Migranti, morti in 800. Fermati presunti scafisti - QdS

Migranti, morti in 800. Fermati presunti scafisti

redazione

Migranti, morti in 800. Fermati presunti scafisti

mercoledì 22 Aprile 2015

Particolari sull’ultima tragedia nel Canale di Sicilia. Sopravvissuti sotto shock

CATANIA – Dal racconto dei sopravvissuti all’ecatombe avvenuta due giorni fa nel canale di Sicilia emergono sempre più dettagli su quanto accaduto. Lo scafista – raccontano i superstiti – forse nel tentativo di nascondersi avrebbe condotto il barcone contro una nave mercantile portoghese, la King Jacobs che era arrivata nelle vicinanze per prestare soccorso. Una versione confermata anche dai pm di Catania secondo i quali il naufragio sarebbe dovuto a due cause: lo spostamento dei migranti sull’imbarcazione, che era sovraffollata, e l’errata manovra dello scafista che l’ha portata a collidere con il mercantile King Jacobs.
Secondo i pm "non è stato ancora possibile accertare il numero dei morti" nel naufragio in Libia, perché i superstiti riferiscono di cifre comprese tra i 400 e 950 passeggeri, ma "secondo alcuni sopravvissuti sentiti su nave Gregoretti e un report del mercantile portoghese si stima che a bordo del barcone ci fossero circa 850 migranti". Proprio grazie alle testimonianze, sarebbero stati individuati i due presunti scafisti detenuti a Catania un tunisino ritenuto il comandante del peschereccio naufragato, e un siriano, suo assistente di bordo in carcere in attesa dell’interrogatorio del Gip.
"Abbiamo parlato con molti sopravvissuti e le testimonianze concordano tutte su questo numero", racconta la portavoce dell’Unhcr, Carlotta Sami. Sul barcone erano presenti migranti di diverse nazionalità. Sempre secondo i racconti dei sopravvissuti "erano presenti circa 350 eritrei – spiega Sami – non hanno saputo dire quanti siriani, somali e bambini tra i 10 e i 15 anni". Tra i sopravvissuti, con cui i rappresentanti dell’Unhcr hanno parlato, alcuni sono del Mali, Sierra Leone, Senegal. "Sono abbastanza fragili un po’ persi con lo sguardo", afferma Sami.
La nave Gregoretti della Guardia costiera, con a bordo i superstiti, è giunta l’altro ieri sera a Catania. Ad attenderli, in rappresentanza del governo, il ministro alle Infrastrutture Graziano Delrio oltre al sindaco di Catania Enzo Bianco e il presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta.
L’Italia "proverà a puntualizzare alcuni impegni concreti" prima del Consiglio Europeo di giovedì: interventi nei Paesi d’origine, distruzione dei barconi, raddoppio di Triton, ricollocazione d’emergenza condivisa tra tutti i Paesi, collaborazione con le Nazioni Unite, sforzo comune alle frontiere meridionali della Libia", ha affermato Matteo Renzi. "Le donne e gli uomini che stanno salvando vite umane nel Mediterraneo ci rendono orgogliosi dell’Italia e di quello che stiamo facendo. Ma ieri per la prima volta l’intera Europa si è mostrata attenta e solidale, con alcuni impegni concreti che proveremo a puntualizzare nelle ore che ci separano dal Consiglio Europeo di giovedì". "Se davvero finalmente alle parole scritte corrisponderanno fatti concreti per l’Europa sarà un primo passo", ha scritto il premier su Facebook, in vista del Consiglio europeo straordinario sull’immigrazione.
 
"Ma la strada da fare è ancora tanto lunga – aggiunge – davanti al dolore dell’Africa e agli schiavisti del ventunesimo secolo non è possibile voltare la testa dall’altra parte. L’Italia c’è e sta facendo ciò che stiamo vedendo consapevole di portare sulle spalle secoli di valori e di civiltà".

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