Investimenti pubblicitari in picchiata, per la Sicilia un'altra crisi nella crisi - QdS

Investimenti pubblicitari in picchiata, per la Sicilia un’altra crisi nella crisi

Rosario Battiato

Investimenti pubblicitari in picchiata, per la Sicilia un’altra crisi nella crisi

domenica 12 Ottobre 2014

Crollo del 44% tra il 2008 e il 2012: lunedì a Palermo la diffusione di uno studio dell’Istituto Guglielmo Tagliacarne. Gli esperti Nielsen: 2014 di transizione: tra gennaio e agosto -2,7% rispetto allo scorso anno

PALERMO – Il crollo degli investimenti pubblicitari sarà l’oggetto del convegno “Quanto vale la pubblicità in Sicilia”, che si terrà lunedì prossimo nella sede di Confindustria a Palermo. Per l’occasione verranno diffusi i dati dell’Istituto Guglielmo Tagliacarne alla presenza di illustri ospiti tra cui segnaliamo Paolo Cortese, responsabile Osservatori economici dell’Istituto, Antonello Montante, presidente degli industriali siciliani, Riccardo Arena, presidente dell’Ordine dei giornalisti di Sicilia e Lidia Vancheri, assessore regionale alle Attività produttive. Un’anticipazione della ricerca del prestigioso istituto di studi economici rivela il crollo complessivo del 44% degli investimenti pubblicitari nell’Isola tra il 2008 e il 2012. Proprio in quest’ultimo anno preso in considerazione si è verificato un crollo netto del 10%.
La situazione non è migliore in Italia. Secondo gli ultimi dati Nielsen, il 2013 si è chiuso con un calo del 12,3% il mercato degli investimenti pubblicitari, pari a 6,4 miliardi di euro. Gli esperti spiegano che comunque la tendenza è stata parzialmente invertita, visto che si è passati dal -17% del primo semestre dello scorso anno al -6,3% del secondo.
Per l’anno attualmente in corso si prevede una “transizione”. Le prime stime nazionali del mercato pubblicitario gennaio/agosto dell’anno in scorso fanno riferimento a 3,8 miliardi di euro, una variazione di -2,7% rispetto allo stesso periodo del periodo precedente. In calo tutti i settori con particolare rilevanza per periodici (-10,5%, poco meno di 300 milioni di euro) e quotidiani (-10,3%, appena superiore al mezzo miliardo di euro). In positivo, invece, il dato relativo alla Tv (+0,9%, 2,2 miliardi) e internet (+0,9%, 288 milioni di euro).
Considerando soltanto il mese di agosto, il mercato degli investimenti pubblicitari, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, ha visto un segno negativo di 108 milioni di euro, pari all’11,3%. Record negativo per i periodici (-7,7%) e momento veramente difficile per la carta stampata, soprattutto se consideriamo che gli ultimi dati Istat hanno certificato come “lettori di quotidiani” appena il 49,9% della popolazione che dai 6 anni in su ha dichiarato di leggere il giornale almeno una volta alla settimana. Circa due decenni fa, questa percentuale era al 60%.
Per una forma di compensazione ci si aspetterebbe uno spostamento del flusso pubblicitario su internet che, invece, in Italia continua a muoversi a piccoli passi con valori ancora complessivamente inferiori alla carta stampata.

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