Nel Sud meno regali e risparmi - QdS

Nel Sud meno regali e risparmi

Serena Giovanna Grasso

Nel Sud meno regali e risparmi

mercoledì 24 Dicembre 2014

Secondo il rapporto della Banca d’Italia nel 2013 la ricchezza dei nuclei familiari si è ridotta di 123 miliardi di euro. L’importo medio a livello nazionale è pari a 12.500 €, mentre i più ricchi (14.500) sono nel Nord-Ovest

PALERMO – Continua ad allungarsi il bollettino di guerra alimentato dalla crisi economica. Stavolta i dati provengono dal rapporto “La ricchezza delle famiglie italiane”, pubblicato lo scorso 16 dicembre dalla Banca d’Italia. Sembrano essere così fatue ed irreali le previsioni di miglioramento prospettate qualche settimana fa da Confindustria per l’anno a venire, specialmente in quella parte in cui vogliono il 2015 anno di definitiva uscita dalla crisi.
Ma veniamo alla nostra analisi sullo stato di ricchezza delle famiglie italiane. Iniziamo da principio: Bankitalia intende per ricchezza delle famiglie la somma di attività reali costituite dai beni tangibili (abitazioni, terreni e oggetti di valore) e attività finanziarie (costituite a loro volta da depositi, titoli di Stato e obbligazioni), al netto dei debiti consistenti in mutui e finanziamenti. In generale, nel 2013 le attività reali hanno costituito il 60% della ricchezza lorda, le attività finanziarie il 40% e le passività finanziarie il 9,2%. Alla fine del 2013 la ricchezza netta delle famiglie italiane è risultata pari a 8.728 miliardi di euro, diminuita di 123 miliardi di euro rispetto all’anno precedente. Questa importante perdita è senz’altro imputabile alla netta contrazione delle attività reali (-3,5%), compensata solo in minima parte dall’aumento delle attività finanziarie (+2,1%) e dalla riduzione delle passività (-1,1%). Ad incidere così drasticamente sulla flessione del valore delle attività reali ci ha pensato il calo dei prezzi delle abitazioni (-5,1%).
Secondo stime preliminari, nel primo semestre del 2014 la ricchezza netta delle famiglie sarebbe ulteriormente diminuita rispetto alla fine del 2013. Il nuovo calo è attribuibile ad un’ulteriore flessione delle attività reali (-1,2%), ad una nuova diminuzione delle attività finanziarie (-0,4%) e all’aumento delle passività (+2,2%).
Scendendo più nel dettaglio ad analizzare la situazione meridionale ed insulare non possiamo che constatare l’insormontabile distanza che divide quest’area con il resto del Paese. Con riferimento ai depositi bancari, dunque alle attività finanziarie, l’ammontare medio per cliente a livello nazionale è pari a 12.500 euro, mentre nel Mezzogiorno si scende sotto i 10 mila euro. Per non parlare poi del gap che divide la nostra circoscrizione territoriale dal Nord-Ovest: infatti, quest’ultima area possiede i depositi bancari più ricchi a livello nazionale, ammontanti mediamente a 14.500 euro. In generale, a livello nazionale il grosso dei depositi bancari si concentra nelle classi di importi più bassi: quasi la metà delle famiglie, esattamente il 44%, possiede meno di 50 mila euro di depositi bancari, il 39% tra i 50 e i 250 mila euro ed il restante 17% oltre i  250 mila euro.
Fino a questo momento sembra proprio il dipinto di una tela delle incertezze che lastricano il futuro degli abitanti del Mezzogiorno. Incertezze che limitano al minimo i nuovi investimenti e, laddove ve ne fosse necessità, la richiesta di mutui e finanziamenti per tentare di ripartire. È così infatti evidente come nell’Italia insulare e meridionale l’importo medio di finanziamenti alle famiglie sia pari quasi a 70 mila euro, inferiore di quasi un terzo rispetto a quello erogato nel Settentrione. La mancanza di certezze nel mercato per i lavoratori autonomi ed in qualche misura anche per i dipendenti frenano qualsiasi richiesta di credito. Sono senz’altro più fiduciosi gli abitanti del Settentrione che hanno richiesto ed ottenuto finanziamenti ammontanti mediamente quasi a 100 mila euro.
Una notizia per certi versi positiva e anche piena di speranza è offerta tendendo l’occhio oltre il confine nazionale. Infatti, la Banca d’Italia annota che “nonostante il calo degli ultimi anni, le famiglie italiane mostrano nel confronto internazionale un’elevata ricchezza netta, pari nel 2012 a 8 volte il reddito lordo disponibile; tale rapporto è comparabile con quelli di Francia, Giappone e Regno Unito e superiore a quelli di Stati Uniti, Germania e Canada. Il rapporto fra attività reali e reddito disponibile lordo, pari a 5,4, è inferiore soltanto a quello delle famiglie francesi; relativamente basso risulta il livello di indebitamento (81 per cento del reddito disponibile), nonostante i significativi incrementi dell’ultimo decennio”. 

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