Una cartina per la pericolosità a breve termine del rischio sismico - QdS

Una cartina per la pericolosità a breve termine del rischio sismico

Rosario Battiato

Una cartina per la pericolosità a breve termine del rischio sismico

giovedì 04 Settembre 2014

L’Ingv lavora a uno strumento per la previsione probabilistica dei terremoti tramite googlemaps. L'appello degli scienziati: non mollare su prevenzione e messa in sicurezza

PALERMO – In questi ultimi anni la comunità scientifica ha ribadito in tutti i luoghi e da tutti fronti possibili che i terremoti non si possono prevedere perché non esiste un calcolo certo che possa datarne la verificabilità. Anche se ogni tanto giornalisti e pseudo esperti continuano a cascarci, o a fingere di cascarci, l’unica verità ammissibile in questo campo è la previsione probabilistica. E in questo campo si stanno realizzando diversi passi in avanti. L’ultimo esempio italiano è stato illustrato nella rivista tecnica Seismological Society of America (sul sito potete trovare un estratto dell’articolo, www.seismosoc.org) da Warner Marzocchi, Anna Maria Lombardi ed Emanuele Casarotti e si tratta di uno strumento per la previsione probabilistica dei terremoti in Italia che è in collaudo presso la Protezione civile ed è sviluppato all’interno di un progetto del Centro di Pericolosità Sismica, un nucleo di esperti coordinato dall’Ingv.
“The establishment of an operational earthquake forecasting system in Italy” è il titolo dell’articolo di presentazione di un’innovazione che potrebbe essere già disponibile per l’utenza nel 2015. Si tratta di una carta interattiva che aggiorna settimanalmente la pericolosità lungo la penisola e sarà accessibile attraverso GoogleMaps. Questo modello può fornire una stima di pericolosità a breve termine, però attenzione a pensare che possa essere assimilato a una sirena di allarme per il territorio.
In una presentazione dello stesso progetto, avvenuta a Vienna lo scorso aprile, i responsabili del progetto spiegavano che “durante una sequenza sismica la probabilità settimanale di un terremoto distruttivo può anche aumentare di 100-1000 volte, ma difficilmente questa probabilità raggiungerà l’1%”. Un sistema che dovrà coesistere con le azioni di prevenzione e messa in sicurezza sul territorio e che non può in nessun modo sostituirsi alle necessarie azioni di tutela. La conoscenza del territorio, anche la sua storia statistica, possono certamente aiutare a comprendere i rischi e le eventualità, ma non potranno mai sostituirsi all’azione concreta di sensibilizzazione e messa in sicurezza.
Una ulteriore spinta all’analisi dei fenomeni sismici è sorta proprio all’indomani del 6 aprile del 2009 quando il terremoto che ha devastato L’Aquila (più di 300 morti in città e dintorni) era stato “anticipato” da una sequenza sismica cominciata all’inizio dell’anno. Quel terremoto, oltre che per la tragedia, è passato alla storia perché “sette esperti, che hanno partecipato alla riunione Grandi Rischi Commissione il 31 marzo, – si legge nell’articolo degli esperti dell’Ingv –  sono stati condannati per non aver avvertito adeguatamente il pubblico circa la possibilità della scossa principale e sono stati condannati a sei anni di carcere” anche se al momento “una seconda prova è in corso”. Il lavoro degli specialisti dell’Istituto comincia proprio a partire da quella data e, anche se “noi non vogliamo discutere ulteriormente questo importante caso di specie”, risulta determinante illustrare “l’importanza di fornire informazioni scientifiche autorevoli sulla probabilità di terremoti al pubblico e ad altri utenti e funge da catalizzatore per gli sviluppi scientifici attualmente in corso in Italia”.
In coda a quell’evento, leggiamo dall’articolo, la Protezione civile italiana ha nominato una Commissione internazionale sulla previsione terremoto (Icef), a cui sono stati affidati due compiti principali: “riferire sullo stato attuale delle conoscenze di previsione a breve termine e la previsione dei terremoti tettonici” e “indicare le linee guida per l’utilizzo di possibili precursori di forti terremoti a guidare le azioni di protezione civile, tra cui l’uso di analisi probabilistica del rischio sismico sulla scia di un grande terremoto”.

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