Aumentano i casi di tumore, più alta la speranza di vita - QdS

Aumentano i casi di tumore, più alta la speranza di vita

Oriana Sipala

Aumentano i casi di tumore, più alta la speranza di vita

venerdì 10 Aprile 2015

Nell’Isola gli individui che hanno sconfitto il male sono il 3,9%, al di sotto della media nazionale del 4,9%. Airtum e ISS: negli ultimi cinque anni guariti quasi duecentomila siciliani

PALERMO – I tumori in Italia, negli ultimi cinque anni, sono aumentati, ma allo stesso tempo sono cresciuti anche i casi di guarigione o di lungosopravvivenza registrati dopo una diagnosi tumorale.
I due trend sono in realtà correlati: l’incidenza dei tumori dipende, infatti, tra le altre cose, dal numero di sopravvissuti e dall’invecchiamento della popolazione. Maggiore è tale trend, maggiore sarà l’incidenza delle neoplasie. In particolare, aumenta ogni anno di circa il 3% il numero di italiani che sopravvivono dopo una diagnosi neoplastica, e un quarto di essi si può ritenere guarito. A rivelarlo è il Rapporto “I tumori in Italia 2014”, realizzato da Airtum (Associazione dei registri tumorali italiani), in collaborazione con l’Istituto superiore di sanità, e diffuso lo scorso 9 marzo.
Secondo tale fonte, al 1° gennaio 2015, circa 3 milioni di italiani (ovvero il 4,9% dell’intera popolazione) sopravvivono a una diagnosi tumorale: si tratta del 17% in più rispetto al 2010. In Sicilia si riscontrano poco più di 197.800 casi di guarigione, ovvero il 3,9%, al di sotto della media nazionale. Di questi, oltre 42.700 persone sono guarite da un tumore al cervello, 25.583 hanno sconfitto il tumore al colon retto, poco più di 21 mila persone sono sopravvissute al tumore alla prostata, 20.603, infine, risultano vivi dopo la diagnosi di tumore alla vescica.
La nostra Isola, insieme alla Puglia (4%) e alla Campania (3,6%), presenta la più bassa percentuale di guarigione. Risultati migliori si sono invece riscontrati in Piemonte (6%), Liguria (6,6%), Friuli Venezia Giulia (6,2%) ed Emilia Romagna (5,8)%. Superano il 5% anche regioni come la Valle d’Aosta, la Lombardia e il Trentino Alto Adige. Tali differenze si spiegano non soltanto in base all’incidenza dei tumori, ma anche in base all’età della popolazione.
In Campania, per esempio, e al Sud in generale, la popolazione è tendenzialmente più giovane rispetto a quella del Nord: ciò significa che l’incidenza dei tumori è minore e, di conseguenza, anche il tasso di guarigione. In particolare, poi, cambia da regione a regione l’incidenza di alcune forme tumorali piuttosto che di altre: al Nord, per esempio, i pazienti con tumore alla prostata sono più numerosi di quelli con tumore al colon retto e i melanomi sono il quinto tipo più frequente, mentre nelle regioni del Sud occupano il decimo posto.
In questo quadro, assume grande importanza un’ottimale pianificazione dell’offerta sanitaria sul territorio, che si accordi con le specifiche esigenze e caratteristiche della popolazione. A tal fine, studi e approfondimenti come quelli condotti dall’associazione Airtum risultano fondamentali per una conoscenza delle particolari condizioni territoriali.
Nello specifico, Airtum ha condotto le sue ricerche basandosi sulla consultazione dei Registri tumorali che, però, non sono presenti in tutto il territorio nazionale. In Sicilia, per esempio, esisteva già nel 2010 una buona copertura territoriale: l’82% della popolazione risultava monitorata grazie alla presenza di tali Registri (anno 2010), contro una media nazionale del 35%. Nello stesso anno, regioni come l’Umbria e il Friuli Venezia Giulia avevano già raggiunto una copertura pari al 100%, e presentano percentuali sopra la media regioni come l’Emilia Romagna (71%), la Liguria (55%), il Trentino Alto Adige (49%), il Veneto (44%), la Sardegna (42%) e la Lombardia (38%). Tutti le altre regioni, invece, si pongono al di sotto della percentuale nazionale.
Una copertura di registrazione bassa o non rappresentativa, chiaramente, può distorcere la stima di macroarea basata sulle osservazioni dei Registri. Occorre per questo integrare i dati Airtum con altre fonti e metodologie, come la cosiddetta Miamod, ovvero un metodo statistico che stima l’incidenza e la prevalenza di tumore a partire dai dati di mortalità osservati nei territori. Insomma, tanto è stato fatto nel campo dell’assistenza oncologica, ma tanto c’è ancora da fare per garantire standard di qualità all’intera popolazione italiana.

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