Sud alla ricerca della ripresa che non c’è - QdS

Sud alla ricerca della ripresa che non c’è

Rosario Battiato

Sud alla ricerca della ripresa che non c’è

mercoledì 29 Luglio 2015

Ad emergere qualche indicazione positiva dal rapporto Check up di Confindustria e Srm, ma non si registra l’auspicato cambio di marcia. Dati dell’economia pre-crisi ancora lontani. Per la Sicilia risultati positivi da Cig e turismo

PALERMO – Non è una ripresa, ma una retromarcia per staccarsi dal muro della crisi. L’aumento dell’occupazione (+0,8% nel primo trimestre del 2015 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno) che arriva dopo sette anni scivolamenti sempre più in basso non è un segnale sostanziale di ritorno all’economia pre-crisi, perché siamo ancora ben distanti dai valori del 2007, eppure contribuisce a formare, assieme ad altri fattori come la riduzione dell’utilizzo della Cassa integrazione, un quadro di maggiore stabilità degli indicatori economici meridionali. La radiografia del sistema economico è stata confenzionata da Confindustria e Studi Ricerche Mezzogiorno nel Check Up Mezzogiorno, presentato ieri a Roma.

Ci sono ben undici capitoli più un focus crisi per descrivere tutti gli anfratti dell’economia meridionale. Dai principali dati macroeconomici alle dinamiche creditizie passando per il mercato del lavoro e la formazione senza dimenticare turismo, cultura, spesa pubblica e politiche di sviluppo, infrastrutture, demografia e qualità della vita. Secondo gli esperti, se nel “complesso dell’economia italiana si iniziano a registrare i primi, timidi, segnali di ripresa, nel Mezzogiorno è ancora tempo di cercare i segnali, o le tracce, di una possibile inversione di tendenza alle porte”. 

I segnali positivi, tuttavia, ci sono. Dall’occupazione fino al sostanziale dimezzamento della Cassa Integrazione nel confronto con tra i primi due trimestri del 2015 e dell’anno precedente. Bene anche il fatturato delle medie imprese meridionali mentre cresce la voglia di investire e fare impresa visto che il saldo positivo tra imprese cessate e iscritte raddoppia tra il 2013 e il 2014 con quasi 6.000 imprese in più, grazie anche alla sensibile riduzione delle cessazioni (quasi 8.000 in meno). Ben piantati i riferimenti giovanili (4 imprese su 10 sono condotte da giovani) e si segnala anche l’incremento delle presenze e della spesa turistica nelle regioni meridionali, in particolare di stranieri (+700.000 tra il 2013 e il 2014). In questo campo è proprio la Sicilia a meritarsi una segnalazione con una tendenza particolarmente vigorosa che ha visto crescere di circa 1/3 il numero di viaggiatori stranieri.

Per l’Isola i risultati sono altalenanti. L’andamento del pil aggiornato al 2013 vede un crollo del 14,6% rispetto ai dati pre-crisi del 2007 e -2,7% rispetto all’anno precedente, anche se gli ultimi dati della Fondazione Res hanno prospettato una crescita attesa dell’1% di pil e disoccupazione stabile per il 2015. Crescono bene le esportazioni che hanno pienamente recuperato il peso perso a partire dal 2009, tuttavia il valore del 2014 (9,6 milioni di euro) è comunque inferiore al 2013 (11,1 miliardi).
Il numero delle imprese attive nel 2014 (poco meno di 370mila) resta comunque inferiore del 6,6% rispetto al 2007 e si conferma come il dato più basso degli ultimi otto anni mentre il valore del primo trimestre del 2015 continua a registrare un calo (-1,5%). Segnali positivi dalle imprese cessate e iscritte nel registro del 2014 con una differenza in positivo di 2.439. In ogni caso la mortalità resta alta con 72 imprese cessate al giorno nel 2014.

L’andamento degli occupati resta in calo. Il dato del 2014 (1,3 milioni) è comune il più basso dell’intera serie che comincia nel 2007 e un ulteriore ribasso si è registrato nel primo trimestre del 2015 (-1,4%). Tra il 2007 e il 2014 l’Isola ha avuto il calo più terrificante con 159mila occupati in meno. La buona notizia arriva dalla Cassa integrazione che anche in Sicilia, come nel resto del Mezzogiorno, ha visto ridurre, tra il 2013 e il 2014, il monte ore che è passato da 35,7 milioni di ore a 31,1.
Restando sul fronte delle attività produttive è lievemente in rialzo il fatturato delle pmi di capitali che tra il 2012 e il 2013 ha visto una crescita dello 0,2%, comunque in clamoroso calo rispetto al 2007 (-6,3%). Le start-up in Sicilia sono più longeve che altrove. L’Isola, infatti, supera di pochissimo (+0,2%) il tasso di mortalità (imprese cessate sul totale delle neo costituite) del dato del mezzogiorno.

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