Senza fabbisogno impossibile assumere - QdS

Senza fabbisogno impossibile assumere

Carlo Alberto Tregua

Senza fabbisogno impossibile assumere

martedì 15 Settembre 2015

Legge 124/15, abolite le piante organiche

Sembra incredibile, una Regione che paga oltre centomila stipendi al mese, programma nuove assunzioni, anziché attuare mobilità, messa in cassa integrazione e, in estremo, cessazione dei contratti dirigenziali. Ancora più incredibile appare il comportamento della Regione consistente nell’ignorare totalmente la legge 124/15 di riforma.
La stessa prevede l’eliminazione totale delle piante organiche e la determinazione di numero e tipologia di dipendenti e dirigenti in base al fabbisogno e alla disponibilità del budget.
Agli esperti è noto che il fabbisogno di risorse umane discende dalla produzione dei servizi, in quanto esse sono lo strumento per realizzare i servizi medesimi.
Se non si parte dalla testa della filiera, cioè i servizi, è impossibile determinare quante e quali risorse umane abbisognano, tenendo conto dell’altro limite che è il budget disponibile. In una Regione che spende un miliardo di stipendi e 9 miliardi per la sanità di cui 2,8 per il personale, è anacronistico programmare nuove assunzioni.

L’eccesso di personale della Regione è noto a tutti, ma l’assessore al ramo non riesce a mettere in atto un programma di mobilità per trasferire dipendenti e dirigenti da un dipartimento all’altro, da una sede all’altra, secondo le necessità. Ciò accade perché l’interesse generale viene subordinato a quello dei singoli, che, invece, non dovrebbe prevalere.
Non c’è una direttiva del presidente della Regione nei confronti di tutta la burocrazia che imponga ai dirigenti generali di formulare un piano di fabbisogno di risorse umane in relazione ai servizi che lo stesso dipartimento deve produrre. Non c’è una direttiva degli assessori che chiedono ai propri dirigenti generali la medesima iniziativa. In altri termini, tutto va avanti senza regole di efficienza per operare adeguati risparmi della spesa pubblica.
Fino a quando i circa 16 miliardi di bilancio regionale saranno utilizzati per la spesa corrente (cattiva e clientelare), resteranno bloccate tutte le opere infrastrutturali necessarie, nonché tutte le opere indispensabili alla riparazione del territorio, che continua a franare.
 

Perché i dirigenti non vengono messi di fronte alle loro responsabilità? Probabilmente perché la classe politica è debole, permeabile e ricattabile. Con la conseguenza che non si riesce a mettere ordine nel sistema di funzionamento e, soprattutto, nel bilanciamento delle responsabilità, secondo il quale chi opera meglio va premiato, tenuto conto del merito, mentre i fannulloni vanno messi in fondo o esclusi dalla pubblica attività.
Occorre trasparenza. Bisogna che la Regione metta sui siti il nome dei dirigenti, dipartimento per dipartimento, con le indicazioni del fabbisogno di risorse umane, a fronte del quale vanno indicati dirigenti e dipendenti in carico. Dal raffronto fra il fabbisogno e l’attuale carico di dipendenti si evince se c’è ulteriore bisogno di risorse umane, ovvero qual è la quantità per tipologia in eccedenza, che va messa in mobilità ai sensi dell’articolo 16 della Legge 183/2011.
La questione è semplice e lineare, la soluzione è altrettanto semplice e lineare. Occorre che chi gestisce il personale faccia le opportune valutazioni e prenda le adeguate decisioni.

Una volta determinato il personale in esubero, ovvero i dipartimenti che ne hanno bisogno, gli assessori devono procedere con rapidità a spostare il personale in esubero verso i luoghi ove ve ne sia bisogno e, d’altra parte, conteggiare il costo complessivo del lavoro, dipartimento per dipartimento, per vedere se esso è compatibile con il budget disponibile.
Si capisce che la materia è delicata, avendo a che fare con persone e non con cose. Si capisce anche che questo stato di cose deriva da decenni di clientelismo, che una classe politica di basso livello ha utilizzato, non conoscendo altri strumenti per acquisire il consenso.
Nelle segreterie degli uomini politici del Nord italia, i cittadini vanno per chiedere di riparare una strada, di sistemare una scuola, di migliorare l’illuminazione ed altro. Qui, da noi, nelle segreterie degli uomini politici, vanno soggetti che chiedono utilità personali. Dovrebbero ricevere risposta negativa, invece vengono incoraggiati da politici che non hanno capito che la strada del favore è la strada della morte sociale.

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