Rifiuti siciliani, è il momento della “saturazione finale” - QdS

Rifiuti siciliani, è il momento della “saturazione finale”

Rosario Battiato

Rifiuti siciliani, è il momento della “saturazione finale”

giovedì 05 Marzo 2015

Smaltimento, la Regione può soltanto continuare a tamponare. Il rischio ambientale è dietro l’angolo. La commissione di inchiesta analizza la situazione, previste visite e audizioni

PALERMO – Dopo aver impunemente e maldestramente scaricato senza regole per decenni, l’affioramento di tutto il ‘male’ gestionale e ambientale prodotto sarebbe stato inevitabile, prima o poi. E così i rifiuti siciliani, tra discariche esaurite, interventi dell’Ue, e l’ennesima indagine della commissione parlamentare sul ciclo dei rifiuti, sono ormai quotidianamente al centro della scena, e non sembrano avere intenzione di andarsene. 
Mantenendo una cadenza figlia delle situazioni improvvisate, lo scorso 3 marzo Rosario Crocetta ha diffuso l’ennesima ordinanza per rimodulare i carichi di smaltimento dei rifiuti isolani, operazione ben nota dopo il caos discariche, dovuto alla chiusura (in alcuni casi provvisoria) di alcuni siti per motivi giudiziari o per saturazione, e ai ritardi nella costruzione di nuovi impianti. Nell’ordinanza si richiede alla Sicula Trasporti di abbancare in sopraelevazione nella vasca (decreto Aia n. 1244 del 26 luglio 2013) della discarica di C.da Grotte San Giorgio per una volumetria massima di 100mila metri cubi, seguendo modalità vincoli e controlli già ordinati nell’ordinanza del 27 febbraio scorso. Un’operazione da compiere a causa della “grave situazione igienico sanitaria che si potrebbe determinare per la prossima chiusura della discarica e nelle more della valutazione dei procedimenti di secondo grado avviati sulle autorizzazioni ambientali in capo alla stessa ditta nonché in attesa del completamento dei lavori della vasca”.
 
All’Arpa di Siracusa e alla provincia di Siracusa, inoltre, si chiede di “effettuare frequenti sopralluoghi al fine di verificare lo stato dei lavori della vasca di cui all’autorizzazione integrata ambientale ddg n.697/2011 ricadente nel comune di Lentini e comunicare tempestivamente al dipartimento regionale dell’Acqua e dei rifiuti la collaudabilità dell’esercizio anche di porzioni della stessa vasca” in quanto gli effetti dell’ordinanza risulteranno vigenti fino al collaudo ancorché parziale del bacino di discarica autorizzato con ddg 697/2011.
Un sistema di gestione che è saturo non soltanto nelle sue componenti materiali – le discariche isolane gestiscono annualmente circa 2,2 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, più del 90% del totale prodotto – ma anche nella sua parte gestionale. Se ne sta occupando, per l’ennesima volta verrebbe da scrivere, la commissione parlamentare d’inchiesta sui rifiuti, presieduta da Alessandro Bratti, che in queste ultime settimane ha avviato i lavori di approfondimento sulla Regione siciliana.
 
Dopo aver sentito l’ex assessore all’Energia, Nicolò Marino, che ha ribadito la sua visione “preoccupata” per il mondo dei rifiuti isolano, è stato il turno dell’assessore Vania Contrafatto, che è entrata in giunta lo scorso dicembre dopo aver sostituito Salvatore Calleri, il successore di Marino. L’assessore ha ribadito le note criticità economiche del sistema e le difficoltà nel passaggio di gestione dagli Ato alle Srr. Le prossime tappe saranno direttamente in Sicilia nel mese di marzo, quando i membri delle commissioni approfondiranno la questione a Catania, Trapani e Palermo.
Già nel 2013, dopo un paio di anni di studi e audizione, la commissione, presieduta all’epoca da Pecorella, aveva prodotto una dettagliata relazione sullo stato dei rifiuti nell’Isola, evidenziando problemi ben noti che ancora oggi risultano largamente inevasi.

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