Sicilia in calo peggio della Grecia - QdS

Sicilia in calo peggio della Grecia

Carlo Alberto Tregua

Sicilia in calo peggio della Grecia

venerdì 11 Settembre 2015

Lombardia meglio della Germania

La regione di riferimento, per tutte le inchieste che via via sviluppiamo, è la Lombardia, almeno per quanto concerne l’Italia. Oppure Catalogna (Spagna), Rodano (Francia) e Baden (Germania) per quanto riguarda l’Europa. Le quattro regioni sono motori, caterpillar, che trainano economia, sviluppo, producono occupazione e creano ricchezza che poi viene ripartita alla popolazione, soprattutto a quella più bisognosa.
La Catalogna con la sua capitale, Barcellona, ha varato riforme importanti per abbassare il costo del lavoro e rendere flessibili assunzioni e licenziamenti. è la Regione di Spagna più dotata di infrastrutture e tra quelle che attrae il maggior numero di turisti, ben 70 milioni di visitatori.
La pressione fiscale è molto più bassa di quella italiana, con l’imposta equivalente all’Ires del 25% per le piccole imprese. I dati di Rodano, Lombardia e Baden non sono molto diversi e costituiscono punti di riferimento per tutte le altre regioni europee che volessero emularle.

In questo quadro e con questa realtà, la Sicilia è l’esempio negativo, agli ultimi posti nella graduatoria delle 272 regioni europee. Per i suoi dati macroeconomici (Pil, disoccupazione generale e giovanile, tasso di infrastrutture, trattamento dei rifiuti, Piani di attrazione di investimenti e altri) è un gradino inferiore alla stessa Grecia, che nel 2014 ha avuto una crescita del Pil inaspettata, vicina all’1%, mentre la nostra regione avrà una decrescita del Pil del 2%.
In Sicilia, vi sono settori d’avanguardia e poli imprenditoriali eccellenti, che si sono sviluppati perché hanno rinunciato ad avere rapporti con la Regione, la quale rappresenta la cancrena dell’Isola, perché paga oltre centomila buste paga al mese a gente che non lavora o lavora male.
Ribadiamo, però, che fra tutti i dipendenti e dirigenti diretti e indiretti della Regione Siciliana, vi sono professionisti validissimi e in gamba, che però non sono opportunamente valorizzati, affidando loro incarichi di responsabilità e consentendo di agire all’insegna del merito e non del clientelismo.
Proprio la comparazione fra Sicilia e regioni sviluppate lascia un forte amaro in bocca.
 

La Lombardia ha un Pil di circa 300 miliardi, la Sicilia, con metà degli abitanti, ha un Pil di poco più di 80 miliardi, meno di un terzo. La conseguenza è che il reddito pro capite dei lombardi è intorno a 30 mila euro l’anno e quello dei siciliani di circa 15 mila euro l’anno. La Sicilia ha un Pil pro capite inferiore a quello della Grecia.
Fatta questa fotografia, su dati incontrovertibili, ci chiediamo perché, pur nella loro pochezza, la classe politica e quella burocratica regionali non prendano a modello il sistema-regione di Lombardia, Rodano, Baden e Catalogna e mettano in moto meccanismi per emulare in tutto o in parte l’organizzazione di quelle regioni che, in base ai risultati indicati, funzionano bene e creano benessere per tutta la loro popolazione.

È possibile che classe politica e burocratica siciliane non sappiano neanche copiare? Si dovrebbe chiedere loro inventiva, alta professionalità, capacità progettuale e, soprattutto, la forza morale di valutare, decidere e attuare le soluzioni necessarie in tempi relativamente brevi. Ma se non hanno queste doti, almeno copino i modelli indicati e attuino qui le soluzioni che hanno messo in atto quelle regioni.
Qualcuno osserverebbe che non ci sono le risorse finanziarie. Sbagliato! La Sicilia dispone di risorse proprie per circa 16 miliardi l’anno, fondi europei e statali per circa 2 miliardi l’anno, possibilità di ricorrere alla Bei (Banca europea d’investimenti) per finanziare infrastrutture, mettere in moto in maniera massiccia il project financing, chiedere finanziamenti a costo zero alla Cassa depositi e prestiti, per costruire infrastrutture.
Ciò significa che stornando quattro miliardi dalla spesa corrente e addizionando le risorse prima indicate, la Regione potrebbe disporre di circa dieci miliardi con cui creare in un anno più di centomila posti di lavoro e far crescere il Pil di almeno un punto.
Perché non fa quanto indicato? Valutatelo voi, cari lettori.
Scriveteci.

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