Il flop del Ciapi: ora i dipendenti fermano le lezioni - QdS

Il flop del Ciapi: ora i dipendenti fermano le lezioni

Michele Giuliano

Il flop del Ciapi: ora i dipendenti fermano le lezioni

martedì 24 Marzo 2015

Molti corsi non raggiungono nemmeno il numero minimo di iscritti, la struttura sempre più alla deriva. I lavoratori incrociano le braccia: sono senza stipendi e l’ente rischia una decurtazione dei fondi

PALERMO – Doveva essere il nuovo “centro di formazione d’eccellenza”, quello dell’era “post-terremoto” alla Regione. Invece si è rivelato un flop. Pochi corsisti, fondi bloccati e dipendenti senza stipendi. Stiamo parlando del Ciapi, il famoso centro di formazione che un tempo veniva ricoperto d’oro dalla Regione. Poi l‘avvento del governo Crocetta e la rivoluzione del settore per ripulirlo, con metodi che ancora oggi qualche dubbio lo lasciano sul piano non tanto dell’opportunità delle scelte quanto della legittimità (le recenti sentenze che riammettono molti enti di formazione a cui erano stati revocati gli accreditamento ne sono la conferma, ndr). E così il centro di addestramento professionale, che doveva essere rilanciato per diventare l’emblema della nuova era formativa di una Sicilia senza sprechi, è rimasto fermo al palo.
Da qualche giorno addirittura le poche attività formative che erano state avviate si sono del tutto fermate. I lavoratori infatti, inseriti attraverso il progetto “Prometeo” che doveva servire a fare da salvagente a tutti quei dipendenti degli enti che avevano perso l’accreditamento, hanno deciso di incrociare le braccia. L’ultimo stipendio che hanno preso risale a novembre (e sono anche fortunati, dal momento che colleghi di altri enti non ne vedono in alcuni casi anche da più di un anno, ndr) e in generale la macchina organizzativa è completamente inceppata.
Alcuni corsi non avrebbero raggiunto la soglia minima di iscrizioni e quindi sarà in arrivo una decurtazione del finanziamento, come presto dalle nuove regole del governo siciliano. A prendere le difese del Ciapi e dei suoi dipendenti i sindacati che hanno annunciato l’instaurazione di una vera e propria vertenza nei confronti della Regione.
 
In vista nuove iniziative, tra proteste e scioperi in cantiere: “Chiediamo – si legge nella nota sottoscritta da Flc Cgil, Cisl Scuola e Uil Scuola – l’immediata erogazione dei finanziamenti pregressi, e la chiusura dei rendiconti con procedure straordinarie per liberare tutte le risorse disponibili a favore dei lavoratori, sia per l’assessorato Istruzione e formazione che per l’assessorato Lavoro; la definizione delle risorse annuali necessarie per i nuovi bandi, a valere della nuova programmazione comunitaria che deve essere avviata con immediatezza con atti di governo, l’avvio dei servizi per il lavoro e piena occupazione per gli addetti, all’interno di sistemi anche cooperativi, ma sostenibili e con certezza delle risorse. Infine la copertura di tutti i periodi di ammortizzazione sociale, e dei contratti di solidarietà avviati”.
 


In agonia rimane l’intero settore della formazione
 
Non è solo il Ciapi il motivo dell’apertura di una nuova vertenza per i sindacati. Secondo le organizzazioni di categoria c’è un sistema complessivo che oramai non si regge più in piedi. Ad esempio analoghe problematiche si risentono anche nei corsi nell’ambito dell’obbligo di istruzione: “Vi è un grande deficit di programmazione – aggiungono Flc Cgil, Cisl Scuola e Uil Scuola – e l’incapacità di reperire risorse adeguate, anche in presenza del riparto ministeriale. Sulla Formazione si addensano le nubi della assenza delle risorse, drenate dal governo nazionale per finanziare gli incentivi alle assunzioni per il 2015, perché l’amministrazione non ha saputo, voluto o potuto impegnarle prima del 30 settembre 2014”.
è acclarato infatti che addirittura alcuni decreti di finanziamento dei corsi non sono stati nemmeno pubblicati per evitare che l’ente possa richiedere il finanziamento: “Il governo – aggiungono le organizzazioni di categoria – è sordo alle richieste del sindacato e naviga a vista senza soluzioni alle troppe emergenze che si accumulano sulle diverse filiere della Formazione”.

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