Domenico Casalino: "Con Consip 7 mld l'anno di risparmi per lo Stato" - QdS

Domenico Casalino: “Con Consip 7 mld l’anno di risparmi per lo Stato”

Anna Maria Verna

Domenico Casalino: “Con Consip 7 mld l’anno di risparmi per lo Stato”

sabato 01 Novembre 2014

Forum con Domenico Casalino, amministratore delegato Consip

Qual è il ruolo della Consip?
“La Consip è una S.p.A. al 100% del Tesoro che non lavora sul mercato ma opera nell’esclusivo interesse dello Stato, razionalizzando la spesa per beni e servizi della Pa. Ha una funzione importantissima soprattutto come strumento di politica industriale. Gli acquisti pubblici sono soggetti a regole pubbliche per stimolare competizione e concorrenza; per realizzarli è necessario quel procedimento lungo e complesso, in cui occorrono soldi e competenze, che è la gara. Una gara, anche di piccolo importo, costa anche un milione di euro poiché l’Amministrazione investe centomila euro e altrettanto investono i dieci concorrenti. Il nostro sistema nazionale brucia, pertanto, un milione e cento per appaltare un milione. Per questo motivo bisogna cercare di concentrare gli acquisti di grandi volumi su poche gare che permettano, grazie alla segmentazione in lotti e ai raggruppamenti, di fare partecipare le piccole e medie imprese. Ed è quello che fa la Consip. L’acquisto deve essere realizzato bene da un punto di vista procedurale e non essere improvvisato, perché se è ben progettato favorisce la partecipazione delle piccole e medie imprese e raggiunge gli obiettivi di risparmio ed efficienza della Pubblica amministrazione. Quando un acquisto è fatto senza uno studio accurato possono verificarsi disastri come quello di Genova, che nasce proprio da una gara fatta male e che ha comportato il mancato avvio dei lavori di messa in sicurezza dei corsi d’acqua. In quel caso, poiché la stessa stazione appaltante dubitava della qualità del proprio bando, ha aspettato il pronunciamento finale del Tar per stipulare il contratto. Questo testimonia come la qualità dei bandi di gara deve essere alla base dei grandi acquisti. Dal 1 gennaio 2015 scatta l’applicazione della normativa sulle centrali uniche di committenza (i 35 soggetti aggregatori tra i quali Consip e una centrale di committenza per ogni regione) attraverso le quali dovranno passare tutti gli acquisti di beni e servizi di importo rilevante (sopra qualche milione di euro). Gli acquisti sotto questa soglia, invece, continueranno a essere gestiti dalle oltre 32mila stazioni appaltanti esistenti, anche perché non è pensabile aggregare tutti gli acquisti, , dal lucchetto alla carta per le fotocopie.. Ogni Regione dovrà designare una centrale regionale per gli acquisti e a questo punto si dovrà risolvere anche il tema della Camera di commercio di Palermo che fu a suo tempo designata ma, di fatto, non ha ancora bandito una gara”.
Non si è obbligati a comprare a un prezzo massimo che è quello Consip?
“Sì, ma nella normativa comunitaria non esiste la possibilità di acquistare direttamente da chiunque mi proponga un euro in meno rispetto al prezzo Consip. Bisogna fare comunque un’altra gara, il che non ha senso quando si può ricorrere alla centrale di committenza senza ulteriori costi…”.
Cosa dice la normativa al riguardo?
“L’articolo 1, comma 7, del Dl 95/2012 dice che sette categorie merceologiche devono essere acquistate su Consip: energia elettrica, gas, carburanti rete e carburanti extra-rete, combustibili per riscaldamento, telefonia fissa e telefonia mobile. In questi casi la gara deve farla solo la Consip o la centrale regionale degli acquisti. Tuttavia la legge stabilisce anche che, se un’amministrazione fa una gara e ottiene un prezzo migliore, l’acquisto è comunque legittimo. Ma la gara è sempre necessaria e costa. Inoltre, Consip ottiene il miglior prezzo aggregando la domanda, ed è difficile che un altro ente riesca ad ottenere lo stesso risultato in termini di condizioni contrattuali. Quello che si sta cercando di fare nel nostro Paese oggi è ridurre la complessità creata da 32mila uffici acquisti. Con il vice ministro Nencini stiamo lavorando, con un ruolo di consulenza, alle possibili modifiche al Codice degli appalti. La polverizzazione degli uffici acquisti, cui si accompagna la polverizzazione delle imprese italiane, ha affossato il nostro Paese; dando più regole non si aiutano gli uffici polverizzati, li si affossa ancora di più. Bisogna ridurre il numero degli uffici che fanno appalti complessi. Gli appalti semplici li continuino pure a gestire le singole stazioni appaltanti, ma quelli complessi devono essere gestiti da soggetti qualificati”.
 
A quanto ammonta il giro di acquisti?
“Gli acquisti sono circa 130 miliardi, così suddivisi: 18 miliardi lo Stato, 39 gli enti territoriali, 68 la Sanità e 6 gli altri enti della Pubblica amministrazione. Questa spesa è divisa in tre categorie: quella che non è aggregabile con gare (farmacie convenzionate, assistenza, laboratori di analisi e tutto quello che è convenzionato, particolarmente in Sanità); quella che richiede qualche progetto molto specifico e quindi abbastanza peculiare, difficilmente aggregabile, ma su cui comunque si può intervenire; infine la spesa standard, più facilmente aggregabile. Consip è arrivata a presidiare 40 miliardi di euro di spesa, tutta quella standard e una parte di spesa specifica, e l’anno prossimo copriremo almeno altri 10 miliardi. Alcune amministrazioni, poi, ci chiedono di fare delle gare che per loro sono difficili, per la particolarità dei beni e servizi da acquistare. Se un Ato o un Aro deve bandire la gara per la raccolta del trasporto dei rifiuti urbani ogni sette o nove anni non ha certo al suo interno specialisti del settore. Cosa succede allora? O qualche impresa scrive il capitolato per conto dell’amministrazione, oppure la stessa spende milioni di euro di consulenza. Se invece si avvale di Consip, deve solo coprire il costo della gara che facciamo per loro. Abbiamo 320 persone che lavorano in Consip, un profilo di specialisti veramente bravi la cui età media è di 42 anni. Il 51% sono donne e l’84% laureati. Facciamo risparmiare allo Stato, ogni anno, 7 miliardi di euro e quest’anno puntiamo a 8 miliardi”.
 

 
430 mila transazioni l’anno e cento mila buyer censiti

Come avviene la razionalizzazione degli acquisti?
“Esiste innanzitutto una complessa normativa sugli acquisti di beni e servizi che abbiamo sintetizzato in una Tabella consultabile sul nostro sito, in cui viene indicato il profilo d’obbligo o facoltà di ricorso alle convenzioni a seconda della merceologia, dell’importo dell’acquisto (sopra o sotto la soglia comunitaria e del tipo di amministrazione o ente che acquista). Consip mette in campo una serie articolata di strumenti per consentire alle PA di soddisfare tutte le esigenze di approvvigionamento. Oggi siamo la prima stazione appaltante italiana di beni e servizi. Abbiamo in gestione 15 miliardi di euro di contratti, gare in corso per 16 miliardi e consultazioni del mercato per 20 miliardi. Sulle piattaforme Consip abbiamo avuto nel 2013 circa il 38% del numero totale delle transazioni di acquisti pubblici effettuate in Italia. L’e-commerce, che nel settore privato è ancora al 5%, nel settore pubblico è al 38% e questo solo per quel che riguarda Consip. Questi volumi permettono di fare cose che la polverizzazione non permette di fare: progetti dove le imprese si impegnano in una competizione per portare l’innovazione alla Pubblica Amministrazione e quindi diventano anche più forti e capaci di competere sugli altri mercati. Invece la domanda garantita da somministrazione fa morire le nostre imprese”.
Siete in condizione di assorbire una massa crescente di acquisti?
“Abbiamo 430mila transazioni ogni anno e 100mila buyer censiti sui nostri sistemi. Poiché viaggia tutto su piattaforma elettronica, le 320 unità che lavorano per noi sono sufficienti. Se aumentano le transazioni, bisogna semplicemente potenziare la capacità del sistema informatico. Abbiamo inoltre intenzione di intraprendere altre iniziative in nuovi settori. Stiamo bandendo gare per le pulizie degli ospedali, per le vigilanze armate, per la ristorazione in scuole e ospedali, per i rifiuti sanitari ospedalieri, per il lavanolo…”
 

 
Controlli rigorosi sui prezzi per evitare i contenziosi

Quali le novità per la semplificazione degli appalti?
“La Pa compra su circa 150 mercati, 75 coperti da noi e quindi oggetto di benchmark per le amministrazioni. Il processo degli approvvigionamenti ideale prevede le fasi della pianificazione, della gestione del contratto e del controllo. Tuttavia, spesso la programmazione manca, i contratti non sono di buona qualità e sono totalmente assenti i controlli. Secondo il nuovo sistema nazionale degli approvvigionamenti ogni ufficio amministrativo dovrà avere il catalogo dei contratti attivi per sapere quando scadono e quando fare la gara. Non si può andare avanti con proroghe e delibere, che sono illegittime, perché un contratto è prorogabile solo se nel frattempo si è già pubblicato un bando per rinnovarlo. L’obbligo della programmazione degli approvvigionamenti è una delle regole introdotte col Dl n. 66/2014. Poi c’è la già citata riduzione a 35 uffici per gli acquisti importanti. Il decreto fissa inoltre altri due pilastri: i prezzi benchmark Consip, che sono stati già pubblicati, e i prezzi di riferimento. L’Avcp, ora confluita nell’Anac, sta calcolando una media dei prezzi di aggiudicazione delle gare per diverse categorie merceologiche non coperte da Consip, pubblicherà i risultati e il prezzo ottenuto diventerà il limite insuperabile, pena la nullità del contratto. Questo meccanismo riduce tempi e contenziosi a condizione che ci sia un controllo efficace. Il Dl 66 ha stabilito quindi che l’Anac debba controllare tutti i contratti stipulati fuori dalle convenzioni Consip. Di qui le lettere di richiesta chiarimenti a duecento enti pubblici che recentemente sono state inviate dal commissario alla spending review Carlo Cottarelli e dal Presidente dell’Anac, Raffaele Cantone per chiedere conto delle motivazioni degli acquisti effettuati fuori Consip. D’altra parte va ricordato che, anche dal punto di vista gestionale, il contratto Consip è davvero una concreta opportunità di risparmio. Si può ordinare in due ore anziché in due anni di gara e con notevole abbattimento dei costi”.

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