Bioenergie-biocarburanti, la Sicilia si muove - QdS

Bioenergie-biocarburanti, la Sicilia si muove

Rosario Battiato

Bioenergie-biocarburanti, la Sicilia si muove

sabato 11 Ottobre 2014

In provincia di Trapani un progetto di ricerca per la produzione di E-diesel mediante l’utilizzo di un additivo di origine agricola. Illustrato un nuovo Polo integrato della bioedilizia a Caltagirone per valorizzare la materia locale

CATANIA – Si agitano le acque delle bioenergie siciliane. Nella zona industriale di Caltagirone nascerà un polo integrato della bioedilizia lanciato da Renovo Bioenergy, un progetto che si muoverà lungo binari paralleli: valorizzazione dei residui agricoli e forestali a livello locale nel settore della bioedilizia e recupero e riciclo di legno post-utilizzo. Intanto proseguono le iniziative per potenziare la produzione di biocarburanti.
La sostenibilità del polo nascente comincia dalla valorizzazione di materiale locale, quindi scarti agricoli e forestali da filiera corta da recuperare nel raggio di 70 km, ha spiegato Stefano Arvati presidente Renovo. Saranno proprio le biomasse vergini ad essere utilizzate nell’ambito di un impianto cogenerativo che fornirà energia elettrica ad altri due impianti della medesima area: uno per la produzione di pallet certificati in legno pressato e un altro per pannelli termoisolanti in fibra di legno e paglia. Il progetto, spiegano gli esperti, permetterà di risparmiare quasi 4mila tonnellate di CO2.
 
Anche i rilievi occupazionali saranno decisivi: in accordo con la cooperativa sociale Il Nodo – ha rivelato Arvati all’adnkronos – “individueremo 89 lavoratori (tra diretti, indiretti e indotto) principalmente all’interno delle fasce svantaggiate della popolazione: mamme senza lavoro, ex detenuti, categorie protette. In totale abbiamo calcolato che le ricadute socio-economiche sul territorio saranno nell’ordine dei 4.032.138 euro all’anno”. Il leader del gruppo ha inoltre ricordato una verità che questo giornale sottolinea ormai da diversi anni: “il legno di riciclo siciliano ha, come unico sbocco, commerciale le aziende settentrionali del pannello”. Utilizzare in loco questo patrimonio non soltanto fornirebbe materia prima alle aziende nell’ottica di un rilancio del settore, ma permetterebbe anche il risparmio di oltre 4mila tonnellate di CO2 che derivano dal trasporto del materiale dall’Isola al resto d’Italia.
Anche sui biocarburanti si continua a lavorare. L’enologo Mario Ragusa, esperto del settore, ha diffuso una nota online per illustrare un progetto di ricerca che riguarda la possibilità di produrre E-diesel, (miscela etanolo Diesel fossile) mediante l’utilizzo di un additivo di origine agricola per emulsionare i due componenti. “A breve effettueremo una delle misure previste dal progetto di ricerca ‘Vienergy’ – ha scritto – finanziato con i fondi del PO Italia Malta, il WP 3 – 3.2. ‘Sperimentazione dell’additivo di origine agricola combinato all’etanolo e al diesel’ e saranno effettuate delle prove tecniche di utilizzo del combustibile e-diesel così prodotto su motori diesel di diversa tipologia, con la contestuale verifica delle prestazioni su differenti tipologie di motori tramite prove su strada su autobus adibiti al trasporto pubblico”. Le prove, previste dal 20 al 24 ottobre, serviranno a verificare le prestazioni ambientali in termini di riduzione delle emissioni (soprattutto del PM10). Le riduzioni saranno valutare dal Joint Research Centre di Ispra.
Iniziative che probabilmente cambieranno dati che al momento sono poco confortanti. Nel 2011 in Sicilia sono stati prelevati 35mila metri cubi di legname (13 mila per uso energetico e 15mila da lavoro), un dato inferiore alla pur bassa media nazionale. Non stupisce pertanto che i valori dell’ultimo censimento realizzato dal Gse (Gestore dei servizi energetici) abbia rilevato 34 impianti siciliani (53,9 MW di potenza installata) nel settore delle bioenergie, a fronte di 1.213 presenti in tutta Italia per una potenza complessiva di 2.825,3 MW. A preoccupare c’è una distribuzione degli impianti che si concentra soltanto nel Nord dell’Italia (74%) a cui si associa l’assoluta assenza di produzione da biomassa in Sicilia.

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