Atletica russa, doping e corruzione mix letale - QdS

Atletica russa, doping e corruzione mix letale

Patrizia Penna

Atletica russa, doping e corruzione mix letale

mercoledì 11 Novembre 2015

La Federazione sovietica ha una settimana per provare la propria innocenza

Con lo sport non si scherza. Eppure, il suo ruolo “sociale”, cioè di promotore di valori positivi, sembra essere messo troppo spesso in discussione. Colpa, certamente, di chi lo infanga con il doping e con la corruzione.
Trema in queste ore l’atletica russa che ha meno di una settimana per chiarire la sua posizione e provare la sua innocenza, dopo l’ultima bufera che si è abbattuta sul mondo sportivo. L’accusa, pesantissima, è quella di massiccia violazione delle regole antidoping.
L’International Association of Athletics Federations (Iaaf) ha accolto le raccomandazioni della Commissione indipendente dell’Agenzia mondiale antidoping (Wada) e ha richiesto una risposta della Federazione di atletica leggera russa (Vfla). Il rischio è l’esclusione degli atleti di Putin dai giochi olimpici di Rio de Janeiro.
I russi, naturalmente, non l’hanno presa bene ma il presidente della Iaaf, Sebastian Coe non sembra voler sentire ragioni e pretende piuttosto spiegazioni. E in fretta. Anche perché la relazione della Wada presenta tutti i presupposti per far scattare un divieto temporaneo per gli atleti russi di partecipare alle competizioni di atletica leggera, compresi i giochi olimpici e i concorsi internazionali.
 
E così in effetti è stato. L’Agenzia internazionale antidoping non ha perso tempo e ha invitato la Federazione internazionale di atletica leggera a sospendere gli atleti russi da qualsiasi competizione. Secondo le indagini, infatti, diversi atleti di Mosca farebbero sistematicamente uso di sostanze dopanti alterando i risultati delle manifestazioni sportive a cui partecipano. Secondo il Sunday Times, otto atleti vincitori di medaglie d’oro o d’argento all’Olimpiade di Londra 2012 avrebbero dovuto esser squalificati per doping prima dei Giochi e sono invece sfuggiti alla sanzione per effetto di attività di corruzione.
Immediata quanto scontata la replica di Mosca.
Il ministro russo dello Sport Vitaly Moutko ha dichiarato che l’Agenzia internazionale antidoping non ha alcun diritto di sospendere gli atleti russi dalle competizioni sportive e dalle prossime Olimpiadi del 2016.
Il numero uno della Iaaf ha anche sottolineato che la sua associazione “agirà molto rapidamente”. E intanto dalla Federazione di atletica leggera russa (Vfla) si annuncia che presto sarà presentato all’International Association of Athletics Federations (Iaaf) un programma di attività antidoping “anche per superare gli attuali problemi per l’atletica russa e mondiale”.
Nonostante l’imbarazzo per le accuse che gettano un’ombra inquietante sul mondo sportivo sovietico che ha investito ingenti risorse, specialmente negli ultimi anni, Mosca sembra tuttavia disposta a fornire tutti i chiarimenti relativi a questa triste vicenda che vede protagonista in negativo proprio il Paese che ha ospitato i Giochi olimpici invernali di Sochi nel 2014 e che si prepara ad accogliere i Mondiali di Calcio nel 2018.
L’ipotesi che sono in molti ad abbracciare, sembrerebbe quella relativa ad un coinvolgimento dello Stato sovietico in questo scandalo. Se ciò venisse provato, si tratterebbe certamente di un terremoto mediatico senza precedenti per lo sport.
Dal canto suo, Sebastian Coe, presidente della Federazione internazionale di atletica leggera ha annunciato la prossima apertura di un’inchiesta. “Le informazioni contenute nel rapporto dell’Agenzia internazionale antidoping sono allarmanti. Abbiamo bisogno di tempo per analizzarle correttamente e comprenderne i risultati. Nel frattempo ho invitato il Consiglio ad aprire un procedimento nei confronti della federazione russa”, ha dichiarato Coe.

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