Uno su tutti spicca: nell’arco di un anno, tra l’agosto del 2008 e l’agosto del 2009, la cassintegrazione nel settore metalmeccanico è cresciuta in Sicilia dell’8 mila per cento.
In pratica, l’attuale crisi dell’industria ha portata a mille 953 unità sottoposte per l’appunto in cassa integrazione ordinaria o straordinaria, mentre altre 280 sono in mobilità.
Una proporzione che ha davvero dell’incredibile in un contesto tra l’altro già di per sé abbastanza difficile per l’Isola sul piano del settore occupazionale.
Sono tante le vertenze in Sicilia che attendono risposta, a partire da quella su Fiat – ha precisato Marano – rispetto alla quale aspettiamo ancora la convocazione a palazzo Chigi”.
L’accordo, sottoscritto il 22 gennaio scorso tra Governo, Confindustria, associazioni datoriali, Cisl, Uil e Ugl, rappresenta, infatti, per la Cgil un duro attacco all’occupazione. “Migliaia di lavoratrici e lavoratori – aggiunge Cutrona – stanno subendo cassa integrazione, mobilità e licenziamenti”.
Le emergenze riguardano nel settore metalmeccanico la ST Microelectronics e la Numonyx di Catania, per passare dalla Duferdofin alla Rodriquez, al Polo cantieristico da diporto di Giammoro, alla piccole e medie imprese metalmeccaniche di Messina, fino alla Fiat di Termini Imprese, alla Lear Corporation, al Cantiere Navale ed alla keller di Palermo, oltre alla SFI, alla Siteco, alla Cir ed alla Itag di Siracusa, l’intero comparto metalmeccanico siciliano vive da anni situazioni di grandi difficoltà che attualmente sembrano prive di sbocco.
“Questo sciopero – spiega Giovanna Marano, segretario regionale della Fiom Cgil- ha tratto origine dalla vicenda legata al rinnovo contrattuale. La Cgil non ha sottoscritto l’accordo tra sindacati, industriali e governo, perché riteniamo che abbia peggiorato gli assetti contrattuali ed è anche di grande attualità, visto che abbiamo proposto alle controparti di bloccare i licenziamenti, di ridurre il prelievo fiscale dalle buste paga e di stabilire obiettivi certi per il superamento della crisi”.
“Abbiamo deciso ugualmente di partecipare a questa giornata di lotta – precisa Enzo Sgrò, segretario provinciale della Fiom di Messina – perché i temi proposti sono della massima importanza e riguardano il modo come uscire dalla crisi e la necessità di tutelare salario e diritti. Abbiamo richiamato al suo impegno il governo siciliano che finora è stato latitante nell’affrontare i problemi dell’industria”.