Sicilia sesta regione in Italia per rischio usura - QdS

Sicilia sesta regione in Italia per rischio usura

Serena Giovanna Grasso

Sicilia sesta regione in Italia per rischio usura

venerdì 13 Febbraio 2015

Rapporto Italia 2015 di Eurispes: il 52% di coloro che si rivolgono alle associazioni antiracket sono soggetti a reddito fisso. Il fenomeno è emigrato persino al Nord, soprattutto in Emilia Romagna (+219%) e Lombardia (+54%)

PALERMO – Quando affermiamo che la crisi ha fatto sparire parecchi posti di lavoro, ci dimentichiamo di considerare le vecchie “professionalità” che proprio grazie all’attuale e vigente congiuntura economica negativa sono state riportate in auge. Con una più che amara ironia, ci riferiamo proprio alla professione degli strozzini. E se un tempo erano perlopiù i commercianti e gli imprenditori a rivolgersi a queste figure perché maggiormente sensibili alla crisi dei consumi, oggi cresce in modo sempre più preoccupante quella quota di soggetti a reddito fisso che si reca dagli usurai.
 
Infatti, secondo il “Rapporto Italia 2015” dell’Eurispes, il 52% dei soggetti che si sono rivolti agli ambulatori della Federazione delle associazioni antiracket e antiusura (Fai) dislocati sul territorio nazionale sono persone con un reddito fisso. Le famiglie italiane assistono al progressivo e inesorabile sgretolamento del proprio potere d’acquisto: il 71,5% degli intervistati dall’Eurispes constata una riduzione della propria capacità di far fronte alle spese e fare acquisti con le proprie entrate (il 31,2% “molto”; il 40,3% “abbastanza”) e il 32,3% ha dovuto ridurre addirittura le spese mediche.
Ad approfittare della critica situazione vissuta dall’impiegato non è più soltanto la criminalità organizzata, subentra con una certa rilevanza anche il collega che si accorge delle difficoltà e offre amichevolmente il proprio aiuto mediante il prestito di piccoli importi, ma con la pretesa della corresponsione di un elevato tasso di interesse. Nasce così l’usuraio dal colletto bianco, risultante spesso ancor più pericoloso del criminale di professione a causa della sua apparente innocuità. Per non parlare poi della violenza psicologica cui sono sempre più soggetti coloro i quali ricevono i prestiti a tassi usurari dai membri del focolare domestico; come ci ricorda la cronaca si tratta di casi non affatto isolati.
Se fino a qualche tempo fa affermavamo con sicurezza l’origine e la dimora tutta meridionale del fenomeno, oggi ci dobbiamo ricredere e rilevare la diffusione di questo cancro su tutto lo Stivale. Nel 2013, rispetto al 2011, proprio nel Settentrione si è registrato un incremento del 30% del numero di denunce. In particolare, allarmante è il balzo in avanti registrato dall’Emilia Romagna (+219%) ed in parte anche dalla Lombardia (+54%).
Ma se è estremamente preoccupante l’esponenziale diffondersi del fenomeno al Nord, non può di certo lasciare più tranquilli la situazione di negativa stabilità vigente nel Mezzogiorno. In particolare, rilevava Unioncamere con il suo “Studio conoscitivo sul fenomeno dell’usura” come  la nostra Sicilia rappresentasse la sesta regione in Italia per diffusione.
E se volessimo cercare ulteriori conferme confrontando più fonti, citiamo l’indagine della Camera di Commercio di Roma secondo cui sette delle nove province siciliane figurano tra le prime venticinque a maggior rischio usura: nello specifico parliamo di Caltanissetta, Trapani, Catania, Messina, Palermo, Agrigento e Siracusa. Vantiamo dunque dei primati per nulla invidiabili.
Non a caso, va proprio alla Sicilia la fetta maggiore del Fondo di rotazione per la solidarietà alle vittime dell’usura istituito con Dpr 455/99: infatti, secondo quanto riportato dal ministero dell’Interno, rispetto ai 20,8 milioni di euro stanziati nel 2013, ben il 17,92% è stato destinato in favore delle vittime siciliane; a seguire troviamo altre regioni meridionali come la Campania (17,34%) e Puglia (15,61%).
Come detto in apertura, quella dell’usuraio è una professione che attualmente non sta di certo soffrendo la crisi, anzi, recluta sempre più “occupati”. Secondo le stime di Sos impresa, l’associazione nazionale di Confesercenti per la difesa dal racket e dall’usura, gli usurai attualmente in attività sarebbero ben 40 mila. Ed ecco così descritto il triste business dei vecchi e nuovi usurai in Italia, ma anche in Sicilia; senza considerare il fatto che la situazione potrebbe essere peggiore di quanto effettivamente non appaia già, perché naturalmente consideriamo solo i casi denunciati mentre numerosi potrebbero essere quelli coperti dall’omertà.

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