Gettonopoli nell’immaginaria Vigata? Tutt’altro che una fantasia letteraria - QdS

Gettonopoli nell’immaginaria Vigata? Tutt’altro che una fantasia letteraria

Calogero Conigliaro

Gettonopoli nell’immaginaria Vigata? Tutt’altro che una fantasia letteraria

venerdì 20 Marzo 2015

A Porto Empedocle nel 2014 il Consiglio comunale è costato 163 mila euro. Commissioni sotto accusa

PORTO EMPEDOCLE (AG) – Nel bel mezzo di Gettonopoli, la vicenda esplosa ad Agrigento e che pian piano sembra sia pronta a coinvolgere sempre più Comuni della Sicilia a causa delle ingenti cifre corrisposte ai consiglieri comunali, non poteva che avere una sua parte anche la città di Porto Empedocle, quella che nel mondo letterario è stata ribattezzata Vigata dal suo illustre cittadino Andrea Camilleri.
Anche qui, infatti, i consiglieri comunali hanno fatto strage di gettoni di presenza per riunioni del Consiglio e, soprattutto, di Commissioni, arrivando a costare nel 2014 110.629 euro lordi. Niente male per una città di circa 17 mila abitanti. Al calcolo, inoltre, occorre aggiungere i 10.800 euro di oneri e l’indennità annua del presidente del Consiglio pari a 17.442 euro lordi. Infine, ci sono 24.255 euro di rimborsi per i permessi alle aziende. Nel 2014, quindi, il Consiglio comunale di Porto Empedocle è costato 163.126 euro lordi.
Il numero dei gettoni di presenza percepiti l’anno scorso è stato complessivamente di 1.515 tra quelli dovuti per i Consigli comunali e soprattutto quelli corrisposti per le riunioni delle quattro Commissioni consiliari empedocline. A spartirsi gli ambiziosi compensi, presidente del Consiglio comunale escluso, sono stati 20 rappresentanti dell’assemblea su 19 posti in Consiglio, con il ventesimo subentrato quando si è dimesso Totò Agrò per diventare assessore della Giunta retta da Calogero Firetto.
Il colmo della Gettonopoli vigatese risiede comunque nell’ammontare del gettone di presenza, di ben 73 euro contro i 50 circa del vicino capoluogo. Il tutto nonostante ad Agrigento risiedano 55.424 mila abitanti contro i 17.444 di Porto Empedocle.
Esattamente come accaduto nel capoluogo, però, la vera miniera d’oro per i consiglieri è rappresentata dalle quattro Commissioni consiliari, con ognuna di esse che si è riunita in media un centinaio di volte l’anno (esclusa quella al Bilancio che ha fatto qualche decina di riunioni in meno).
Sulla delicata questione abbiamo sentito il presidente del Consiglio Luigi Troja, che ha fornito al QdS le sue spiegazioni. “Come presidente del Consiglio – ha affermato – rispondo del Consiglio stesso e le cifre raggiunte con i gettoni di presenza dai consiglieri a livello personale riguardano cumulativamente quelle per il Consiglio e le Commissioni. Io rispondo per le sedute del Civico consesso, il quale si è riunito in media due volte al mese e quando è stato realmente necessario. Tutto il resto riguarda le Commissioni di cui sono responsabili i presidenti di ognuna di esse e i consiglieri che ne fanno parte. A tal proposito ho sempre invitato a riunirsi solamente quando necessario e di conseguenza ho inviato periodicamente delle note. Se poi altri hanno fatto autonomamente io non ho colpe”.
“Ritengo – ha aggiunto – che in un momento come questo i costi della politica vadano abbassati e comunque tenuti entro i limiti di legge. Io ho fatto la mia battaglia silenziosa e sono stato tra i primi a proporre la trasformazione in Consiglio comunale del gettone di presenza in gettone di deliberazione. Per questa ragione in Consiglio si percepisce il gettone soltanto nel caso in cui vengano votati un minimo di due atti. Nelle Commissioni però non è così, al contrario la sola presenza dà diritto a percepire il gettone stesso”.
“Debbo inoltre affermare – ha concluso – che anche io faccio parte di una Commissione, ma non vi ho mai partecipato e non ho mai percepito il gettone di presenza” che comunque non gli spetterebbe in quanto già destinatario di un’indennità annua, nda).
Fatto il quadro della situazione, giusto per farsi un’idea del peso dei costi della politica per i contribuenti siciliani, si aggrava se confrontiamo Porto Empedocle ad altri Comuni italiani. Anzitutto occorre segnalare che i tagli ai consiglieri recentemente imposti dai Governi nazionali (leggi 191/2009 e 148/2011) sia in termini di numero complessivo di componenti delle Assemblee cittadine che in termini di costi dei gettoni di presenza, sono stati stoppati in Sicilia dalla circolare dell’assessorato regionale agli Enti locali 1/2011. Quindi il problema in questo caso, come più volte scritto sul QdS, riguarda tutta la Sicilia e non soltanto Porto Empedocle.
Anche in virtù di tutto ciò, la disparità di costi tra un Comune siciliano e uno del resto del Paese è abissale: una comparazione tra Porto Empedocle e il Comune romagnolo di Bagnacavallo (Ravenna), equivalente per numero di abitanti rende bene l’idea della situazione. Lì in Emilia Romagna i consiglieri (16 presidente compreso) percepiscono un gettone di presenza da 23,60 euro per ogni seduta. Nulla, invece, per ciò che concerne la partecipazione alle Commissioni. Il presidente del Consiglio di Bagnacavallo, tale Perla Micheli, percepisce un’indennità pari a 9.346 euro lordi, mentre i gettoni di presenza dei consiglieri ammontano complessivamente, per tutto il Consiglio, ad appena 3.648 euro lordi. Il costo complessivo del Consiglio comunale, dunque, è stato di appena 12.994 euro nel 2014. Con Porto Empedocle una differenza di 125.787 euro (rimborsi per permessi esclusi).
E poi dicono che non ci sono risorse per attivare i servizi essenziali per i cittadini…
 


Le circa 400 Commissioni convocate l’anno passato
 
PORTO EMPEDOCLE (AG) – Circa 400 Commissioni riunitesi soltanto nel 2014: è questo il dato sconvolgente che emerge dall’analisi dei numeri sull’attività dei consiglieri comunali.
Il primo in classifica per gettoni di presenza da 73 euro lordi cadauno è il capogruppo di Forza Italia e componente della Commissione Sviluppo Economico Luigi Gino Grillo, con 8.918 euro lordi annue e 122 gettoni collezionati. Al secondo posto c’è il vice presidente del Consiglio e membro della Commissione Lavori pubblici Francesco Pistone, con 8.845 euro lordi e 121 gettoni. Terzo gradino del podio per il capogruppo di “Città nuova” Dario Puccio, della Commissione Sviluppo economico e Polizia municipale: per lui 8.772 euro lordi corrispondenti a 120 gettoni di presenza. Medaglia di legno per Domenico Palumbo Piccionello, capogruppo della lista “Cambiare in meglio con Firetto”, con 8.625 lordi e 118 gettoni. Lo segue in classifica Krizia Filippazzo con 116 gettoni, unico consigliere del Pd in consiglio, con 8.479 euro lordi in gettoni di presenza.
L’attuale assessore all’Ecologia, Totò Agrò, nei mesi del 2014 in cui era ancora consigliere ha invece percepito 8.467 euro classificandosi sesto con 115 gettoni. Soltanto settimo Gianni Marianelli: per lui, nonostante la carica di presidente della Commissione Sviluppo economico e Polizia municipale 8.333 euro e 114 gettoni. Infine, chiude la classifica dei consiglieri sopra gli 8 mila euro il consigliere Giuseppe Iacono, con 8.187 euro e 112 gettoni.
 


Quelle note di Presidenza costantemente ignorate
 
PORTO EMPEDOCLE (AG) – Dei gettoni d’oro per Consigli e Commissioni e dei costosi rimborsi per i permessi di alcuni consiglieri comunali tutti sapevano. Le prove sono nelle lettere che periodicamente il presidente del Consiglio, Luigi Troja, ha inviato ai capigruppo e ai presidenti di commissione. Appelli chiari, come quello contenuto nella nota del 22/11/2011 protocollo 296: “Vi invito, viste le scarse disponibilità finanziarie dell’ente a ridurre all’essenziale le sedute delle Commissioni”.
Tutte indicazioni non vincolanti, ma che fanno perfettamente comprendere come all’interno della Presidenza del Consiglio fosse chiara la necessità di ridurre il numero di riunioni.
Lo si evince anche dalla nota del 05/03/2012 protocollata n. 67, inviata oltre che ai presidenti di Commissione ai capigruppo agli stessi vertici dell’amministrazione: “… noto – si legge nel documento – che diverse Commissioni si riuniscono per discutere di argomenti per i quali non è previsto alcun passaggio consiliare e per le quali in Consiglio non si è mai fatto cenno, ma cosa ancor più grave ho preso atto che alcune Commissioni si riuniscono ‘troppo spesso’, in giorni diversi per la durata di pochissimo tempo…”.
Note periodiche inviate fino allo scorso 4 marzo, quando lo scandalo del Consiglio comunale di Agrigento è esploso anche a livello nazionale.

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