Le banche pronte a rilanciare la Sicilia - QdS

Le banche pronte a rilanciare la Sicilia

Chiara Borzi

Le banche pronte a rilanciare la Sicilia

martedì 26 Gennaio 2016

L’Abi (Associazione bancaria italiana) si è riunita a Catania per analizzare il rapporto tra istituti di credito e territorio. Gli impieghi bancari sono ripresi a partire dal Mezzogiorno. Famiglie più dinamiche delle imprese

CATANIA – In un periodo di forti oscillazioni di mercato e necessità di accesso al credito, l’Abi (Associazione Bacaria Italiana) ha organizzato a Catania un incontro basato sull’analisi del rapporto tra banche e territorio.
L’appuntamento si è svolto al Teatro Massimo “Vincenzo Bellini” e ha avuto un importante seguito specialmente tra gli addetti ai lavori. Giovanni Pistorio, assessore alle Infrastrutture del governo regionale, ha preso il posto del governatore Rosario Crocetta, nessuno invece ha preso voce per conto del commissario della Citta Metropolitana di Catania, Maria Costanza Lentini, mentre si è regolarmente presentato ed e stato particolarmente deciso nel suo discorso di saluto, il sindaco di Catania Enzo Bianco. “Il governo ha tolto dalla sua agenda la voce e soprattutto interventi di sostegno al Mezzogiorno – ha dichiarato il primo cittadino – faccio quindi appello alla sensibilità del presidente Abi, Antonio Patuelli, affinché almeno le banche prestino attenzione ai fattori remoranti che ci limitano. In questa provincia ci sono imprenditori che nonostante la crisi hanno ancora il coraggio di scommettere, ricercatori che sperimentano e innovano e un sistema produttivo che seppur tra mille problemi ha una storica vitalità. Un credito meglio pensato per la nostra realtà potrebbe permetterci migliori passi in avanti”.
Dal canto suo proprio il presidente Abi ha risposto al sindaco Bianco, chiarendo che “la Sicilia ha assunto un ruolo economicamente e geograficamente più rilevante grazie ai problemi di sicurezza che caratterizzano il Nord Africa, e quindi oggi gli impieghi bancari sono ripresi a partire proprio dalle zone del Mezzogiorno. Le famiglie sono più dinamiche delle imprese, che pur si muovono anch’esse, ma possono avere uno sviluppo più accelerato. Bisogna valorizzare quello che già esiste in regione”.
Le banche promettono, dunque, nuova vicinanza al territorio. Lo ha affermato Giovanni Chelo, responsabile Unicredit per la Sicilia, che ha aggiunto: “Le banche svolgono soprattutto una funzione sociale, il sistema è solido nonostante la bufera. Il 90 per cento delle banche siciliane è vigilato dalla Banca centrale europea, per questo la Sicilia deve offrire prima che alle banche a se stessa un impeto di orgoglio necessario a creare una nuova rete industriale ed economica per la rinascita”.
 
Come affermato ad introduzione dell’incontro, il rapporto tra banche è territorio è innanzi tutto basato sulla fiducia. “è una rapporto di fiducia e tra uomini – ha evidenziato Saverio Continella direttore generale del Credito Siciliano -. Quando ogni parte in causa fa fino in fondo il proprio dovere siamo nell’optimum della condizione. Credito Siciliano punta sulle risorse non delocalizzabili della Sicilia, turismo, cultura, servizi ed energie rinnovabili, ma soprattutto le start up: quelle siciliane costituiscono il 5 per cento delle presenti in tutto il territorio nazionale.
 
Sono state settimane di sudore freddo, ma all’appuntamento Abi di Catania è stata presente anche Monte dei Paschi di Siena. “Al contrario di quanto si pensa i risparmiatori siciliani sono tra i più evoluti – ha dichiarato il responsabile territoriale per la Sicilia Giovanni Maione – e nello scorso anno abbiamo raddoppiato le concessioni di credito alle famiglie della Sicilia”.
Attuando una strategia del tutto nuova Intesa Sanpaolo ha dichiarato di essere disposta a concedere credito a tutte quelle aziende che vogliono investire per superare i gap strutturali che le caratterizzano.
“Vogliamo lanciare una proposta molto diversa di credito – ha spiegato il direttore regionale Francesco Guidi – rispondendo ad una domanda di credito “illuminata” avanzata da quelle aziende che voglio, ad esempio, digitalizzare la propria imprenditoria o investire in formazione. Riguardo il numero dei nostri correntisti, nel 2015 abbiamo registrato una crescita significativa con l’ingresso di 6 mila nuovi correntisti siciliani”.

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