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Catania – La Patrona porta benefici alle casse di turismo e commercio

Desiree Miranda

Catania – La Patrona porta benefici alle casse di turismo e commercio

giovedì 04 Febbraio 2016

“È la terza festa della cristianità al mondo”: Sant’Agata entra nel lungo giorno conclusivo. Operatori soddisfatti, chiesta una migliore e anticipata campagna promozionale

CATANIA – Sant’Agata è tornata tra le strade cittadine. Tutti, catanesi e non, aspettavano questo momento che trasforma la città dal 3 al 6 febbraio. Devozione e tradizione, preghiere e soldi, sacro e profano si mescolano continuamente in un coacervo di eventi prettamente cattolici e non, fuochi d’artificio, musica e cibo per migliaia e migliaia di persone.
Ieri la grande sfilata della carrozza del senato e i fuochi “da sira o tri”, oggi il giro esterno e i fuochi “o Futtinu” e domani il giro interno con “i fuochi del Borgo”, il passaggio dalle suore di via Crociferi e il rientro nella mattinata del 6 febbraio. “È la terza festa della cristianità al mondo, che oltre la dimensione religione abbraccia una tradizione millenaria e siamo orgogliosi che molti eventi accompagnano la festa”, dichiara l’assessore al turismo, Orazio Licandro.
Attorno a tutto questo c’è naturalmente un risvolto economico che secondo tutti, dagli amministratori pubblici ai tecnici, dagli operatori delle attività produttive ai rappresentanti di categoria, “è molto grande” e al contempo “quasi impossibile da quantificare” e comunque non al massimo delle sue potenzialità secondo alcuni. Se infatti è possibile stabilire quanto il Comune di Catania destina per le spese della festa, difficile è stabilire quanto è l’introito per i diversi operatori coinvolti: bar, ristoranti, bancarelle di dolciumi, souvenirs, abbigliamento, mercerie, cererie e chi più ne ha più ne metta.
“Un evento rilevantissimo, in Europa secondo solo alla Settimana Santa di Siviglia, ma che potrebbe essere di più – secondo il presidente regionale di Confcommercio, Pietro Agen -. L’indotto è strepitoso, c’è una grande spesa negli alberghi, una bella presenza nei ristoranti e nei bar, per non dimenticare tutto ciò che si muove attorno alla fiera, il lavoro delle cererie e delle mercerie. Si spende per il sacco, ma anche per lo zucchero filato, è bellissimo – continua – ma si può ancora migliorare molto. Catania dovrebbe farne un punto fermo nella sua promozione per tutto l’anno e non ricordarsene solo 15 giorni prima. La comunicazione è fondamentale”, conclude.
Per quanto riguarda il Comune, destina “circa 400 mila euro al Comitato, la metà di quanto si spendeva qualche anno fa”, afferma il neo presidente del Comitato per le feste Agatine, Francesco Marano. Spesse per le luminarie (poco meno di 40 mila euro, circa 5 mila in più del 2015 perché quest’anno anche via Umberto è tutta illuminata), i cerei votivi che ricevono un contributo di 850 euro a portatore, l’assicurazione per gli addetti ai lavori e per persone terze per i 5 giorni di festa (9.800 euro), il ricevimento della sera del tre che quest’anno è organizzato dall’Istituto alberghiero e quindi costerà circa 450 euro per spese di acquisto alimenti a fronte dei circa tremila dell’anno scorso e i fuochi d’artificio che anche per il 2016 saranno prodotti dalla società Vaccalluzzo per una spesa di 129 mila euro più Iva al 22%, ovvero un totale di 157.380 euro.
“Zero” è invece il costo della fiera di Sant’Agata, che quest’anno è organizzata nell’ex mercato ortofrutticolo all’ingrosso di via Amerigo Vespucci, afferma l’assessore alle attività produttive, Angela Mazzola. Al Comune spettano i costi di manutenzione del sito, ma in quanto di sua proprietà è una spesa che deve sostenere a prescindere dalla fiera. “I costi di gestione – spiega – sono stati affidati alle organizzazioni sindacali di categoria con cui abbiamo fatto un grande sforzo innovatore per rendere questa fiera, che forse appariva un po’ anacronistica, un evento a cui non mancare”, aggiunge l’assessore.
“Accanto al piazzale con le bancarelle, un’opportunità per i tanti ambulanti infatti, c’è il padiglione eno-gastromico con le eccellenze del territorio”, conclude.

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