I buoi sono fuggiti, Crocetta parla, non agisce - QdS

I buoi sono fuggiti, Crocetta parla, non agisce

Carlo Alberto Tregua

I buoi sono fuggiti, Crocetta parla, non agisce

mercoledì 15 Aprile 2015

Disastri idrogeologici a go go

Cuffaro, Lombardo e Crocetta sono i responsabili oggettivi della frana che ha interessato il territorio di Caltavuturo – comune del Parco delle Madonie sovrastato dal monte “Rocca di Sciara” – che ha spinto oltre 4 milioni di metri cubi sul cavalcavia Himera dell’autostrada nel verso PA-CT.
Sgombriamo il campo da un equivoco: di questo disastro l’Anas Spa non ha alcuna responsabilità, che è tutta della Regione, la quale sapeva da oltre dieci anni di questo smottamento lento. ecco perché chiamiamo in causa oltre che l’attuale presidente anche i due antecedenti.
Vi è anche una responsabilità soggettiva degli assessori e direttori generali al ramo che, nonostante sapessero di questo fenomeno, non hanno mai alzato ciglio per mettere in atto un progetto di contenimento, in modo da evitare che il disastro accadesse.
Anche questa volta, supponiamo, nessuno pagherà di tasca propria per queste incuria e inadempienza verso i cittadini che ora vengono penalizzati fortemente dall’incapacità di governo e di gestione del territorio siciliano.
Altra gravissima responsabilità grava sulle Province, che tutti continuano a definire ex, ma che sono là, con i loro apparati, con i loro dipendenti, con i loro enormi ed inutili costi, seppur gestiti da commissari.

L’Assemblea ed il Governo regionali si sono palleggiati la responsabilità di trasformare le Province in Liberi consorzi da oltre tre anni: un ritardo insopportabile per la Comunità siciliana che ora paga le conseguenze per lo Stato terzomondista di tutte le strade provinciali che, in presenza del disastro in esame, non possono essere utilizzate. Ma intanto, le Province ci continuano a costare cinquecento milioni di euro l’anno.
Le refluenze sull’economia e sul sociale della Sicilia sono incalcolabili, né si può stimare il tempo necessario per ripristinare la carreggiata danneggiata e forse neanche la possibilità di aprire l’altra carreggiata, fino a quando non si blocca il crollo della montagna, fenomeno che non si è ancora fermato.
Probabilmente l’economia siciliana avrà un miliardo di danni diretti ed indiretti, perché di fatto impedisce il transito di 10/11 mila veicoli al giorno, nonché il transito di merci e di lavoratori.
 

Le associazioni di consumatori e l’Anas Spa sono parti lese e dovrebbero attivare subito una Class action contro la Regione nonché una causa di risarcimento.
Questo rientra in un quadro più generale, nel quale la Regione è imputata, da condannare senza appello, perché non è possibile che continui a spendere e spandere le risorse dei siciliani per sostenere i privilegiati (stipendi, indennità, vitalizi e simili) sottraendoli alle opere urgenti di riassetto del territorio.
Col danno ulteriore che, non spendendo le proprie risorse, non può utilizzare i fondi europei i quali, come è noto, debbono essere cofinanziati.
L’Anas Spa ha la manutenzione di 3.700 km di strade statali più 400 km di autostrade. Ma le Province avrebbero dovuto fare manutenzione su ben 14 mila km di strade di propria competenza. e non l’hanno fatto, ripetiamo, continuando a pagare stipendi e apparati che servono solo a privilegiati e parassiti.
C’è sempre bisogno di un evento straordinario per riportare l’attenzione dell’opinione pubbblica su questa regione che crea solo danni, incapace di fare e realizzare progetti con l’obiettivo di migliorare il territorio e costruire le infrastrutture indispensabili a sviluppo e occupazione.

In questo quadro, vi è la responsabilità di Rete ferroviaria italiana e di Fs Holding Spa che in questi decenni non hanno messo in campo progetti e realizzazioni per modernizzare i binari, non ottemperando ai propri obblighi di consentire che in Sicilia il movimento di merci e persone avesse una valida alternativa alle autostrade su ferro. Mentre hanno messo in cantiere opere importanti in tutto il Nord Italia ed anche nel Centro.
è ora di smetterla di fare come gli struzzi. L’indignazione fra i siciliani monta di giorno in giorno, anche se non hanno la capacità di manifestarla coralmente nei confronti di questi indegni rappresentanti delle istituzioni regionali, verso cui non può che esserci un gesto di condanna, per il loro lassismo, che è ormai diventato insopportabile. C’è anche la grave responsabilità della Classe dirigente siciliana, anch’essa rattrappita sui propri interessi.
È ora di dire basta. Bisogna lavorare seriamente per crescita e occupazione. Ora!

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