Voluntary disclosure, le criticità - QdS

Voluntary disclosure, le criticità

Antonio Pogliese

Voluntary disclosure, le criticità

venerdì 19 Giugno 2015

Conclusi diversi accordi internazionali e sviluppata efficienza nella rete dei controlli di Stato e Agenzia Entrate. La richiesta ricostruzione e documentazione potrebbe non essere ritenuta sufficiente

Dopo l’analisi in otto puntate sul QdS della normativa della Legge 15 dicembre 2014 n. 186 “Emersione e rientro dei capitali detenuti all’estero e ripristino della legalità”, seguono alcune riflessioni conclusive.
Dalla riforma tributaria di cui alla Legge delega del 1971 ad oggi i contribuenti, i professionisti dell’area tributaria e gli aziendalisti in genere hanno maturato variegate esperienze in tema di condoni fiscali, variamente denominati e finalizzati principalmente a produrre gettito fiscale ed, in alcuni casi, a definire i rapporti pregressi all’atto di modifiche rilevanti nel complesso rapporto Fisco/contribuenti.
Tali provvedimenti di condono si sono caratterizzati, salve alcune questioni controverse, per la estrema semplificazione dei procedimenti per la determinazione del dovuto a titolo di tributi da versare e sanzioni ed interessi.
Anche per i recenti provvedimenti di “scudi fiscali” per le attività detenute all’estero è possibile estendere la valutazione sopra riportata.
Quanto precede non è finalizzato a sostenere che la normativa in esame, in tema di collaborazione con l’Agenzia delle Entrate, sia nella logica del condono, magari l’ultimo di una lunghissima serie, bensì a fare rilevare la notevole differenza con i precedenti sul piano della notevole complessità per accedere a tale normativa e per il relativo costo che, in alcune fattispecie, è notevole nonché per alcune criticità che la caratterizzano.
Per quanto concerne la complessità per accedere è sufficiente evidenziare:
– la necessità di acquisire la documentazione necessaria a riscontrare, dando dimostrazione, dei fatti amministrativi oggetto della dichiarazione volontaria e dei rendimenti prodotti;
– il previsto intervento del professionista incaricato di assistere il contribuente per avvalersi della normativa e per stendere la prevista relazione esplicativa;
– la complessità dei conteggi relativi ai tributi da liquidare, relativi interessi e sanzioni stante le varie fattispecie ipotizzate e le variazioni negli anni delle aliquote delle varie imposte
– il raccordo con altri provvedimenti premiali quale ad esempio il nuovo ravvedimento e con l’ordinamento penale – tributario a cui contribuisce anche la normativa in esame con specifiche ipotesi di reato.
La conclusione di questo profilo consiste nell’evidenziare che la preliminare valutazione dell’opportunità di avvalersi di tale normativa può risultare dispendiosa ed impegnativa.
Malgrado ciò, tuttavia, è del tutto verosimile constatare che a seguito di molteplici accordi internazionali promossi anche da organismi internazionali, in uno alla evoluzione della tecnologia in generale ed informativa in particolare, la rete dei controlli da parte dello Stato italiano e della sua Agenzia ha raggiunto notevoli livelli di efficienza.
Il contribuente ed il proprio consulente nella preventiva valutazione per accedere alla normativa in esame devono tenere nel dovuto conto, in una necessaria visione d’insieme, quanto sopra esposto, il vigente ordinamento penale – tributario – societario, il costo per accedere alla normativa, la concreta possibilità di disporre della documentazione necessaria e sufficiente per la ricostruzione dei fatti amministrativi del passato, e relativa dimostrazione, e delle criticità che più volte la normativa presenta.
Fra le criticità, va anche tenuta presente che la richiesta ricostruzione e documentazione dei fatti amministrativi del passato, che si ritiene di regolarizzare, potrebbe, dall’Agenzia, non essere ritenuta sufficiente.
In tal caso, quindi, la criticità è costituita dal fatto che sono state, in alcuni ipotesi, comunicate notizie di reato per cui gli organi dello Stato devono procedere in assenza di copertura stante il mancato accoglimento della dichiarazione.
La normativa in esame è stata in precedenza descritta ed analizzata nei molteplici relativi aspetti utilizzando diverse fonti: la norma di legge; i provvedimenti del Direttore dell’Agenzia; le informazioni fornite in occasione di Telefisco 2015; gli articoli de “Il Sole 24 Ore”; l’informativa fornita da “Italia Oggi”.

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