Concessioni agli stabilimenti balneari - QdS

Concessioni agli stabilimenti balneari

Andrea Carlino

Concessioni agli stabilimenti balneari

venerdì 27 Marzo 2015

I direttori dei laboratori delle Asp dal 1° marzo al 31 ottobre devono effettuare i monitoraggi e comunicare gli esiti mensili all’Assessorato. Possono essere affidate solo per i tratti di mare in cui è stata verificata la balneabilità.

PALERMO – Via libera da parte della Regione siciliana alla stagione balneare. Sulla Gurs n. 12 del 20 marzo scorso è stato pubblicato il decreto a firma del direttore generale Ignazio Tozzo che allunga la stagione per i lidi. La versione integrale del decreto è stata pubblicata nella pagina “Leggi e decreti regionali” del QdS di martedi 24 marzo 2015, e continua oggi nella pagina 22.
Rispetto al 15 aprile del 2014, quest’anno la stagione balneare inizierà il 1 aprile per chiudersi il 31 ottobre. Dunque gli stabilimenti balneari, in crisi negli ultimi anni, avranno la possibilità di montare ombrelloni e sdraio per sei mesi. Invece dal 1° marzo è partito il campionamento delle acque del mare. Una procedura che permette di verificare la salute dell’acqua e di affidare le concessioni.
Il campionamento proseguirà fino al 31 ottobre. Infatti, ai sensi articolo 6 del decreto interministeriale del 30 marzo 2010 e in attuazione dell’articolo 4 del decreto legislativo n. 116 del 2008 per la stagione balneare 2015 sono individuati e classificati come “balneabili” i tratti di mare e di costa relativi ad ogni Provincia visibili nel sito “www.portaleacque.it” del ministero della Salute.
I laboratori di sanità pubblica delle Aziende sanitarie provinciali della Sicilia, fatta eccezione per il laboratorio della Azienda sanitaria provinciale di Enna, hanno l’obbligo di comunicare con la massima tempestività ai sindaci dei comuni rivieraschi i tratti di mare non balneabili individuati. La comunicazione dovrà specificare il motivo della non balneabilità, l’estensione del tratto di costa e le coordinate geografiche. Qualora nel corso della stagione balneare si dovessero verificare condizioni tali da comportare l’individuazione di tratti di mare da vietare temporaneamente alla balneazione, i laboratori di sanità pubblica delle Asp. della Regione dovranno comunicare ai sindaci le coordinate delle zone da sottoporre a divieto.
In mancanza della comunicazione delle coordinate geografiche, la zona da sottoporre a divieto temporaneo dovrà considerarsi quella di pertinenza del punto di campionamento.
Come riporta l’articolo 8 del provvedimento, i sindaci dei comuni rivieraschi sono tenuti ad adottare tutti i provvedimenti di competenza ivi compreso quello dell’affissione dei cartelli metallici di divieto della balneazione in numero adeguato e posizionati in aree facilmente visibili.
 
Tale procedura deve essere adottata, oltre che per quelle aree vietate alla balneazione, anche per le zone di costa e di mare temporaneamente vietate durante la stagione balneare in corso. In tali casi si dovrà altresì provvedere all’adozione di tutti i provvedimenti atti ad eliminare le cause di inquinamento stesse dandone immediata comunicazione ai Ministeri della salute e dell’ambiente e tutela del territorio e del mare, agli Assessorati della salute e territorio e ambiente, al Dipartimento di prevenzione e al laboratorio di sanità pubblica dell’Azienda sanitaria provinciale competente, oltre che al Dipartimento dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente competente.
I sindaci dei comuni rivieraschi interessati dovranno provvedere ad informare la popolazione con qualsiasi altro mezzo ritenuto idoneo. I direttori dei laboratori di sanità pubblica dovranno comunicare, con cadenza mensile, all’Assessorato della salute e segnatamente al Dipartimento regionale per le attività sanitarie ed osservatorio epidemiologico, i risultati analitici dei punti campionati ed ogni eventuale comunicazione inerente anomalie riscontrate. Il campionamento dovrà essere effettuato entro e non oltre quattro giorni dalla data indicata nel calendario di monitoraggio. In caso di situazioni anomale il programma di monitoraggio potrà essere sospeso per essere ripreso non appena possibile al termine della situazione anomala.
 
I punti che non hanno ricevuto l’abilitazione alla balneazione sono aumentati da 184 a 187. I nuovi tratti di mare ritenuti inquinati sono tutti nella zona di Agrigento, passando così da 17 zone non balneabili dello scorso anno a 20. Stabilmente al comando della "speciale" classifica delle zone vietate, resta però saldamente Palermo, con 41, dietro di lei Siracusa con 36, Catania, 27, Messina 22, Caltanissetta 20, per arrivare a Trapani con 8 zone vietate ai bagnanti.

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