Editoria, i grilletti al servizio dei padroni - QdS

Editoria, i grilletti al servizio dei padroni

Carlo Alberto Tregua

Editoria, i grilletti al servizio dei padroni

sabato 03 Ottobre 2015

Il contributo per la vita dei piccoli

Sergio Mattarella, Presidente della Repubblica, venuto al nostro forum quando era vicepresidente del Consiglio, pubblicato l’11/09/’99, in occasione dell’inaugurazione dell’anno scolastico ha detto una delle sue pesanti frasi emblematiche: La conoscenza abbassa i muri dell’ignoranza e della paura.
Infatti, più si conosce, meno siamo ignoranti e, quindi, meno in balìa dei sapienti. Chi più sa, più vale. Ma non in termini quantitativi, bensì in termini qualitativi. In questo mondo globale, ove tutti sono in concorrenza con tutti, è proprio la conoscenza che fa andare avanti alcuni e indietro altri. L’Africa, non tutta ovviamente, soffre la fame perché non ha conoscenza ed è quindi succube di sfruttatori che speculano sulla sua ignoranza.
Il Sud Italia è indietro di 50 anni rispetto alle regioni del Nord perché sul suo territorio non è diffusa la conoscenza, che si trasforma in progresso. Ed è succube di un ceto politico egoista e prepotente perché il popolo è ignorante.

Le considerazioni che precedono servono per ricordare che è l’informazione ad aumentare la conoscenza, è l’informazione che aiuta la trasparenza, è l’informazione che lotta la corruzione.
Ma c’è informazione e informazione. Quella dei padroni del vapore, di chi la usa cioè per interessi privati, ed altri, gli editori puri, che fanno l’informazione al servizio dei cittadini.
La concentrazione dell’informazione su carta stampata e su copie-repliche digitali si è concentrata, nel nostro Paese, in grandi gruppi che dominano il mercato e diminuiscono fortemente la concorrenza, fra cui Corriere della Sera e La Repubblica. Poi vi sono i quotidiani regionali e quelli locali che, quando non facenti parte di gruppi imprenditoriali che hanno altri obiettivi, svolgono un’azione necessaria alla conoscenza dei cittadini.
In Italia è stata approvata la legge 250/90 che ha istituito contributi per editori quasi tutti minori. Essendo malfatta, ha consentito arbitrii, corruzione e abusi di ogni genere. Ma, per ultima, è intervenuta la legge Monti (103/12) che ha regolato la materia in modo rigoroso. Cosicché vengono dati a tali editori piccole cifre che servono di sostegno indispensabile al loro conto economico.
Pensate che nel 2014, sono stati distribuiti in tutto 42 milioni di euro.
 

Di fronte a questo asfittico sostegno, che pensano di fare i grilletti, la cui ignoranza in materia è notoriamente crassa? Presentano un Ddl per l’abolizione anche di questi miserevoli contributi ai piccoli editori. Non sappiamo se l’abbiano fatto per ingraziarsi i padroni del vapore, cioè i grandi editori che fanno altri mestieri e la cui carta stampata gli serve per indirizzare il loro business. Ma certo, l’effetto della loro azione è quello di favorire i grossi e colpire i piccoli.
Nell’audizione, che ho svolto alla Commissione Cultura della Camera il 17 giugno, ho illustrato lo scenario dianzi scritto e alla fine il capogruppo dei grilletti, on. Giuseppe Brescia,  è venuto da me a dirmi che aveva capito ciò che prima ignorava. Ma nonostante questo gesto, i grilletti hanno continuato a sostenere il loro Ddl a favore dei grossi editori e contro i piccoli.
In questi giorni è stato presentato un Ddl di iniziativa parlamentare in materia di riordino dell’editoria che assorbe quello improvvido presentato dai grilletti.

Si tratta di una riforma organica che sarà trattata in Commissione Cultura e sulla quale bisognerà intervenire per spiegare ancora una volta la questione di fondo: se il Parlamento voglia seguire il precetto dell’art. 21 della Costituzione: Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto ed ogni altro mezzo di diffusione.
Ma come si può manifestare liberamente il proprio pensiero scritto se il mercato strangola i piccoli editori perché dominato dai grandi editori? Il Parlamento dovrà decidere se sia indispensabile ai cittadini conoscere l’informazione dal basso, quella del territorio, cioè quella che proviene dai cittadini. Oppure, se l’informazione debba guidare i cittadini, provenendo dall’alto, dai quei centri di potere che hanno tutto l’interesse affinché essi restino ignoranti e quindi in balìa dei potenti.
È una decisione di fondo: o l’interesse generale o l’interesse privato dei pochi. Ecco perché i grilletti, forse ingenui, debbono cambiare il loro orientamento a favore degli editori  minori. Oppure sono in malafede.

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