Bonifiche industriali, parla l'assessore Vania Contrafatto - QdS

Bonifiche industriali, parla l’assessore Vania Contrafatto

Rosario Battiato

Bonifiche industriali, parla l’assessore Vania Contrafatto

mercoledì 20 Gennaio 2016

L’assessore regionale dell’Ambiente: “Soltanto di recente la Regione ha acquisito competenza su questo settore”. Annunciati 66,5 milioni per interventi: a Priolo (62) e a Milazzo (4,5) per la caratterizzazione

PALERMO – Le bonifiche industriali siciliane sono ancora al minimo nazionale a distanza di decenni dalla loro istituzione. Un risultato ormai considerato una costante nel corso degli aggiornamenti annuali effettuati da Arpa e ministero dell’Ambiente. Numeri che abbiamo sviscerato nell’inchiesta dello scorso 14 gennaio (“Bonifiche, la Regione è immobile”), facendo il punto sullo stato di avanzamento della riqualificazione del territorio e sulla spesa dei fondi che sono stati stanziati, e non spesi, nel corso degli anni dal ministero dell’Ambiente. Responsabilità a più livelli, anche se oggi la Regione sembra di nuovo in carreggiata e pronta a immettere nel circuito fondi ministeriali per circa 66,5 milioni tra Gela e Milazzo per avviare operazioni di risanamento. Parola dell’assessore Vania Contrafatto.
Il titolare regionale dell’Energia ha parlato al QdS di questo settore “molto complesso, in cui le norme e le condizioni variano in continuazione”. Adesso potrebbe essere giunto il momento della svolta. “La Regione siciliana – ha spiegato – ha acquisito competenza su questo settore solo recentemente e sta quindi riprogrammando le azioni da intraprendere: alcune cose sono state già fatte, altre sono in itinere”.
Nell’elenco dei prossimi siti coinvolti dalle cure della Regione troviamo i tre Sin (Siti di interesse nazionale) di Gela, Milazzo e Priolo, in attesa che anche su Biancavilla si operi in questa direzione. “Su Priolo – ha spiegato – sono previsti interventi per 62 milioni di euro, su Milazzo c’è un accordo di programma quadro da 4,5 milioni per la caratterizzazione, a Gela bisogna prima smantellare la raffineria”.
 
Proprio su Gela si è espressa nei giorni scorsi la commissione Ambiente e sanità del comune, chiedendo che gli insediamenti di nuove attività, così come previsto bel bando dello scorso 7 gennaio emanato da Confindustria Sicilia per attrarre aziende nelle aree inutilizzate del cane a sei zampe, vengano effettuati in seguito, o parallelamente, alle bonifiche. Intanto la situazione nell’ormai ex polo petrolchimico resta tesa. Ieri blocchi in città da parte degli operai per i presunti ritardi nella riconversione della Raffineria prevista nel protocollo firmato nel novembre del 2014 (ne scriviamo a pagina 20, ndr) , mentre per oggi è atteso lo sciopero nazionale della chimica che da queste parti avrà una declinazione ben precisa. Il protocollo, firmato il 6 novembre del 2014, prevede un investimento dell’Eni da 2,2 miliardi di euro per riconversione green della RaGe e per l’attività di ricerca ed estrazione. Lo scorso ottobre era stato il ministero dello Sviluppo economico a precisare che le “attività legate alla conversione della Raffineria di Gela in Green Refinery sono in linea con i tempi previsti, attualmente è in corso la fase di studio dell’ingegneria e nel 2016 si apriranno i primi cantieri”.
Il quadro generale resta comunque particolarmente complesso, perché bonificare, in generale, non è affatto semplice. “Trattandosi di aree private – ha concluso l’assessore Contrafatto –, e per giunta possibilmente inquinate, non è semplice intervenire ma il governo si sta impegnando al massimo nella consapevolezza che tutelare l’ambiente significa, in primo luogo, tutelare la salute dei siciliani”.

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