Febbre, origine sconosciuta per 1 bimbo su 5 - QdS

Febbre, origine sconosciuta per 1 bimbo su 5

redazione

Febbre, origine sconosciuta per 1 bimbo su 5

martedì 19 Gennaio 2016

Secondo uno studio del Policlinico di Milano, spesso la temperatura alta persiste nonostante accurata anamnesi. Può persistere per settimane senza un’apparente spiegazione: tra le cause la malattia di Kawasaki

ROMA – Per 20 bambini su 100 colpiti dalla febbre questa ha origine sconosciuta. Tecnicamente si chiama Fuo, Fever of Unknown Origin ed è caratterizzata da un aumento della temperatura corporea al di sopra di 37,9 gradi centigradi, che può persistere per settimane senza un’apparente spiegazione. Tra le cause, oltre alle infezioni, ci sono le malattie autoinfiammatorie e quelle autoimmuni, tra cui la malattia di Kawasaki.
Sebbene sia una condizione molto comune in età pediatrica e, nella maggior parte dei casi abbia una causa facilmente riconoscibile, come le infezioni respiratorie o intestinali, secondo un recente studio condotto dal Policlinico di Milano, in circa il 20% dei piccoli pazienti l’aumento della temperatura resta senza apparente spiegazione, anche dopo un’accurata anamnesi e un’attenta valutazione dei dati obiettivi. Sono questi i casi più complessi, quelli che richiedono un intervento tempestivo: febbri periodiche o ricorrenti possono essere la spia di malattie autoinfiammatorie o autoimmuni.
“La febbre è un sintomo molto frequente in pediatria soprattutto nei primi mesi e nei primi anni di vita, quando le malattie infettive ne rappresentano la causa preponderante” ha detto la Esposito, direttore dell’unità di pediatria ad alta intensità di Cura della Fondazione Irccs Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico e presidente di WAidid, associazione mondiale per le malattie infettive e i disordini immunologici.
“Quando, però, la febbre è periodica o ricorrente potrebbe essere la manifestazione di una patologia potenzialmente infausta, come può essere una malattia autoinfiammatoria o autoimmune, che deve essere condotta nel modo più tempestivo e preciso possibile”.
I casi di febbre di origine sconosciuta sono più difficili da diagnosticare nei bambini di età inferiore ai 3 anni, soprattutto quando non ci sono sintomi o reazioni evidenti o quando, come avviene in presenza di malattie autoinfiammatorie associate a febbre periodica, si assiste ad un completo benessere del bambino nei periodi che intercorrono tra un episodio febbrile e l’altro.
“Una tempestiva diagnosi dei casi di Fuo – ha spiegato Susanna Esposito – è fondamentale per individuare la terapia più adeguata e per evitare ciò che era la regola fino ad un decennio fa, quando un piccolo paziente veniva sottoposto ad una lunga serie di esami e immediatamente trattato con antibiotici, con il risultato di un iter diagnostico-terapeutico complesso e pesante per bambini e genitori”.La complicanza più temibile è rappresentata dagli aneurismi coronarici, la cui incidenza viene ridotta dal 15-25% a meno del 5%, quando i pazienti sono trattati con immunoglobuline entro il decimo giorno dall’esordio della febbre. La durata della malattia oscilla fra le 4 settimane e i 3 mesi ma, a causa delle complicazioni vascolari, potrebbe essere necessario monitorare le condizioni cardiache del paziente anche negli anni a seguire.

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