Treno che va solitudine che resta, disperazione ferma alla stazione - QdS

Treno che va solitudine che resta, disperazione ferma alla stazione

Serena Giovanna Grasso

Treno che va solitudine che resta, disperazione ferma alla stazione

venerdì 24 Ottobre 2014

Onds: aumenta l’accesso dei cittadini italiani che a Messina rappresentano la prima nazionalità (29%). Cresce il ricorso dei senza tetto agli help center situati presso le centrali ferroviarie

PALERMO – Torniamo ancora una volta ad occuparci dell’esclusione sociale, ossia di una delle maschere cui è solita travestirsi la povertà. In questa sede esamineremo la situazione presente nelle stazioni ferroviarie italiane, luoghi tristemente noti per il degrado ambientale ed emarginazione di cui sono pervasi. Lo scorso luglio l’Osservatorio nazionale sul disagio e la solidarietà nelle stazioni italiane (Onds) ha pubblicato il consueto rapporto annuale relativo ai dati del 2013.
 
Come già ampiamente affermato dalla Caritas, o anche dall’istituto di statistica nazionale, il fenomeno della povertà e dell’esclusione sociale conosce una repentina evoluzione. Il seguente documento prende in considerazione il numero di utenti che si rivolge agli help center e i servizi da questi offerti in molteplici stazioni ferroviarie italiane, per la Sicilia sono Catania e Messina le città esaminate.
 
Gli utenti dell’help center sono soggetti in condizione di povertà e a forte rischio di esclusione sociale: stranieri (richiedenti asilo, rifugiati politici, irregolari), persone sole, senza dimora, prive di lavoro, con sofferenza mentale, con problemi di dipendenza (alcool, gioco d’azzardo); persone che vivono quotidianamente una situazione di deprivazione economica e di grave emarginazione sociale.
 In particolare, relativamente all’Isola, nel periodo compreso tra il primo gennaio e il 14 luglio del corrente anno sono proprio gli help center di Messina a conoscere un gran numero di nuovi utenti, precisamente 263 rispetto ai 9 del capoluogo etneo, stazione d’altronde con un numero abbastanza cospicuo di utenti totali (314, mentre 29 a Catania). Si tratta nella maggioranza di casi di uomini stranieri nella fascia d’età compresa tra i 18 e i 40 anni.
Riferendoci al 2013 la prospettiva appare tendenzialmente capovolta. Infatti, la proporzione di utenti seguiti dagli help center di Catania (346) è nettamente superiore rispetto a Messina (264). Naturalmente, a ciò correlato appare il numero di accessi, ossia il numero di interventi sociali e servizi a bassa soglia come colazione, mensa, doccia o distribuzione di vestiario di cui gli utenti hanno beneficiato.
Sembra quasi che tutte le città prese in esame dal rapporto precludano l’accesso ai trasgender, nessun soggetto nel corso dello scorso anno si è rivolto agli help center; tutte ad eccezione di Bari: infatti, proprio nel Capoluogo pugliese sono ben 33 i transgender che si sono rivolti ai centri presenti nelle stazioni ferroviarie, grazie ai progetti e programmi di inclusione sociale ad essi rivolti.
Nonostante abbiamo esordito affermando che la fascia più cospicua di utenti è rappresentata da stranieri, preoccupa sempre più l’incremento di italiani. Quest’ultimi rappresentano la nazionalità più numerosa a Messina (29%), Milano (30%), Pescara (31%) e Torino (34%). Qualche anno fa la prima nazionalità era rappresentata dalla Romania che ad ogni modo mantiene ancora la seconda posizione; addirittura a Catania continua a detenere il primato con il 19%.
Quasi sempre si rivolgono agli help center quei soggetti a cui allo stato di indigenza materiale si aggiunge quello di povertà abitativa: coloro i quali vivono per strada o in sistemazioni di fortuna, sono ospitati solo temporaneamente da amici o parenti, sono stati sfrattati, usufruiscono di centri di accoglienza per persone senza fissa dimora o sono ospitati in dormitori o strutture di accoglienza notturna. A Messina e Pescara la totalità degli utenti è rappresentata dai soggetti che vivono in strada (100%).
Sia per Catania che per Messina mediamente il 60% dei servizi erogati dagli help center ha riguardato l’igiene personale e la fruizione di docce; mentre in seconda battuta i centri hanno offerto un letto dove dormire (circa il 20%).
Concludiamo affermando quanto preoccupante sia il notevole incremento di utenti rilevato nella macroarea meridionale, tanto di italiani quanto di stranieri.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017