Qe, costo del denaro petrolio ed euro - QdS

Qe, costo del denaro petrolio ed euro

Carlo Alberto Tregua

Qe, costo del denaro petrolio ed euro

venerdì 04 Dicembre 2015

Quattro vantaggi inutilizzati dall’Italia

In prossimità della fine dell’anno, il Governo, gli economisti, l’Istat, gli uffici studi e tanti altri si accapigliano sull’ipotesi dell’aumento del Pil del 2015 rispetto al 2014, entro una forbice che va da 0,6 a 0,9 di incremento. Sarà una discussione dotta, ma sempre di zero si tratta. Questo accade perché il Governo non ha fatto nel 2015 alcune riforme fondamentali, dopo avere ben fatto quella sul lavoro.
La maggioranza ha approvato la riforma della Pubblica amministrazione, ma essa è debole ed inefficace, perché non ha inserito due principi generali: quello del merito e l’altro, non meno importante, del riferimento all’interesse generale per qualunque azione compiuta dal burocrate.
Fra le riforme fondamentali vi è quella da noi sollecitata più volte in funzione anticorruzione e cioè l’istituzione, obbligatoria per ciascun ente o partecipata pubblica di qualunque livello, del Niai (Nucleo investigativo affari interni).

Tale Nucleo, composto da professionisti esterni, capaci ed integerrimi, avrebbe il compito di aprire inchieste interne su casi di sospetta corruzione ed anche di palese inefficienza, dietro la quale spesso si nasconde la corruzione.
Il Nucleo costituirebbe quell’insieme di anticorpi richiesti a gran voce anche dal presidente dell’Anticorruzione, Raffaele Cantone, venuto al nostro forum pubblicato il 21 aprile scorso.
La corruzione, com’è noto, falsa il mercato, favorisce gli imprenditori disonesti, gonfia l’evasione, danneggia gli imprenditori corretti. Insomma, crea danni enormi ed è quindi il nemico pubblico numero uno.
Corruzione ed inefficienza nella Pubblica amministrazione vanno a braccetto. Non si può pretendere che Magistrati e Guardia di Finanza – che intervengono in via repressiva e solo successivamente ai reati – siano bastevoli, nonostante l’enorme sforzo, a contrastare la corruzione, che continua a diffondersi in tutti i gangli pubblici, anche in quelli più periferici.
La Pubblica amministrazione dovrebbe essere il motore della crescita economica. Invece ne è l’oppio. Ciò perché cittadini e imprese, per un verso o per l’altro, hanno bisogno dei servizi pubblici finanziati da imposte, tasse e balzelli divenuti insopportabili per tutti.
 

La Santacrisi ha portato quattro vantaggi all’economia dell’Europa e all’Italia. Essi sono: il petrolio, che è sceso fino a 40 dollari per barile (159 litri); il costo del denaro, che è praticamente a zero, anzi, in qualche caso, sono le banche che devono pagare qualche decimo di punto per tenere i soldi nella Bce; il ribasso dell’euro rispetto al dollaro, il cui cambio alla data  odierna è di circa 1,05, ma la sua caduta non si arresta e si stima che presto il cambio scenderà sotto la parità.
Ricordiamo, peraltro, che con l’entrata dell’euro il 1° gennaio 2002, il giorno dopo il cambio era addirittura di 0,87 dollari per 1 euro.
Il quarto vantaggio per l’economia riguarda la coraggiosa decisione di Mario Draghi con il Quantitative easing, cioè l’acquisto di 1.140 miliardi di titoli pubblici degli Stati membri, fra cui Grecia e Italia, in modo da dare liquidità a quei Paesi.
Ma i quattro vantaggi hanno prodotto per l’Italia, appunto, un incremento di zerovirgola del Pil: bel risultato!

La conduzione di un Paese può migliorare con i quattro vantaggi internazionali prima indicati, ma non funziona se non utilizza le cosiddette quattro E: etica, economicità, efficienza ed efficacia.
Etica, lo sanno tutti, significa prevalenza dell’interesse generale sull’interesse privato; etica significa rispettare tutti i cittadini, allo stesso modo, peraltro indicato chiaramente dall’articolo 3 della Costituzione. Etica significa che i cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore…(articolo 54 Cost.), in modo che siano assicurati il buon andamento e l’imparzialità dell’amministrazione  (art. 97 Cost.).
Etica significa che la spesa pubblica sia economica, cioè la minima possibile per ottenere il migliore servizio; una spesa pubblica che nel rapporto costi-benefici deve far rendere al massimo le strutture per  ottenere i migliori risultati.
Le quattro E sono ignorate nel nostro Paese, ma debbono ritornare a diventare i punti di riferimento di comportamenti della vera politica, quella con la P maiuscola. Oppure si galleggia, morendo.

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