Vino, la Sicilia si aggrappa alle eccellenze - QdS

Vino, la Sicilia si aggrappa alle eccellenze

Chiara Borzi

Vino, la Sicilia si aggrappa alle eccellenze

sabato 13 Settembre 2014

Il meteo incerto di questa estate sta lasciando risvolti negativi sulla vendemmia, ma nell’Isola la maturazione dei grappoli è migliore. In calo: -40 per cento di prodotto dalle vigne occidentali, -20 per cento da quelle orientali

PALERMO – L’instabilità meteo dell’estate 2014 sta lasciando risvolti negativi sulla vendemmia e la produzione di vino. Segnali negativi si raccolgono da più parti d’Italia. Nelle regioni del Nord dove la pioggia ha fatto da protagonista complessivamente per un mese nei tre disponibili per l’estate, le avvisaglie sono di vero allarme per una vendemmia che rischia di essere poverissima.
La Sicilia, regione in cui le temperature si sono mostrate poco variabili, la maturazione dei grappoli sembra essere stata migliore. Al 5 settembre Assoenologi Italia ha indicato Lombardia, Puglia, Sardegna e appunto Sicilia come uniche regioni in Italia ad aver cominciato a tagliare i primi grappoli. La raccolta – tuttavia – è ancora agli inizi e pari al 10 per cento del totale. Questa “precocità” non lascia comunque presagire scenari positivi neppure per la vendemmia e la produzione di vino siciliana: secondo i primi dati Assoenologi la produzione si è ridotta del 30 per cento, un ribasso da primato in Italia.
Rispetto la media della produzione degli ultimi 5 anni le percentuali siciliane vedranno un calo del 12 per cento, ma, nonostante le percentuali negative, dalle nostre uve verranno estrapolati 5 mila ettolitri di vino. Una quantità che solo due regioni italiane riusciranno a superare quest’anno: l’Emilia-Romagna con 6.660 ettolitri e il Veneto con 7.780 ettolitri.
Secondo i dati forniti da Assoenologi la Sicilia ha perso in un solo anno 2.181 ettolitri di vino.
Le cause che hanno portato alla perdita di produzione sono spiegate da Assoenologi stessa. L’annata vitivinicola 2013/2014 è stata caratterizzata da un’elevata piovosità, che si è protratta per tutta la primavera. Tutto ciò – secondo l’associazione – ha comportato un ritardo del ciclo vegetativo della vite senza determinare anomalie di allegagione sulle diverse varietà di uve.
 
Durante tutto il mese di maggio e fino alla metà di giugno sono stati ripetuti attacchi di peronospora (soprattutto nella provincia di Trapani) sulle varietà Inzolia e Nero d’Avola a compromettere buona parte dei grappoli. In giugno – si legge nel comunicato – si sono riscontrate anche diverse infezioni di oidio in alcuni areali che sono però stati prontamente bloccati.
L’attività di produzione siciliana ha comunque potuto prendere il via.
La vendemmia, per le varietà bianche precoci, è iniziata con il Pinot grigio, il Sauvignon blanc e in alcune zone con lo Chardonnay nella seconda settimana di agosto, con un ritardo di circa 7 giorni rispetto allo scorso anno.
Nella terza settimana di agosto – si spiega – è iniziata la raccolta di Viognier, Müller Thurgau e Moscato bianco. I conferimenti delle uve a bacca rossa, in particolare Merlot, sono iniziati alla fine di agosto, a seguire tutti gli altri come Syrah, Nero d’Avola, Frappato, per terminare con il Cabernet Sauvignon verso la prima decade di settembre. Per quanto riguarda le varietà autoctone a bacca bianca, la raccolta delle uve di Grillo è iniziata nei primi giorni di settembre, mentre il 10 dello stesso mese sarà la volta di Catarratto e Inzolia.
 

 
Assoenologi. La qualità della nostra uva resta eccellente
 
Uniche zone in cui la vendemmia non è ancora iniziata sono quelle dell’Etna. Qui l’attività prenderà il via, presumibilmente, tra la fine di settembre e i primi giorni di ottobre.
Nonostante instabilità meteo, infezioni e ritardi, secondo Assoenologi la qualità delle uve siciliane risulterà anche nel 2014 ottima e rilevante. Una garanzia mantenuta grazie alla presenza quest’anno di un’estate fresca e senza ondate di calore. Sarà dunque ancora possibile puntare sulle eccellenze vinicole siciliane, una notizia confermata al Quotidiano di Sicilia dal presidente Assoenologi Sicilia, Giacomo Manzo.
“In Sicilia occidentale la perdita stimata da Assoenologi regionale è del 40 per cento – ha affermato il presidente -. Da Menfi a Trapani la perdita è stata maggiore e questa costituisce una notizia negativa perché è in queste zone che si producono le maggiori quantità di vino siciliano. Il 20-30 per cento della quantità persa è imputabile a cause fisiologiche, il residuo alle conseguenze che hanno portato le frequenti piogge verificatesi in primavera. Nella zona orientale della Sicilia la perdita è stata minore, pari al 20-30 per cento. Nonostante queste condizioni preliminari potremmo contare sulle stesse qualità del 2013 – ha concluso Manzo – rimane intatta la possibilità di offrire picchi di eccellenze che continueranno a distinguerci nel resto d’Italia”.

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