Un servo viene picchiato e maltrattato da un prepotente, chiede giustizia a Gesù, che sconsolato, gli risponde di farsi giustizia da solo, se la vuole, tirando fuori i denti e combattendo perché nessuno lo farà mai al suo posto.
Tu ti lamenti, ma che ti lamenti? Pigghia nu bastoni e tira fora li denti!
Farsi giustizia da soli non rientra nei principi etici e democratici. Tuttavia, restare passivi di fronte a iniquità non è neanche etico né democratico.
Bisogna combattere nell’alveo delle regole e delle leggi per evitare di farsi sopraffare e ristabilire l’equilibrio tra i componenti di una Comunità, indispensabile perché tutto funzioni senza soperchierie.
Nel nostro Paese, in questo dopoguerra, i governi che si sono succeduti hanno compiuto una profonda iniquità, sostenendo lo sviluppo delle regioni del Nord e dimenticando quelle del Sud.
Nei governi vi sono state decine e decine di ministri meridionali, ma essi sono rimasti proni di fronte ai poteri forti e hanno dimenticato di essere meridionali e l’orgoglio di essere meridionali, con la conseguenza di aver indirizzato cospicue risorse, indispensabili allo sviluppo, verso il Nord piuttosto che verso il Sud.
L’ampia forbice che esisteva nel dopoguerra, delle condizioni socio economiche, si è ulteriormente allargata. Il dato più rilevante ed evidente riguarda le infrastrutture, che sono di livello europeo nelle regioni del Nord e di livello africano in quelle del Sud.
L’indolenza dei meridionali è certamente un elemento reale, la loro incapacità di essere efficienti e competitivi è altro elemento oggettivo; ma non avere investito in maniera efficace risorse per infrastrutture nel Mezzogiorno è una responsabilità dei governi.
È vero che per riparare il territorio distrutto dal Terremoto dell’Irpinia del 1980, lo Stato ha convogliato decine di miliardi, molti dei quali dispersi, ma ha omesso il controllo.
Ma a distanza di 25 anni, lo sviluppo del Paese tedesco è pressoché omogeneo nei 16 Länder, ovviamente con punte di eccellenza quale Amburgo, Brema e la Baviera per Pil prodotto. Qualcuno osserverà che gli italiani non sono tedeschi. Ma bisogna controsservare che per cultura, tradizione, inventiva e capacità di iniziativa, vi è una fetta di italiani non secondi a nessuno.
La debolezza del nostro Paese risiede nella classe politica e in quella burocratica, fatta in buona misura da squallidi personaggi, egoisti e parassiti, cui si contrappone una schiera di grandi personalità, oneste e capaci, che però non riescono a contrastare l’ignavia e l’incompetenza dei primi.
Il governo Renzi ha cominciato a fare approvare una serie di riforme che marcano una inversione di tendenza di carattere generale, ma non ha imboccato per nulla la strada dell’equità ovvero della riduzione della forbice Nord-Sud.
Perché questo avvenga è necessario che vi siano forti investimenti al Sud nelle infrastrutture (ferro, gomma, acqua, cielo) perché, senza di esse, merci e persone non si possono spostare a costi competitivi, e quindi tutto il Sud non può diventare concorrenziale col resto del Paese e del mondo.
Eppure al Sud vi sono le piu grandi ricchezze culturali, paesaggistiche e archeologiche, che però non vengono messe a sistema e, quindi, non hanno una ricaduta economica ed occupazionale.
Responsabilità delle regioni meridionali: certamente. Responsabilità della classe burocratica e politica regionale: certamente. Ma non vi è dubbio che il pesce puzza dalla testa. Bisogna evitare che la puzza si estenda al corpo.
Matteo Renzi è avvisato.