Medie a confronto: tra il 1971-2000 e il 2001-2010 registrato l’aumento del volume delle precipitazioni. Dati Istat Italia: “Più frequenti forti piogge, concentrate in brevi lassi di tempo”
PALERMO – C’è tutta la Sicilia delle risorse idriche naturali nell’ultima ricognizione dei dati effettuata dall’Istat attraverso gli indicatori idrologici come precipitazione, evapotraspirazione reale, deflusso totale, ricarica degli acquiferi. Lo studio attua un confronto tra gli anni del decennio compreso tra il 2001 e il 2010 e la media annuale del trentennio 1971-2000. Una ricerca importante per capire come si stanno evolvendo i fenomeni meteorologici, soprattutto in funzione del loro ruolo nel reperimento delle risorse idriche e nell’aggressione del territorio siciliano ad alto rischio idrogeologico.
Venerdì scorso, in anticipo rispetto alla giornata mondiale dell’acqua istituita dall’Onu che cade il 22 marzo, l’Istat ha diffuso i numeri delle acque nazionali. “Le particolari caratteristiche idrogeologiche e climatiche della penisola italiana – si legge nella nota introduttiva dell’Istituto di statistica – condizionano notevolmente la disponibilità e la distribuzione delle risorse idriche sul territorio”. A livello particolare la tendenza è eterogenea. “Forti precipitazioni, alluvioni, ondate di calore o di gelo, concentrati in particolari aree territoriali ed in brevi lassi di tempo, sono sempre più frequenti ed influenzano sensibilmente la distribuzione e la disponibilità delle risorse idriche”.
In Italia le precipitazioni medie nel periodo 2001-2010 corrispondono a un volume di acqua di 245.457 milioni di metri cubi, un valore che supera solo dell’1,8% il dato del trentennio 1971-2000. Anche in Sicilia si è registrata una piovosità maggiore, ma con dati ben più sostanziosi. La media del periodo 2001-2010, pari a 16.699 milioni di metri cubi, è superiore alla media del trentennio (1971-2000) che si ferma a quota 14.199 milioni di metri cubi. La differenza statistica, in questo caso, è più elevata del dato nazionale, dal momento che tra i due valori regionali passa un buon 15%. Da annotare, inoltre, che rispetto alla media del periodo 1971-2000, l’aumento più rilevante “si è registrato nel 2009 in quello della Sicilia (+56,1%)”.
La quota dell’evapotraspirazione reale, ovvero l’acqua che si trasferisce dal suolo all’atmosfera sia per evaporazione che per traspirazione delle piante, è stata pari al 73,4% delle precipitazioni nella media del trentennio (in Italia è stata del 64,5%) e si è andata abbassando negli ultimi anni. Nel 2010 e nel 2009 ha sfiorato il 55%, mentre soltanto nel 2008 è tornata sui valori precedenti con una percentuale pari al 74%.
Il deflusso medio complessivo a mare dei corsi d’acqua e delle acque sotterranee tra il 2001 e il 2010 è stato generalmente più elevato di quello sostenuto nel trentennio precedente (3.742 milioni di metri cubi) con le uniche eccezioni del 2001, 2002 e 2008. In alcuni casi i valori sono anche raddoppiati come avvenuto nel 2010 (7.544) o quasi triplicati come nel 2009 (9.994).
Ultimo capitolo riguarda la ricarica dell’acquifero, ossia la quantità di acqua che si infiltra nel sottosuolo, una parte della quale contribuisce alle risorse idriche disponibili. Anche questa porzione l’Isola è cresciuta, soprattutto se consideriamo che il dato del trentennio (2.905 milioni di metri cubi) è sempre stato superato dal 2003 in poi, con l’eccezione del 2008.
