Edilizia, la Sicilia non va oltre la promozione della sostenibilità - QdS

Edilizia, la Sicilia non va oltre la promozione della sostenibilità

Adriano Agatino Zuccaro

Edilizia, la Sicilia non va oltre la promozione della sostenibilità

domenica 31 Gennaio 2016

Nell’Isola nessun obbligo di efficienza energetica sulle prestazioni degli edifici o sul rinnovabile. Legambiente: tornare a creare lavoro con riqualificazione patrimonio immobiliare

CATANIA – “La sfida, che deve essere accompagnata con forza da governo e regioni, è di tornare a creare lavoro attraverso migliaia di cantieri di messa in sicurezza del territorio e riqualificazione del patrimonio edilizio in tutta Italia, con obiettivi energetici e di sicurezza statica e sismica”. A rilasciare la presente dichiarazione è stata Legambiente che, insieme ai sindacati delle costruzioni, ha presentato a Roma il quarto rapporto dell’Osservatorio congiunto su innovazione e sostenibilità nel settore edilizio.
Gli intenti di Legambiente e sindacati delle costruzioni, però, si scontrano con una realtà territoriale difficile. In intere aree del Paese purtroppo non esistono Leggi regionali con obblighi sui rendimenti energetici degli edifici, sull’utilizzo delle rinnovabili e sulla certificazione  energetica. “La Toscana ad esempio – scrive Legambiente – Regione dove si è messo in atto un sistema di certificazione che però risulta completamente inadeguato. In Veneto, unica Regione del Nord Italia, e poi nelle Marche, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Sardegna, Sicilia e Abruzzo ancora non ci sono provvedimenti che vadano al di là della generica promozione della sostenibilità in edilizia”.
Dal 1998 ad oggi sono stati realizzati oltre 9 milioni di interventi di recupero edilizio grazie alle detrazioni fiscali e dal 2007 circa 2,5 milioni di efficientamento energetico ma c’è ancora molto da fare. L’impegno comune di Feneal Filca Fillea e Legambiente è di recuperare gli 800mila posti di lavoro persi nel settore, attraverso la riqualificazione e manutenzione dell’enorme patrimonio edilizio italiano. “É inoltre sempre più evidente – si legge nel rapporto – come intervenire sulle prestazioni energetiche degli edifici sia una scelta che produce vantaggi locali, in termini di minore inquinamento, e per l’economia attraverso la riduzione della spesa energetica delle famiglie che mediamente tra elettricità e riscaldamento si aggira in Italia tra i 1500 e i 2000 euro all’anno”.
In tali questioni i Comuni hanno un ruolo e delle responsabilità importanti attraverso il Regolamento Edilizio: sono 1.182 i Comuni in Italia che si sono attivati per inserire nei propri Regolamenti Edilizi principi e norme di sostenibilità ma si tratta solo del 14,7% dei Comuni italiani. Tra le realtà che spiccano rispetto al contesto regionale per innovazione e sensibilità c’è Salerno in Campania e Udine in Friuli Venezia Giulia, dove i Regolamenti Edilizi risultano completi e molto più coraggiosi nell’imporre standard di efficienza rispetto alle rispettive Leggi Regionali.
La Sicilia, purtroppo, si contraddistingue in negativo: nessun obbligo sulle energie rinnovabili (mentre in Emilia-Romagna devono coprire il 50% del fabbisogno di ACS e 35% dei consumi termici), nessuna certificazione energetica regionale e solo controlli a campione basati sulla certificazione nazionale e nessun obbligo di efficienza energetica sulle prestazioni degli edifici. Intanto, a Bolzano è obbligatoria la Classe B CasaClima, la schermatura delle superfici vetrate e la trasmittanza massima delle pareti esterne 0,16 W/m2K.
Legambiente e sindacati delle costruzioni chiedono di semplificare gli interventi, dare certezze agli investimenti e rendere strutturali le detrazioni fiscali legandole alla classe energetica degli edifici, premiare il miglioramento delle prestazioni, introdurre controlli e sanzioni per garantire i cittadini sulle prestazioni energetiche e la sicurezza degli edifici. La riqualificazione dei condomini e un nuovo progetto industriale per il settore non possono essere rimandati.

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