Certamente questo lieve scostamento non costituisce né un motivo di orgoglio, né un privilegio per tutti quei contribuenti siciliani costretti all’esborso di importi assai simili a quelli nazionali, ma con redditi e ulteriori parametri economici assai distanti.
Irpef, Iva e Irap
Secondo le informazioni provenienti dal Siope (Sistema informativo delle operazioni degli enti pubblici), le principali entrate tributarie regionali (Irpef, Iva e Irap) contribuiscono per circa la metà al totale delle entrate correnti della Regione. Proprio per quel che attiene all’Irpef e all’Irap, ossia le due imposte su cui vige un’autonomia impositiva fissata entro determinati limiti dalla legge, i siciliani versano importi abbastanza consistenti a causa dell’elevata aliquota. Infatti, a causa degli elevati disavanzi sanitari, la Regione Siciliana ha applicato per entrambi i tributi aliquote più alte (rispettivamente 4,82% per l’Irap e 1,73% per l’Irpef).
Il peso tributario delle ex Province
Ai 2.100 euro sopra enunciati, è necessario aggiungere in media 64 euro procapite, ossia il peso tributario imposto dalle Province siciliane nel triennio in esame. Si tratta di un valore in aumento dell’1,7% l’anno, contro il +0,1% rilevato a livello nazionale. In quest’ambito, i principali tributi sono l’imposta sull’assicurazione Rc auto e quella di trascrizione, che rappresentano rispettivamente il 57,8% e il 25% delle entrate totali, aumentate rispettivamente dell’11% e del 2,9% nella media del triennio.
Anche per quel che inerisce le imposte provinciali è ammessa l’autonomia impositiva. Infatti, le Province possono maggiorare del 30% l’importo dell’imposta di trascrizione rispetto alla tariffa base prevista dal decreto ministeriale 435/1998. Inoltre , grazie al Dlgs. 68/2011 tale possibilità è estesa anche all’aliquota base dell’imposta sull’assicurazione Rc auto, pari al 12,5% a cui applicare in aumento o in diminuzione fino a 3,5 punti percentuali.
Per quel che riguarda la specifica situazione siciliana, le ex Province hanno maggiorato l’imposta di trascrizione del 30% rispetto alla tariffa base, tranne Siracusa e Ragusa che hanno aumentato l’imposta rispettivamente del 20% e 15%. Mentre l’aliquota sull’assicurazione Rc auto in tutte le Province è giunta al 16%.
Ma non è ancora tutto. Dobbiamo infine aggiungere gli importi riscossi dai Comuni, pari in media a 389 euro pro capite con un aumento del 13,3% l’anno.
Tributi comunali
Fra i principali tributi di competenza dei Comuni rientrano l’imposta sulla proprietà immobiliare e l’addizionale comunale all’Irpef: tali entrate rappresentano rispettivamente il 34,9% e l’11,5% del totale; la prima è aumentata del 9,1% nella media del triennio, mentre la seconda del 15%. Nel caso dei Comuni, l’autonomia impositiva si manifesta principalmente nella facoltà di variare le aliquote delle imposte immobiliari e quelle dell’addizionale all’Irpef. Le imposte immobiliari soggette a variazione sono la Tasi (tributo sui servizi indivisibili), l’Imu (imposta municipale propria) e la Tari (tassa sui rifiuti).
Addentrandoci nello specifico, la base imponibile della Tasi è la rendita catastale rivalutata, l’aliquota base è pari all’1 per mille; non è previsto un sistema di detrazioni uniforme per tutti gli enti. I Comuni possono modificare l’entità del prelievo purché la somma fra l’aliquota della Tasi e quella dell’Imu non ecceda il 6 per mille per le abitazioni principali, il 10,6 per gli altri immobili.