Ordine e metodo le carte dei vincenti - QdS

Ordine e metodo le carte dei vincenti

Carlo Alberto Tregua

Ordine e metodo le carte dei vincenti

mercoledì 01 Aprile 2015
Ricordate Hercule Poirot? L’investigatore più bravo del mondo, inventato dalla mente geniale di Agatha Christie (1890 – 1976), forse la più grande giallista di sempre. Le sue carte vincenti erano ordine e metodo, cioè la capacità di mettere in fila tutti gli elementi di un quadro di riferimento, in modo da comporre un puzzle definito e preciso, da cui scaturiva inesorabilmente il nome del colpevole.
La Christie rappresentava situazioni apparentemente impossibili da risolvere ma poi, pian piano che la matassa si dipanava, il quadro finale appariva chiaro come la luce del sole.
Poirot si vantava di non sbagliare mai perché prima di giungere ad una conclusione, verificava con ordine tutti gli elementi che riusciva a captare e, soprattutto, i dettagli che sfuggono, quasi sempre, alle persone normali. Poi, l’altra carta vincente, il metodo, cioè  la via o il procedimento per giungere ad un determinato scopo.

Altro geniale investigatore fu Jules Maigret, inventato dall’altro grande giallista del novecento, Georges Simenon (1903 – 1989). Maigret usava, anch’egli, ordine e metodo, anche psicologico, desumendo via via dati e particolari. Anch’egli arrivava inesorabilmente alla conclusione, scoprendo il colpevole di turno.
Un altro grande giallista è stato l’inventore del celebre avvocato americano Perry Mason e cioé Erle Stanley Gardner (1889 – 1970), anch’egli avvocato. La parte più interessante di quelle trame era la procedura avanti il tribunale, molto diversa da quella italiana, anche se l’ultima riforma della procedura penale ha tentato di avvicinarsi a quella statunitense.
Tuttavia, la grande differenza è che la nostra viene condotta da magistrati di carriera, mentre quell’altra da procuratori distrettuali eletti dal popolo, come sono eletti gli sceriffi, cioè i capi della Polizia locale.
Perché vi narriamo di questi autori e personaggi? Per rafforzare il principio che ogni persona dovrebbe imparare e far proprio: usare sempre ordine e metodo in tutte le cose che fa, sia nel proprio mondo lavorativo o professionale, che in quello personale o professionale.
Così si viaggia verso la ricerca della verità.
 

Ciò non significa che chi è dotato di cervello debba escludere la parte intuitiva e sensibile, con la quale si possono captare e circostanze che poi, però, debbono essere suffragati da dati certi.
è vero che, secondo la procedura penale, gli indizi gravi, precisi e concordanti costituiscono una prova, ma  nella vita corrente vi possono essere circostanze non provabili e di cui, tuttavia, bisogna tenere conto.
Che vuol dire essere vincenti nella vita? Non sicuramente sopraffare gli altri, ma mettersi umilmente in competizione e in concorrenza, tentando di approfittare delle proprie caratteristiche per raggiungere gli obiettivi. è evidente che le difficoltà incontrate vanno affrontate con buon senso, per cercare di superarle, senza di che si rimane al palo.
Ecco un altro elemento necessario: la volontà di affrontare e superare gli ostacoli. Per far questo, ripetiamo, sono necessari ordine e metodo. 

Vincere nella vita non significa guadagnare un premio, bensì godere del creato e far partecipare al godimento il maggior numero di altre persone. Quindi, solidarietà, cioè condividere con gli altri quello che si ha attraverso la Comunità, la quale ha il compito di ridistribuire le risorse fra tutta la popolazione, prelevandole, attraverso le imposte, in modo progressivo, come prevede l’articolo 53 della Costituzione, ed attivando i servizi più importanti per le persone meno abbienti.
Infatti, chi sta bene finanziariamente, può comprarsi i servizi che gli servono. Le fasce più basse della popolazione, invece, hanno assoluto bisogno di tali servizi.
Anche nei servizi pubblici sono importanti ordine e metodo, cioè quella necessaria razionalità con cui essi vanno organizzati, dotandoli di efficienza che produce qualità.
Il pressappochismo, l’irresponsabilità e l’inefficienza dei servizi pubblici danneggiano i cittadini che non hanno risorse proprie, per cui si diffonde iniquità anziché equità.
È la Classe dirigente che ha il dovere di spingere le Istituzioni a svolgere con puntualità e costanza i compiti loro affidati dai cittadini. Diversamente non è Classe dirigente!

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