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martedì 11 Agosto 2015

Monitoraggio del Dipartimento Amministrazione Penitenziaria. I semestre 2015: immagini a luci ed ombre

ROMA – “Per il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria le condizioni di vita dei detenuti, in linea con le prescrizioni dettate dalla sentenza Torreggiani, sono migliorate in Italia. Non si dice, però, che le tensioni del sistema penitenziario italiano continuano a scaricarsi sulle donne e gli uomini del Corpo di Polizia Penitenziaria, quotidianamente impegnati a contrastare le tensioni e le violenze che avvengono nelle nostre carceri vedono spesso i nostri agenti, sovrintendenti, ispettori picchiati e feriti dalle violenze ingiustificate di una consistente fetta di detenuti che evidentemente si sentono intoccabili”. Lo sottolinea in una nota Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe, commentando i dati del monitoraggio disposto dal Dap per la verifica periodica degli interventi messi in atto per il miglioramento delle condizioni detentive.
Per Capece “i dati sono gravi e sconcertanti e sono utili a comprenderli organicamente la situazione delle prigioni del nostro Paese: ometterli è operazione mistificatoria: dal 1 gennaio al 30 giugno 2015 nelle 198 carceri italiane si sono infatti contati 19 suicidi di detenuti, 2 di poliziotti penitenziari, 34 decessi per cause naturali in cella, 465 tentati suicidi sventati in tempo dai poliziotti penitenziari e 3.163 atti di autolesionismo posti in essere da detenuti. Ancora più gravi i numeri delle violenze contro i nostri poliziotti penitenziari: parliamo di 2.095 colluttazioni e 449 ferimenti.
Ogni giorno, insomma, le turbolenti carceri italiane vedono le donne e gli uomini della Polizia penitenziaria fronteggiare pericoli e tensioni e per i poliziotti penitenziari in servizio le condizioni di lavoro restano pericolose e stressanti. Ma il Dap queste cose non le dice: l’unica preoccupazione, per i solerti dirigenti ministeriali, è evidentemente quella di migliorare la vita in cella ai detenuti. I poliziotti – conclude il segretario del Sappe – possono continuare a prendere sberle e pugni, a salvare la vita ai detenuti che tentato il suicidio nel silenzio e nell’indifferenza dell’Amministrazione penitenziaria…”.
Campania, Puglia e Lombardia le regioni d’Italia nelle cui carceri sono contati maggiori ferimenti e colluttazioni (55, 54 e 53) mentre è nelle carceri della Toscana che si sono contati più atti di autolesionismo, 501, nel primo semestre del 2015. Il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (Dap) parla di “dati in netto miglioramento” circa la gestione nelle carceri italiane di bambini figli di detenuti: “Per quanto riguarda – si legge nel comunicato – le specifiche strutture dedicate alle mamme detenute con figli, si registra l’apertura dell’Icam di Torino, destinato anche all’utenza della regione Liguria, che va ad affiancarsi agli Icam di Milano, di Venezia (struttura che copre anche il territorio regionale dell`Emilia Romagna in considerazione della scarsa presenza di detenute in detta area geografica) e di Senorbì (Sardegna). Sono stati inoltre avviati i progetti per la realizzazione degli Icam di Barcellona Pozzo di Gotto e di Rebibbia Femminile, posti all`esterno degli istituti”.

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