Imprese ed export: differenziare l’offerta - QdS

Imprese ed export: differenziare l’offerta

Chiara Borzi

Imprese ed export: differenziare l’offerta

venerdì 10 Luglio 2015

Nonostante le difficoltà, l’Ice ha trovato dodici storie di successo siciliane tramite il progetto “Export Sud”. Il 90 per cento della crescita ha origine fuori dall’Europa con 800 mln di consumatori da soddisfare

CATANIA – Le organizzazioni istituzionali che in Italia si occupano di internazionalizzazione sono in tour con i roadshow per l’internazionalizzazione, in tutto il Paese, per cercare d’incrementare l’approccio delle aziende con il commercio con l’estero.
La tendenza delle imprese italiane e siciliane di essere ancora troppo arroccate ai mercati interni, stenta ad invertire la rotta, ed è così giustificata la necessità di quest’incontri itineranti. La diciannovesima tappa di “Italia per le imprese. Con le pmi verso i mercati esteri” – organizzata dal Ministero per gli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, il Ministero dello Sviluppo, il Simesti, l’Ita e la Sace – ha avuto per meta Catania, portando nella provincia etnea i principali riferimenti istituzionali del settore e gli specialisti dell’internazionalizzazione per le pmi.
Come evidenziato più volte all’interno dell’incontro, e da più interlocutori, la Sicilia non può più fare riferimento solo all’attività di raffinazione per proiettarsi nel mercato internazionale, ma deve accrescere le sue opportunità sfruttando già oggi i settori dell’agroalimentare e dell’innovazione tecnologica. Il crollo della Sicilia nell’export è stato verticale. Nelle ultime proiezioni diffuse dall’Istat la riduzione delle esportazioni è giunta fino a -13,9 per cento ed è stato dimostrato più volte come, senza una politica di internazionalizzazione, la Sicilia sia destinata ad affondare.
Il 90 per cento di crescita viene oggi fuori dall’Europa – ha dichiarato durante al roadshow etneo il vice ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda – ci sono 800milioni di consumatori da soddisfare ed è necessario agganciare questa crescita”.
Il vice ministro ha dichiarato di star puntando molto su politiche che metteranno in relazione i mercati italiani con quelli americani: “Sono mercati maturi – precisa – non simili a quelli cinesi dov’è difficile esportare i nostri prodotti”. Per la Sicilia questa notizia potrebbe essere importante perché già oggi, tra i consumatori degli Stati Uniti, sono noti i nomi di prodotti locali come il pane nero di Castelvetrano, l’olio di Chiaramonte Gulfi, i pomodori di Pachino o la pasta con farina di legumi di Salemi.
Nonostante le ristrettezza e lo scarso sostegno istituzionale, la Sicilia riesce oggi a porsi in primo piano attraverso 12 storie eccellenti di internazionalizzazione. Lo ha evidenziato durante il roadshow Riccardo Monti, presidente dell’Ice: “Abbiamo coinvolto circa 700 imprese siciliane nel nostro progetto Export Sud. La Sicilia incide nell’export italiano appena per il 10 per cento ed è necessario insegnarle ad esportare. I dati siciliani – ha evidenziato Monti – sono colpiti pesantemente dalla crisi del siderurgico. Da Priolo. Ma 200milioni di raffinazione in meno possono essere sostituiti da altrettanti posti di lavoro nella filiera agroalimentare”.
Il problema siciliano della diversificazione delle esportazione è stato messo in evidenza durante l’incontro catanese anche dal segretario generale del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Michele Valensise: “Neanche la Sicilia sfugge a questa regola. Abbiamo un brand da amministrare con orgoglio”.
 


Occorre alzare il livello di competitività
 
CATANIA – Nonostante le voci di dimissioni l’assessore alle Attività Produttive Linda Vancheri è stata presente a Catania per illustrare le attività svolte dal suo assessorato indirizzate a stimolare l’internazionalizzazione siciliana ed in particolare dare un seguito alla presenza regionale ad Expo. “Nonostante la presenza di cospicui fondi non siamo sempre riusciti a realizzare una filiera istituzionale che ha innalzato il livello di competitività – ha ammesso l’assessore – E’ comunque aperto un dialogo tra Regione e governo centrale perché nei processi d’internazionalizzazione è fondamentale l’ottica di sistema. Sono soddisfatta del lavoro svolto finora e spero di poterlo continuare, perché nel nuovo dpf abbiamo inserito nuovi modelli per le nostre imprese all’estero”. Secondo quanto evidenziato dall’assessore Vancheri un nuovo capitolo di rapporti con l’estero è pronto ad aprirsi a conclusione di Expo : “Tutti ricorderete i 18 tavoli composti da aziende che hanno lavorato alla preparazione dell’Expo. Alla fine dell’evento riapriremo i tavoli per elevare l’internazionalizzazione. Le nostre aziende hanno tutto il diritto di avere e di chiedere guardando ai propri bisogni".

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