Regioni e Comuni superindebitati hanno cancellato gli investimenti - QdS

Regioni e Comuni superindebitati hanno cancellato gli investimenti

Serena Giovanna Grasso

Regioni e Comuni superindebitati hanno cancellato gli investimenti

giovedì 27 Agosto 2015

Confindustria: il livello di indebitamento 2014 degli Enti locali e territoriali ammonta a 27,4 mld €. Nel Mezzogiorno 27.828 procedure di affidamento lavori pubblici, solo il 19,7% del totale

PALERMO – Regioni, Province e Comuni: si tratta indistintamente di “macchine magiasoldi”; apparati la cui unica esistenza è motivata dal fatto di effettuare inutili spese. Questo è il prospetto che si evince con assoluta nitidezza nel Mezzogiorno. Infatti, secondo i dati diffusi lo scorso 28 luglio da Confindustria all’interno del rapporto “Check-up Mezzogiorno”, l’Italia insulare e meridionale è la circoscrizione con l’indebitamento complessivo di Regioni, Province e Comuni più elevato. Si tratta infatti di un valore ammontante per il 2014 a 27,4 miliardi di euro, ovvero il 31,4% dell’intero valore nazionale. Valori ancora estremamente elevati, nonostante le ampie riduzioni verificatesi negli anni (si parla di 29 miliardi nel 2013 ed addirittura 30,9 miliardi nel 2011).
Nelle altre circoscrizioni territoriali è possibile osservare debiti nettamente più contenuti, complessivamente ammontanti a 25,6 miliardi di euro nel Nord-Ovest, 11 miliardi di euro nel Nord-Est e 23,2 miliardi di euro al Centro. Anche in questo caso si tratta di indebitamenti più contenuti rispetto a quelli riscontrati nel corso dei precedenti anni: in particolar modo, la riduzione più consistente si è verificata nel Nord-Ovest, circoscrizione territoriale in cui si è passati dai 29,5 miliardi di euro di indebitamento nel 2011 ai 25,6 miliardi di euro nel 2014, per una contrazione pari a quasi quattro miliardi di euro.
Nel Mezzogiorno, il grosso del debito proviene dalle Regioni (13,7 miliardi di euro) e dai Comuni (11,5 miliardi di euro); quote estremamente inferiori si rilevano nelle Province (2,2 miliardi di euro). Invece, nelle altre circoscrizioni territoriali il debito dei Comuni risulta essere sempre il più elevato, rilevando uno stacco sostanziale rispetto al debito delle Regioni: nel Nord-Ovest e nel Nord-Est è possibile osservare il gap più vistoso, circoscrizioni geografiche in cui si rileva rispettivamente un indebitamento per i Comuni pari a 14 e 7,1 miliardi di euro e per le Regioni pari rispettivamente a 8,7 e 2,4 miliardi di euro. Naturalmente anche nelle altre circoscrizioni territoriali i debiti delle Province sommano quote abbastanza marginali.
A fronte di un indebitamento tanto sostenuto, occorre denunciare spese per investimenti assai più contenute. Nel Mezzogiorno i mutui erogati per il finanziamento degli investimenti degli Enti locali hanno raggiunto nel 2013 la quota di 136 milioni di euro (628 milioni a livello nazionale) con un calo del 43,6% rispetto all’anno precedente (quando erano stati pari, nel complesso, a 241 milioni di euro), dovuto verosimilmente al difficile momento congiunturale generato dalla crisi economica e ai vincoli sempre più stringenti introdotti dal Patto di Stabilità interno. Rispetto al dato pro capite, l’importo registrato per il Mezzogiorno è pari a 6,6 euro per abitante, a fronte di una media nazionale pari a 10,3 euro.
Di conseguenza, si riducono al minimo i lavori pubblici, tutto a discapito dello sviluppo meridionale. Nel corso del 2013 le procedure di affidamento di lavori pubblici sono state nel Mezzogiorno pari a 27.828, appena il 22% del totale (125.196 a livello nazionale), per un importo complessivo pari quasi a 17,2 miliardi di euro (appena il 19,7% del dato nazionale). In riferimento alle singole regioni della macro area, la Sicilia prevale sia in termini numerici (5.975) sia in termini di volumi finanziari (oltre 4,2 miliardi di euro), seppur si tratti comunque di valori estremamente contenuti. Seguono Puglia e Campania (rispettivamente con 5.618 e 5.769 procedure d’affidamento, dal valore rispettivamente di 3,4 e 3,6 miliardi di euro). Infine, i valori più bassi si registrano per Molise e Basilicata.

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