Sapienza; Federico Spandonaro, facoltà di Economia Università di Roma Tor Vergata, supplente di Economia Sanitaria e Programmazione Sanitaria presso la facoltà di Statistica dell’Università di Roma La Sapienza; Fabio Riecco, cardiologo presso il laboratorio di Cardiologia Interventistica della Casa di Cura Villa Bianca di Bari; Marco Fachin, direttore del Provveditorato A.O.-U. Ospedali Riuniti di Trieste; ed ancora in qualità di componente nominato dal ministro dell’Economia e delle Finanze, Antonietta Cavallo – funzionario del dipartimento della Ragioneria generale dello Stato – Ispettorato generale per la spesa sociale.
Qual è lo stato dell’arte in Sicilia, rispetto all’applicazione dell’articolo 57 della finanziaria nazionale del 2003? Passando in rassegna i siti web delle 17 aziende siciliane solo in quattro casi è da notare il tentativo di adempiere agli obblighi di legge.  Se per le inadempienti sono previste delle sanzioni, per la mancata trasparenza, lo abbiamo chiesto ad Antonella Lupo, a capo del settore Provveditorato ed economato dell’azienda ospedaliera “Ospedali Riuniti Villa Sofia – Cervello” e già dirigente del Servizio Innovazione presso la Regione Sicilia, la quale così argomenta: “In ambito regionale non sono state previste sanzioni in tal senso, se non l’aver a suo tempo richiamato l’attenzione dei direttori generali delle Aziende al fatto che detto adempimento rientra nel debito informativo e negli obiettivi aziendali”. Dunque per i manager che non applicano la legge possono esserci conseguenze nell’ambito della valutazione della performance, come previsto dalla legge di riforma n. 5/09.
Già dal 2007, intanto, con decreto del 18 gennaio 2007, n. 32, l’assessore alla Sanità ha costituito la Commissione per l’Osservatorio Prezzi, che ha iniziato l’attività selezionando un paniere di beni che comprende numerose specialità medicinali di classe A ed alcuni dispositivi medici ad alto costo: pace maker, defibrillatori impiantabili, stent, suturatici meccaniche, protesi di anca e di ginocchio.

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