I cattivi burocrati insabbiano l’economia - QdS

I cattivi burocrati insabbiano l’economia

Carlo Alberto Tregua

I cattivi burocrati insabbiano l’economia

giovedì 25 Settembre 2014

756 decreti attuativi da emettere

I decreti attuativi delle leggi Monti, Letta e Renzi, anziché diminuire, aumentano. In agosto erano 669, al 17 settembre, secondo fonte della Presidenza del Consiglio, sono diventati 756.
Ecco spiegata un’importante ragione della crisi che sta attraversando il nostro Paese. Quando le leggi, una volta approvate, non diventano esecutive immediatamente, i ritardi diventano catastrofici e gli eventuali effetti benefici restano all’orizzonte.
Perché esiste il fenomeno dei decreti attuativi, unico in Europa e nel mondo anglosassone? La risposta è semplice: cattivi e incompetenti politici vengono ingabbiati da cattivi burocrati che, attraverso la farraginosità del processo di attuazione delle leggi, esercitano un potere quasi insormontabile che tutela i loro interessi corporativi e personali, danneggiando l’interesse generale, cioè quello dei cittadini.
Non comprendiamo come Matteo Renzi non si renda conto di questo elemento strutturale che gli impedisce di avere effetti rapidi dalle riforme che vuole fare.

Forse si comporta così perché la sua giovane età (39 anni) non gli ha fatto maturare una sufficiente consapevolezza della malvagità della burocrazia dentro la quale, però, vi sono pur sempre valorosi dirigenti onesti e capaci e milioni di dipendenti che svolgono il proprio lavoro con abnegazione e senso del dovere.
Tuttavia la burocrazia pubblica è dominata da cattivi dirigenti, come abbiamo innanzi scritto.
Renzi ha un’unica ma formidabile arma per cambiare questo deleterio stato di cose. Disporre che i testi legislativi in approvazione non contengano nessuna dilazione e quindi non prevedano alcun decreto attuativo: ogni legge entra in vigore ed esplica i suoi effetti immediatamente, senza attendere altro atto amministrativo.
Se così non si comporterà, a Renzi i mille giorni non basteranno per attuare concretamente le riforme che ha in mente. Quando sarà arrivato al 2017 avrà sulla schiena 600-700 provvedimenti da attuare, col che avrà vanificato l’azione riformatrice.
I cattivi burocrati, che non sono in maggioranza, vanno isolati ed emarginati mettendo al loro posto quelli bravi e onesti, che ci sono.

 
La disfunzione della burocrazia è sabbia negli ingranaggi dell’economia, che rallenta in proporzione. Perciò non c’è olio che basti per fare girare gli ingranaggi in maniera normale. Sì, normale. Perché basterebbe l’ordinaria amministrazione, in tutti gli aspetti e a tutti i livelli della macchina pubblica, per far compiere al Paese un balzo in avanti e riprendere la strada della crescita in atto vietata.
Renzi deve impedire a tutti i costi il sistematico boicottaggio, silenzioso e perciò perfido, che tutte le corporazioni pubbliche e private esercitano per impedirgli di cambiare le cose.
Occorre che il ministro per la Pubblica amministrazione, Marianna Madia, capisca bene il metodo per fare girare l’ingranaggio della Pa in maniera ordinaria ed eviti le trappole che tutti i giorni i cattivi burocrati mettono sul suo cammino.
Vi sono poi i cattivi politici che fanno da cinghia di trasmissione ai cattivi burocrati. Inseriscono volutamente e in perfetta malafede emendamenti per peggiorare la funzionalità delle leggi.

Nel Meridione la situazione è ancor più drammatica, perché il clientelismo e il favoritismo legano parti maggiori della cattiva classe politica con la cattiva classe burocratica. Insieme, le due hanno danneggiato il territorio e continuano a tenere sotto controllo la macchina pubblica per impedire che funzioni ordinariamente.
La diffusa inefficienza, la disorganizzazione e il caos non sono frutto del caso, ma conseguenza di un malevolo comportamento disonesto di parte del ceto politico e di quello burocratico, che continuano a comportarsi come vampiri succhiando il sangue ai cittadini.
Certo, occorrerebbe che la parte onesta del ceto politico e di quello burocratico alzassero la voce, forte e chiara, per emarginare la parte cattiva. Ma questo non avviene per timore di rappresaglie, o per timidezza, o anche per viltà.
Ecco che emerge fulgido il dovere di tutta la Classe dirigente, non politica e non burocratica, per portare il marcio in superficie e indicare le soluzioni (che ci sono) per rimettere in sesto il nostro meraviglioso Paese.

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