Metalmeccanici siciliani in ginocchio - QdS

Metalmeccanici siciliani in ginocchio

Michele Giuliano

Metalmeccanici siciliani in ginocchio

giovedì 15 Ottobre 2009

Nell’ultimo anno, secondo la Cgil, sono aumentati dell’ottomila per cento ed hanno superato le duemila unità. Emergenze alla St Microelectronics di Catania, passando dalla Rodriguez di Messin fino alla Keller di Palermo

PALERMO – Una crisi senza precedenti. Così i metalmeccanici siciliani possono ribattezzare la loro attuale situazione. D’altronde i numeri non possono essere smentiti e quelli che ufficializza la Fiom Cgil Sicilia hanno davvero dell’incredibile.
Uno su tutti spicca: nell’arco di un anno, tra l’agosto del 2008 e l’agosto del 2009, la cassintegrazione nel settore metalmeccanico è cresciuta in Sicilia dell’8 mila per cento.
In pratica, l’attuale crisi dell’industria ha portata a mille 953 unità sottoposte per l’appunto in cassa integrazione ordinaria o straordinaria, mentre altre 280 sono in mobilità.
Una proporzione che ha davvero dell’incredibile in un contesto tra l’altro già di per sé abbastanza difficile per l’Isola sul piano del settore occupazionale.
Da qui è nato uno sciopero della categoria: “La nostra iniziativa – ha detto Giovanna Marano, segretaria generale della Cgil siciliana – è nata per sostenere la nostra piattaforma che contiene la proposta di blocco dei licenziamenti, stop alla chiusura di fabbriche, l’ampliamento degli ammortizzatori sociali e per il rinnovo del contratto partendo dalla sospensione dell’applicazione del’’accordo separato sulle regole contrattuali.
Sono tante le vertenze in Sicilia che attendono risposta, a partire da quella su Fiat – ha precisato Marano – rispetto alla quale aspettiamo ancora la convocazione a palazzo Chigi”.
Un’ondata di proteste che ha coinvolto un po’ tutte le province ed in particolare quella trapanese dove si stanno vivendo tantissime emergenze, nel settore del marmo, della pesca e dell’edilizia: “I lavoratori – ha detto il segretario provinciale della Fiom Cgil di Trapani Giovanni Cutrona – hanno manifestato per impedire la realizzazione di un accordo separato che, snaturando il contratto nazionale di lavoro, peggiora le condizioni e i diritti dei lavoratori”.
L’accordo, sottoscritto il 22 gennaio scorso tra Governo, Confindustria, associazioni datoriali, Cisl, Uil e Ugl, rappresenta, infatti, per la Cgil un duro attacco all’occupazione. “Migliaia di lavoratrici e lavoratori – aggiunge Cutrona – stanno subendo cassa integrazione, mobilità e licenziamenti”.
In Sicilia, il settore metalmeccanico dà lavoro a oltre 11 mila addetti.
Le emergenze riguardano nel settore metalmeccanico la ST Microelectronics e la Numonyx di Catania, per passare dalla Duferdofin alla Rodriquez, al Polo cantieristico da diporto di Giammoro, alla piccole e medie imprese metalmeccaniche di Messina, fino alla Fiat di Termini Imprese, alla Lear Corporation, al Cantiere Navale ed alla keller di Palermo, oltre alla SFI, alla Siteco, alla Cir ed alla Itag di Siracusa, l’intero comparto metalmeccanico siciliano vive da anni situazioni di grandi difficoltà che attualmente sembrano prive di sbocco.
Le proporzioni tra occupati e non tra i metalmeccanici ha assunto livelli non più sostenibili. Tra l’altro a preoccupare è la situazione attuale che non lascia intravedere spiragli a breve termine, con la conseguenza che la crisi potrebbe anche nell’arco di breve tempo anche peggiorare sotto tutti i punti di vista.
 

 
Tutte le province unite dalla stessa emergenza
 
PALERMO – Un po’ tutte le province sono unite idealmente dallo stesso identico problema nel settore industriale. I metalmeccanici si stanno riducendo ogni giorno che passa e le relative aziende rischiano di lasciare il territorio.
“Questo sciopero – spiega Giovanna Marano, segretario regionale della Fiom Cgil- ha tratto origine dalla vicenda legata al rinnovo contrattuale. La Cgil non ha sottoscritto l’accordo tra sindacati, industriali e governo, perché riteniamo che abbia peggiorato gli assetti contrattuali ed è anche di grande attualità, visto che abbiamo proposto alle controparti di bloccare i licenziamenti, di ridurre il prelievo fiscale dalle buste paga e di stabilire obiettivi certi per il superamento della crisi”.
“Abbiamo deciso ugualmente di partecipare a questa giornata di lotta – precisa Enzo Sgrò, segretario provinciale della Fiom di Messina – perché i temi proposti sono della massima importanza e riguardano il modo come uscire dalla crisi e la necessità di tutelare salario e diritti. Abbiamo richiamato al suo impegno il governo siciliano che finora è stato latitante nell’affrontare i problemi dell’industria”.

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