Liberalizzazioni, in Italia troppi rinvii e nessun risultato - QdS

Liberalizzazioni, in Italia troppi rinvii e nessun risultato

Michele Giuliano

Liberalizzazioni, in Italia troppi rinvii e nessun risultato

venerdì 23 Gennaio 2015

Secondo l’Istituto Leoni l’Italia è in ottava posizione in Ue con il 66%. In vetta il Regno Unito (94%). Per Bankitalia il ritardo sui mercati e sulla competitività costa l’8% del Pil

ROMA – Secondo la nuova agenda politica del Governo nazionale sarebbe atteso per giugno un provvedimento in tema di liberalizzazioni. “Si tratta dell’ennesimo rinvio – commenta il presidente di Konsumer Italia, Fabrizio Premuti -. I consumatori aspettano segni veri di liberalizzazioni. La ventilata marcia indietro del Governo rappresenta un ulteriore messaggio di debolezza. I cittadini, sempre meno affezionati ai continui rinvii sulle questioni che li toccano da vicino a vantaggio di riforme che non sentono come priorità e che comunque non decollano, giudicheranno molto severamente questa ennesima prova di inconcludenza”.
Rc Auto, farmaci di fascia C nelle parafarmacie, aumento delle pompe bianche, liberalizzazioni nelle professioni, semplificazione nei trasferimenti dei conti correnti bancari sono ormai soluzioni attese e più volte indicate come non procrastinabili sia dall’Agcom, sia dal Consiglio europeo. “Chiediamo al governo di trasformarsi in quel volano innovatore che ha promesso di essere ai consumatori – conclude Premuti − e che ad oggi poco ha prodotto a favore delle classi meno abbienti e dei giovani professionisti e non.
Per ora le uniche liberalizzazioni che i cittadini ricordino, le uniche che abbiano riportato denari nelle loro tasche di cui si godano ancora i frutti, restano quelle fatte da Bersani con le sue lenzuolate”. “Dalle lenzuolate di Bersani per favorire le liberalizzazioni e il mercato concorrenziale − dice Carlo Pileri di iConsumatori − abbiamo visto come consumatori solo continue iniziative per ridimensionarne o eluderne gli effetti. Da questo Governo ci aspettavamo una ripresa della linea Bersani, nuove efficaci lenzuolate che ridessero fiducia ai consumatori e respiro al mercato. I continui tentennamenti ci preoccupano perché fanno vedere ancora più buio alla fine del tunnel”.
Non a caso, secondo il rapporto annuale dell’Istituto Bruno Leoni, proprio l’Italia è all’ultimo posto in Europa per le liberalizzazioni; un ritardo sui mercati e sulla competitività che ci costa l’8 per cento del Pil secondo Bankitalia. “Le riforme strutturali veramente utili a rilanciare la ripresa, ma soprattutto a costo zero per la collettività, sono le liberalizzazioni” rilancia invece Carlo Stagnaro, coordinatore del gruppo di lavoro dell’Istituto Bruno Leoni che ha curato l’Indice delle liberalizzazioni 2014. Ciò che emerge con chiarezza dallo studio è che l’Italia non è certo tra i primi Paesi d’Europa per grado di apertura alla concorrenza, ma quel che è più preoccupante è che ciò avviene contemporaneamente al fatto che siamo, forse, il Paese che sta facendo più fatica tra tutti quelli dell’Unione Europea a uscire dalla crisi; ciò a motivo di una somma di ragioni e di ritardi, di cui la scarsa concorrenza non è che uno tra i tanti”.
Secondo l’Indice, il Paese più liberalizzato d’Europa è il Regno Unito, con un punteggio pari al 94 per cento. Seguono, a pari punti, al secondo posto i Paesi Bassi, la Spagna e la Svezia con il 79 per cento. Sul podio sale anche la Germania al 76 per cento. Chiude la classifica delle liberalizzazioni la Grecia al 58 per cento. L’Italia, invece, è ferma in ottava posizione al 66 per cento.
 

 
Il ministro Federica Guidi: “Rimuovere barriere per promuovere la crescita”
 
Il ministro per lo Sviluppo economico Federica Guidi sostiene che le nuove liberalizzazioni arriveranno a strettissimo giro di posta: “Concorrenza è dinamismo, cambiamento, distruzione creatrice – sostiene. E sono proprio il dinamismo, il cambiamento e la distruzione creatrice che stanno alla base di ogni evoluzione, o meglio, di ogni progresso”. Secondo il rappresentante del Governo nazionale il motto deve essere rimuovere per promuovere: rimuovere vincoli e barriere per promuovere la concorrenza e la crescita: “Eliminare le barriere all’ingresso sul mercato, all’esercizio dell’attività imprenditoriale e all’uscita dal mercato per le imprese inefficienti – aggiunge – è essenziale perché quel processo evolutivo di cui parlavo prima”. In questo contesto si inserisce il pacchetto di liberalizzazioni che il Governo dovrebbe approvare quanto prima la cui bozza è già in circolazione da qualche giorno: dalle assicurazioni alle banche, dalle professioni ai farmaci questo dovrebbe contenere la prossima legge annuale sulla concorrenza. “Il primo risultato, quello più immediato e visibile ma non il più importante, è chiaramente quello di ridurre i prezzi” conclude la Guidi.

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