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Rifiuti: l’Anci Sicilia scrive al Governo

redazione

Rifiuti: l’Anci Sicilia scrive al Governo

mercoledì 30 Dicembre 2015

“L’Isola è in una condizione da terzo mondo frutto di anni di anomalie e inefficienze”. Con queste parole il presidente di AnciSicilia, Leoluca Orlando, ha commentato lo “stato di salute” del sistema rifiuti nella nostra regione.

“Da troppo tempo la gestione del sistema integrato dei rifiuti è caratterizzata da una condizione che unisce a una complessiva inefficienza del sistema il grave disagio per i cittadini, un aggravio di costi per gli Enti locali e il perpetuarsi di inaccettabili rendite di posizione”. Con queste parole il presidente di AnciSicilia, Leoluca Orlando, ha commentato lo “stato di salute” del sistema rifiuti nella nostra regione.
“In questi anni – ha aggiunto – il Governo regionale ha mostrato su questo, come su altri temi, i suoi limiti abdicando alle sue funzioni di regolatore del sistema e relegando la Sicilia a una condizione da terzo mondo. I Comuni siciliani, di fronte a tutto ciò non possono accettare di essere additati come la causa della degenerazione del sistema. Ribadiamo, semmai, ancora una volta, la richiesta di riprendere il confronto, inspiegabilmente interrotto, per mettere in campo le necessarie azioni affinché si affrontino definitivamente i nodi irrisolti”.
“Abbiamo anche scritto – ha ricordato il presidente dell’associazione dei Comuni siciliani – al Presidente dell’Anac affinché vengano verificate le tante anomalie prodotte da un quadro normativo confuso e dalla condizione di continua emergenza nella quale sono costretti a muoversi gli Amministratori locali”.
All’inizio di quest’anno il presidente dell’Anci Sicilia ha formalmente e personalmente denunciato alla Commissione Parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti e alla Procura della Repubblica di Palermo nomi e circostanze che caratterizzano l’attuale sistema criminogeno nella gestione dei rifiuti in Sicilia, i cui attori principali sono stati e continuano a essere i mali governi della Regione e gli interessi economici di pochi privati.
Fermo restando che ogni sindaco risponde delle proprie scelte amministrative di fronte alla legge, c’è da dire che stiamo parlando di un sistema mai decollato rispetto al quale vi sono precise responsabilità che devono essere accertate dalla magistratura e dalla Procura della Corte dei Conti. Vengono troppo spesso accomunate situazioni diverse legate a condizioni territoriali diversificate. Generalizzazioni rispetto alle quali l’Assessorato, che conosce nel dettaglio ogni processo amministrativo relativo ai rifiuti, semmai dovrebbe fare chiarezza.
Sono le scelte della Regione ad aver stravolto, nel 2013, l’impianto della Legge regionale 9/2010 favorendo la moltiplicazione degli Aro e consentendo nei fatti la perpetrazione di interessi particolarissimi di pochi privati, che nei singoli territori operano in regime di monopolio e le cui posizioni sono state difese attraverso la presenza diretta nel Governo. 
“Le imprese private – ha detto Orlando – che in Sicilia gestiscono le discariche e che nei territori operano in regime di monopolio, hanno un ruolo talmente abnorme da esercitare financo la facoltà di accettare i rifiuti di alcuni comuni e rifiutare quelli di altri. Rispetto a un servizio fondamentale come la gestione dei rifiuti, la cui cornice normativa dovrebbe essere in parte regolata dalle ordinanze del Presidente della Regione siciliana, si finge di non comprendere come l’attuale patologia sia il prodotto della confusione legislativa generata dai due impianti normativi del 2009 e del 2013 e dall’assenza di una governance chiara”.
“L’AnciSicilia – ha concluso Orlando – in una lettera indirizzata a tutti i Comuni dell’Isola, nel ribadire il necessario rispetto della legge sulla trasparenza dei pagamenti alle imprese, la cui osservanza è rimessa alle compenti autorità nazionali, stigmatizza la condizione peculiare con cui sono costretti a confrontarsi gli amministratori siciliani in alcuni settori vitali sottolineando la necessità di un intervento della Regione, nel più breve tempo possibile, che consenta di rimuovere ostacoli, lacci e lacciuoli che, a oggi, impediscono una gestione autonoma ed efficiente dei territori”.

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