Finanziaria regionale e Ufficio del bilancio - QdS

Finanziaria regionale e Ufficio del bilancio

Carlo Alberto Tregua

Finanziaria regionale e Ufficio del bilancio

mercoledì 03 Settembre 2014

Politica clientelare senza fine

Sulla Gurs di martedì 19 agosto è stato pubblicata la Legge n. 21, intesa come Finanziaria 2014 ter, dopo essere stata mondata di tutti gli articoli e i commi impugnati dal Commissario dello Stato.
Si tratta di una legge raffazzonata che non centra i primari problemi che hanno fatto precipitare l’economia della Sicilia, di cui i dati rappresentativi sono i meno 14 punti di Pil ed il forte aumento della disoccupazione, specialmente di quella giovanile.
La Finanziaria in esame non ha provveduto alla semplificazione delle procedure per spendere tutti i fondi Ue, svariati miliardi, trovando ovviamente le opportune risorse attraverso il taglio delle spese clientelari e di quelle destinate ai privilegiati: consiglieri-deputati regionali, dirigenti, dipendenti e pensionati dell’Ars, dirigenti, dipendenti e pensionati di Regione ed enti collegati, 60.000 persone che non lavorano e che pretendono indennità e stipendi, appalti dati agli amici degli amici e via elencando.

La vera riforma che avrebbe dovuto fare l’Assemblea, già nel 2013, riguarda la pubblica amministrazione che ormai è incrostata e immobile, che dice no a tutte le iniziative, che ha ingessato l’economia e impedisce il nuovo lavoro.
La corruzione dilagante in Sicilia si combatte con la trasparenza e la digitalizzazione di tutte le procedure. Ma di trasparenza e digitalizzazione alla Regione si parla senza atti concreti.
Governo e politicanti continuano a cercare risorse per finanziare chi non lavora, perché costoro portano voti. Finché resta in atto una politica clientelare, gli interessi dei siciliani sono sistematicamente ignorati e messi di canto, con la conseguenza che continua a diffondersi iniquità, secondo la quale un ristretto numero di siciliani vive molto bene e non si accorge della crisi, mentre la maggior parte della popolazione soffre notevolmente.
Il tentativo di determinare un contributo di solidarietà sui pensionati che ricevono un assegno superiore a 50 mila euro all’anno, in misura crescente fra il 5 e il 5,5% (articolo 22 L.r. 21/14) è del tutto insignificante. Governo e legislatori coraggiosi avrebbero dovuto scrivere una norma di revisione dei privilegi acquisiti dai pensionati.

 
Tale norma avrebbe dovuto prevedere la revisione del calcolo di tutte le pensioni, in modo che l’assegno fosse proporzionato esclusivamente ai contributi versati.
Non si capisce perché noi cittadini dobbiamo pagare a tali pensionati quella parte dell’assegno che non gli compete perché non hanno versato i contributi.
Vi è poi il regalo (articolo 19) di ben 25.000 euro a titolo di borsa auto impiego, a tutti coloro che escono volontariamente dagli elenchi citati nello stesso articolo. 
Si continuano a pagare stipendi a dipendenti dell’Ente Fiera che non fanno nulla (articolo 26).
Vengono stanziati oltre 3 milioni per fronteggiare l’immigrazione quando queste spese dovrebbero essere interamente a carico dello Stato.  Per quanto riguarda le società partecipate (articolo 64) non c’è il colpo dell’accetta per chiuderle definitivamente ed evitare la continua utilizzazione di risorse, che invece dovrebbero essere destinate ad attività ed occupazione, produttive di ricchezza.

La direttiva europea 2011/85 Ue stabilisce che devono essere istituiti dispositivi di monitoraggio e analisi indipendenti intesi a rafforzare la trasparenza degli elementi del processo di bilancio.
Il dlgs 54/14, in attuazione della legge costituzionale 1/12 sul pareggio di bilancio, conferma la necessità di un Ufficio di bilancio indipendente. Peraltro la legge 243/12, articolo 16, prevedeva l’istituzione dell’Ufficio parlamentare di bilancio indipendente.
Ma qui la burocrazia ha messo il suo paletto. Infatti, i componenti possono essere anche dipendenti pubblici, purché collocati fuori ruolo. La citata Finanziaria ter è caduta nel ridicolo istituendo l’Ufficio del bilancio presso l’Ars quale organismo indipendente per l’analisi e la verifica degli andamenti della finanza pubblica regionale (…). Ma al successivo comma 8 (ecco il ridicolo) dice che la compongono non soggetti esterni di provata professionalità e onestà, bensì dipendenti di Regione o Stato, in servizio o quiescienza. Altro che indipendenza, perché cane non mangia cane!

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