Resiste l'impianto accusatorio solido - QdS

Resiste l’impianto accusatorio solido

Carlo Alberto Tregua

Resiste l’impianto accusatorio solido

giovedì 08 Ottobre 2015

Fiducia in Magistratura e Guardia di Finanza

I pubblici ministeri sono oberati da enormi carichi di lavoro con migliaia di fascicoli nel loro ruolo. Quindi la loro attività è densa e molto impegnativa, con la conseguenza che normalmente l’impianto accusatorio è solido e resiste di fronte al collegio giudicante.
Questo dipende anche dalla capacità di rappresentare bene lo scenario in cui si realizza un delitto o un reato e si contornano altrettanto bene le figure degli indagati, rilevando quanto abbiano fatto nella loro vita privata ed in quella lavorativa.
Il giudice Gherardo Colombo, noto per aver fatto parte del pool Mani pulite, in una recente intervista televisiva ha sostenuto questo suo convincimento e cioè che prima di portare le accuse al collegio giudicante debbano essere collegate tutte le circostanze in modo che si sia certi e convinti della efficienza di tutto l’impianto accusatorio. Sostiene, Colombo, un credo di buon senso generale, secondo il quale è meglio un presunto colpevole fuori che un innocente dentro.

I pubblici ministeri per le indagini si avvalgono delle Forze dell’ordine e per quelle di natura economica della Guardia di Finanza che ha una vera specializzazione e una notevole preparazione nella materia.
Ed è proprio in virtù della capacità d’indagine della Guardia di Finanza che emergono reati di vario genere, comportamenti delittuosi, soprattutto nella Pubblica amministrazione, ed altre situazioni che comportano azioni penali.
Noi sosteniamo da sempre che i controlli vadano effettuati con costanza e competenza. Per quanto un controllo, soprattuto in un’azienda comporti disservizi di vario genere, perché bisogna produrre documenti o file, è giusto che essi avvengano. Sta poi agli investigatori usare il normale buon senso, senza per questo venir meno al loro dovere, nel valutare correttamente fatti e circostanze. Qualche volta, infatti, il limite tra correttezza e scorrettezza è talmente sottile che non è facile determinarlo.
Quando si interviene in attività economiche bisogna tener conto anche dell’enorme difficoltà di mercato di questa povera Sicilia, di un’economia ormai asfissiata, della grave disoccupazione, insomma di un contesto che serve per capire meglio la situazione generale.
 

In questo periodo vi sono stati impianti accusatori che non hanno retto davanti al collegio giudicante. Scaroni ed Eni prosciolti dall’accusa di corruzione internazionale, Tronchetti Provera fuori dalle inchieste e, qui in Sicilia, l’ex senatore Vladimiro Crisafulli o il parlamentare Grimaldi.
Ma di fronte ad alcuni casi di debolezza, le procure italiane ottengono conferme nella maggior parte di essi. In ogni impianto accusatorio per essere solido, i pubblici ministeri, tengono conto dei precetti costituzionali di ragionevolezza e proporzionalità, il che non significa applicare la legge in modo largo, ma formarsi un solido e profondo convincimento di colpevolezza o innocenza degli indagati.
Il che non è facile perché questo comporta un approfondito studio dei documenti e una lettura dei rapporti presentati dagli investigatori che possano essere ragguagliati allo scenario generale cui prima si accennava.
Vero è che dura lex sed lex, ma la differenza sta nella interpretazione ed applicazione. A dimostrazione di questo argomento, spesso, per fattispecie analoghe le sentenze sono diametralmente opposte.

Sono anche numerosi i casi in cui Tribunali, Corti di secondo grado e Cassazione, partendo dai medesimi fatti e dalle medesime prove, raggiungono sentenze contrarie. Ultimamente la Cassazione ha occupato le prime pagine dei giornali per l’assoluzione nei confronti dell’imputato Raffaele Sollecito, condannato in primo e secondo grado.
I giudici  sono uomini e possono sbagliare, e quasi sempre, quando sbagliano non hanno colpa. L’obiettività del loro giudizio si fonda su profondità e ampiezza in modo da capire bene fatti e circostanze che servono a precisare senza dubbio gli eventi.
La Giustizia è un versante costituzionale fondamentale perché regola i rapporti tra i cittadini. Da una Giustizia completa e obiettiva deriva una democrazia matura. Una Giustizia senza pregiudizi, senza personalismi, che non tenga conto dei poteri forti e che persegua il precetto costituzionale: tutti i cittadini sono uguali di fronte alla Legge.

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