Il Pd siciliano prende le distanze da Cuffaro - QdS

Il Pd siciliano prende le distanze da Cuffaro

Raffaella Pessina

Il Pd siciliano prende le distanze da Cuffaro

venerdì 05 Febbraio 2016

Intanto, il M5S chiede al Governo di riscrivere in toto il Patto per il Sud. Il Segretario Raciti: “Noi, mai eredi del cuffarismo”

Polemiche da parte del Pd a seguito delle dichiarazioni di due giorni fa da parte dell’ex governatore della Sicilia Totò Cuffaro che aveva rilasciato all’Huffington Post. “E’ vero, con Renzi si stanno spostando i miei voti e la mia classe dirigente – aveva detto Cuffaro -.  E dunque quelli che stavano con me e ora nel Pd fanno le tessere, ma non capisco il clamore, lo scandalo. A me pare naturale. Prendevo un milione ottocento mila voti, lì dentro c’era la Sicilia”. Immediata la replica del segretario regionale del Pd Fausto Raciti. “Il Pd in Sicilia non è né sarà mai erede del cuffarismo. Chi rimesta tessere sbatterà il muso”. Sulla vicenda è intervenuto anche l’esponente della minoranza Pd Roberto Speranza, che ha definito “molto preoccupanti le notizie in merito ad iscrizioni di massa al Pd da parte di gruppi organizzati che nulla hanno a che fare con la nostra storia e la nostra cultura politica”.
Fabio Teresi, presidente della Quinta Circoscrizione a Palermo, esponente del “coordinamento Pd Palermo 2017” ha detto che “Le recenti notizie su ‘campagne di tesseramento’ assai preoccupanti nel Pd in Sicilia, probabilmente spiegano anche alcune scelte del segretario provinciale del partito palermitano: ma se qualcuno pensa che una volta occupata la segreteria provinciale si possa fare anche a Palermo quello che è stato fatto in altre realtà, ha preso una cantonata”. Teresi condivide il pensiero di Raciti:  il Pd deve rimanere un partito opposto al cuffarismo ed ai cuffariani. “Convocheremo presto il nostro ‘coordinamento PD 2017’ – conclude Teresi – per decidere quali iniziative intraprendere di fronte al rischio di mutazione genetica del partito. Il Pd, ad iniziare da Palermo, non può permettersi di considerare ‘chiuso’ il tema della mafia e del rischio di infiltrazioni nelle istituzioni e nella politica”. Il gruppo parlamentare del Movimento Cinquestelle all’Ars ha chiesto al governo regionale di ritirare il Patto per il Sud poiché va riscritto  “alla luce della risoluzione  approvata in commissione Bilancio. Il Fondo sviluppo e coesione 2014/2020 vale per la Sicilia circa 8 miliardi di euro, di cui circa 3,2miliardi di competenza regionale e circa 4,8 di competenza nazionale.
“Non capiamo, dunque, perchè – ha detto la grillina Claudia La Rocca – nel Patto per la Sicilia il governo abbia previsto interventi per soli 2,5 miliardi”. 
 
Sala D’Ercole ha chiuso i battenti fino al prossimo 12 febbraio, data in cui dovrebbe approdare in Aula la finanziaria regionale. Questo mese si è svolta per ora una sola seduta e la prossima è prevista appunto per metà febbraio. Poi ci sarà la maratona per approvare il bilancio entro la fine di febbraio, data in cui scadrà l’esercizio provvisorio. Ma prima la finanziaria dovrà passare dalla commissione Bilancio, presumibilmente tra l’8 e il 9 febbraio prossimi. Notevole il pacchetto di emendamenti al documento presentati: circa 1.500.
 
Il termine per poterli presentare è già scaduto e gli uffici stanno assemblando il fascicolo. Molti di questi emendamenti potranno essere considerati inammissibili dal Consiglio di Presidenza o dal Presidente stesso dell’Ars. Per far approdare la manovra in Parlamento si dovranno trovare gli accordi politici in commissione di merito e in quel caso molti emendamenti verranno ritirati.

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