Smart cities, Isola nel baratro. Il Centro-Nord vince la sfida - QdS

Smart cities, Isola nel baratro. Il Centro-Nord vince la sfida

Adriano Zuccaro

Smart cities, Isola nel baratro. Il Centro-Nord vince la sfida

sabato 25 Ottobre 2014

Presentato il rapporto ICity Rate 2014: 72 indicatori statistici e 106 Comuni sotto la lente. Palermo all’82° posto è la migliore tra le siciliane, chiude Agrigento (105°)

CATANIA – Imprenditorialità, assistenza sanitaria, verde pubblico, vita culturale, trasporti: la Sicilia (con larga parte del Sud) non regge il passo con l’innovazione e rimane relegata alle ultime posizioni; vincente il Nord. Potremmo riassumere così il rapporto ICity Rate 2014 realizzato da Forum Pa per Smart City Exhibition e presentato ieri a Bologna. Analizzando 106 Comuni capoluogo, sulla base di 72 indicatori statistici,  il rapporto  stila la classifica delle città smart.
 L’indagine ha coinvolto sei dimensioni: economy (competitività), living (vivibilità), environment (condizioni ambientali), people (qualità capitale umano e sociale), mobility (accessibilità e mobilità interna) e governance (partecipazione e qualità amministrativa), secondo uno schema consolidato nelle analisi internazionali delle smart cities.
Rispetto alle edizioni precedenti, ai tradizionali indicatori “standard” sono state affiancate una serie di variabili “smart”: innovazione, connessione e vitalità, interventi per la tutela, interventi e comportamenti per la sostenibilità, utilizzo di internet ed informatizzazione nelle scuole e utilizzo di nuovi strumenti di comunicazione, rendicontazione e partecipazione (i followers twitter delle amministrazioni comunali ad esempio).
Sono le città metropolitane del Centro-Nord a vincere la sfida del cambiamento e a conquistare la testa della classifica: Milano con 623 punti è prima e guadagna due posizioni rispetto al 2013; seconda a breve distanza si riconferma Bologna (610 punti), al terzo posto si colloca Firenze (558 punti), con un balzo in avanti di quattro posizioni. In forte crescita anche Venezia, che passa dal 10° al 6° posto e Roma che guadagna 11 posizioni, dal 23° al 12° nel 2014.
E il Sud? Nel rapporto leggiamo: “Il divario Nord/Sud si ripropone in tutta la sua drammaticità. Le città meridionali riescono ad emergere solo sporadicamente; emblematico il caso di Cagliari che pur ottenendo discreti piazzamenti nelle graduatorie delle componenti smart delle dimensioni governance (18°) e people (26°) finisce per essere risucchiata verso il basso dagli indicatori standard terminando complessivamente sessantesima. Insieme a Sassari, alle città abruzzesi e a Bari costituisce comunque la fascia più avanzata del Mezzogiorno”.
Il profondo Sud, con tutte le città siciliane, continua la “scalata al ribasso”: solo ombre, neanche un barlume di luce. A dirlo una classifica imbarazzante che vede le nove città capoluogo siciliane occupare gli ultimissimi posti. Palermo, col suo 82° posto, è addirittura la “migliore” siciliana (in salita di sette posizioni rispetto al 2013).
Seguono Ragusa al 93° posto, Messina al 94° posto (in discesa di sei posizioni rispetto al 2013) e Catania al 96° posto (nel 2013 era all’87°). Continuiamo la “discesa agli inferi” con Siracusa (97° posto), Enna (100°), Trapani (102°), Caltanissetta (103°) e Agrigento penultima al 105° posto. Ultimissima Crotone. C’è da segnalare, inoltre, che se per Palermo e Catania c’è stato un piazzamento discreto negli indicatori “Smart” (66° posto per Palermo e 78° per Catania), le altre siciliane non possono aggrapparsi nemmeno a questa, seppur poco incoraggiante, ancora di salvezza.
Città intermedie e piccoli centri riescono, al Centro e al Nord, a spiccare in almeno una delle classifiche settoriali; le città siciliane, purtroppo, continuano ad essere fanalino di coda riuscendo, spesso (e volentieri verrebbe da aggiungere), a peggiorare la propria posizione di anno in anno. Speriamo nella smentita e nella rivalsa nel corso del 2015.

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