Il primato è dell’etica non della politica - QdS

Il primato è dell’etica non della politica

Carlo Alberto Tregua

Il primato è dell’etica non della politica

martedì 21 Luglio 2015
Secondo Aristotele (384 a.C. o 383 a.C. – 322 a.C.) nella sua Retorica, la forza della comunicazione poggia sulla forza delle idee e sulla forza delle ragioni. Senza queste ultime, qualunque comunicazione, dopo poco tempo, fa scoprire che si tratta di una illusione. Un boomerang per chi ha comunicato.
La politica deve poggiare su decisioni e azioni. Quando, invece, è solo comunicazione, fallisce la sua missione e diventa un’attività vuota, priva di significato e persino dannosa  per i destinatari: i cittadini.
I quali, però, non devono sentirsi ed essere soggetti passivi, bensì parte attiva della Comunità, facendosi sentire contro storture, privilegi, prepotenze e, in genere, contro tutti coloro che perseguono l’interesse personale a scapito dell’interesse generale.
La politica è un’attività serissima e, per evitare equivoci, dovrebbe essere esercitata gratuitamente, salvo il rimborso delle spese vive sostenute. Altro che vitalizi, alias pensioni privilegiate.

Dall’avvento di Berlusconi, la politica ha usato massicicamente la comunicazione. Ma i risultati deludenti di questo ventennio, il degrado, la decrescita e la disoccupazione del nostro Paese, hanno dimostrato che l’illusione non produce risultati benefici. Sia ben chiaro, il responsabile di tutto ciò non è solo Berlusconi, ma lo sono anche Prodi e soci, che hanno fatto meno comunicazione conseguendo, però, gli stessi scadenti risultati.
È tutta la Classe politica di questo ventennio che ha fallito, portando l’Italia sull’orlo del fallimento che, contrariamente a quello che ci vogliono fare credere, è sempre lì, prima dell’angolo.
Infatti, il debito pubblico cresce in modo inarrestabile, attestandosi a 2.218,2 miliardi (maggio 2015), con un aumento dallo stesso mese del 2014 di ben 52 miliardi. Non si capisce a cosa servano le riforme se l’indebitamento aumenta senza freno.
Sono i politici, blablatori e affabulatori, che cercano di farci credere  cose inesistenti, che stanno conducendo un’azione volta a migliorare la situazione socio-economica dell’Italia: Pil con crescita zero, disoccupazione al 12,4 %.
 

Molti si chiedono perché la politica non sia capace di dare risposte efficienti alle questioni gravi che investono la Comunità nazionale. Si chiedono anche perché non si prendano decisioni con soluzioni efficaci rispetto ai gravi problemi sul tappeto.
La risposta è una sola e copre tutti i versanti: la Classe politica non ha studiato o fa finta di non sapere nulla dell’etica e di tutti i valori morali che devono informare chi esercita responsabilità istituzionali a tutti i livelli: Stato, Regioni, Enti locali, partecipate pubbliche, enti pubblici diversi.
Delle due l’una, o i responsabili sentono su di loro il dovere di dare risposte chiare e forti al grido di dolore che proviene dai cittadini, in particolar modo quelli più deboli, oppure sono degli irresponsabili.
In questo quadro, emerge con chiarezza la sempre maggiore diffusione della corruzione, che approfitta della debolezza della Classe politica e della sua permeabilità. 

In Italia, vi sono diverse associazioni di servizio, associazioni di consumatori, associazioni ambientaliste ed altre del Terzo settore. Esse rappresentano, o dovrebbero rappresentare i cittadini. Sembra inverosimile non sentire la loro voce sul fenomeno dinanzi citato: la corruzione.
Come è possibile che organizzazioni che fanno riferimento ad un proprio codice etico, chiudano gli occhi, le orecchie e la bocca, su questo cancro che sta distruggendo il tessuto sociale ed economico italiano?
Perché tacciono? Hanno interessi privati da difendere? Proteggono corrotti che vi sono al loro interno? Sono insensibili al degrado morale che sta mettendo in croce gli italiani per bene?
Non sappiamo quale sia la risposta giusta. Sappiamo, però, che il silenzio è deprecabile e condannabile; un silenzio che si trasforma in connivenza ed omertà quando non si denunziano le malefatte di pubblici amministratori, imprenditori collusi, professionisti corrotti e tanti altri.
Qualcuno afferma che I panni sporchi si lavano in famiglia. Sbagliato! In una Comunità sana I panni sporchi si lavano in piazza.

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